RECENSIONI LIBRARIE
GIANLUCA BUTTAFARRO – UN LIBRO PER RACCONTARE MESSINA
di Paola Saladino
è
un rapporto di amore e di odio verso Messina la cifra che accomuna i dieci
racconti del libro Cara Messina, ti
scrivo.., edito da La Feluca Edizioni, di Gianluca Buttafarro. Il fine di
questo libro, caratterizzato da grande coralità come ha evidenziato Ruggeri, è
quello di scuotere la Messina di oggi, immemore del suo passato, dallo stato di
torpore in cui si trova per farle recuperare la sua identità. Attraverso questi
racconti in cui eros e thanatos s’intrecciano, ambientati per
lo più nel XX secolo (meno quello di Venuti che parla del terremoto del 1763 e
quello di Buttafarro che ha per sfondo la Messina del Seicento), si
scandagliano le ferite della nostra città dovute a terremoti, bombardamenti,
decadenza economica e morale, cercando di curarle.
Obiettivo non facile da
raggiungere perché, come ha spiegato Zampieri, docente di sociologia urbana, se
la realtà della città, in genere, è complessa, quella di Messina lo è ancora di
più. Infatti, il terremoto del 1908 non solo ne ha distrutto monumenti e chiese,
ma ne ha anche stravolto l’impianto topografico. Così, invece del dedalo di
stradine, tipico delle città marinare, con al centro la falce del porto, si
sono costruite strade rettilinee e la falce è stata spezzata dalla stazione
ferroviaria. Soluzioni queste che, per quanto moderne, hanno creato estraneità.
Gli autori di “Cara Messina, ti scrivo..
si cimentano nel tentativo di rilanciare l’idea di una letteratura messinese
che dia voce alla sensibilità, cultura ed impegno sociale dei suoi abitanti,
nonostante l’opinione negativa di Sciascia “Messina?
Non esiste”. E la Messina raccontata è caratterizzata dal suo mare che dà
vita (eros), ma anche morte (thanatos), dai suoi terremoti, dal suo
passato operoso e prospero, sul cui sfondo si muovono donne e uomini spinti
dalle passioni che abitano l’animo dell’uomo di ogni tempo in un intreccio di
carne e sangue, di realtà e sogno.
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