MALTA
Sant’Elena: Una donna per il nostro tempo
di Fra Mario Attard
 Domenica 18 agosto è la festa di Sant’Elena
imperatrice e Augusta. Come madre del famoso imperatore romano Costantino,
Elena aveva un’importante impronta nella storia del Cristianesimo. La sua
carità verso i poveri fu grandissima. Elena Flavia Augusta lasciò lo spirito
santo agire in lei specialmente nella sua bontà verso i poveri con vesti e
denaro. Ben consapevole delle parole del profeta Isaia e accuratamente
applicate al Messia, “tu… faccia uscire
dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre (Is
42, 7)”, l’Augusta fece liberare tantissimi condannati sia nei carceri che
nelle miniere e anche dall’esilio. Questa donna di fede certamente influì su suo
figlio nella pubblicazione dell’Editto di Milano, nel 313, grazie al quale al Cristianesimo
venne data la libertà di culto.
La prima lettura della messa che
ricorda Sant’Elena, ricavata dal libro dei Proverbi, definisce benissimo l’anima
aperta a Dio che aveva questa grande donna. Una donna perfetta chi potrà
trovarla? “Ben superiore alle perle è il
suo valore. In lei, confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il
profitto. Essa gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua
vita. Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani. Ella è simile
alle navi di un mercante, fa venire da lontano le provviste. Si alza quando
ancora è note e prepara il cibo alla sua famiglia e dà ordini alle sue
domestiche. Pensa a un campo e lo compra e con il frutto delle sue mani pianta
una vigna. Si cinge con energia i fianchi e spiega la forza delle sue braccia.
È soddisfatta, perché il suo traffico va bene, neppure di notte si spegne la
sua lucerna. Stende la sua mano alla conocchia e mena il fuso con le dita. Apre
le sue mani al misero, stende la mano al povero. Non teme la neve per la sua
famiglia, perché tutti i suoi di casa hanno doppia veste. Si fà delle coperte,
di lino e di porpora sono le sue vesti. Suo marito è stimato alle porte della
città dove siede con gli anziani del paese. Confeziona tele di lino e le vende
e fornisce cinture al mercante. Forza e decoro sono il suo vestito e se la ride
dell’avvenire.Apre
la bocca con saggezza e sulla sua lingua c’è dottrina di bontà. Sorveglia l’andamento
della casa; il pane che mangia non è frutto di pigrizia. I suoi figli sorgono a
proclamarla beata e suo marito a farne l’elogio: ‘Molte figlie hanno compiuto
cose eccellenti, ma tu le hai superate tutte!’. Fallace è la grazia e vana è la
bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare. Datele del frutto delle sue
mani e le sue stesse opere la lodino alle porte della città
(Prov 31,10-31)”.
Sant’Elena fu la donna che trovò la
Croce di Nostro Signore Gesù Cristo. Nel De obitu Theodosii, San Ambrogio
ricorda il viaggio della santa in Terra Santa con queste parole: “Si recò sul Golghota, i soldati videro quella vecchia donna,
quella vecchia madre aggirarsi e inginocchiarsi tra le macerie. Ecco il luogo della battaglia: è la
vittoria? – disse Elena – Io sono sul
trono e la croce del Signore nella
polvere? Io sono in mezzo all’oro e il trionfo di Cristo tra le rovine? Vedo
cosa hai fatto, o diavolo, perché
fosse seppellita la spada che ti ha annientato! Difronte a questo illustre
esempio di fede coraggiosa Sant’Ambrogio
esclamò: Beato fu Costantino per una tale madre. Durante la ricerca per la Croce di Cristo, Elena pregò con
grande fervore. Alla fine, il giorno arrivò, la Santa Croce fu trovata. Racconta Don. Balduino Bedini O.
Cist, nel suo libro Le reliquie della Passione del Signore: Un giorno individuò il punto esatto dove la
S. Croce era sepolta. Fece scavare lì fino alla profondità in cui comparve una tavola coperta di terra,
era l’elogium scritto da Pilato, la tavola appesa alla croce di Gesù che indicava il motivo della
condanna a morte: ‘Gesù Nazareno re dei giudei’”.
Mentre la santa donna baciava
piangendo il titolum glorioso, i
muratori estraevano le tre croci e gli elogi dei due ladroni. Ma la gioia del
momento fu subito turbata dalla considerazione che non era possibile
distinguere la Croce di Gesù dalle altre due. Allora, il santo vescovo di
Gerusalemme, Macario, ebbe una felice intuizione. Fece portare le tre croci a
casa di un’illustre moribonda, pronunciando questa preghiera: “Signore, tu che concedesti la salute al
genere umano per la morte di croce del Figlio Tuo Unigenito e che ora hai
ispirato alla tua serva Elena di cercare il legno beato dove fu sospesa la nostra salvezza, mostraci
con evidenza quale delle croci servì per la gloria divina e quali furono supplizio dei malfattori. Fa
che questa donna, che giace sul letto semiviva, al tocco del legno salutare sorga subito dalla morte
imminente alla vita”. E, come racconta lo storico Rufino, dopo aver toccato
la donna con la prima e la seconda croce senza risultato alcuno, al tocco della
terza croce la moribonda guarì all’istante, alzandosi dal letto e glorificando
il Signore.
Nella Terra Santa, Elena costruì la Basilica
del Santo Sepolcro e altre chiese esattamente sul luogo della nascita e della
crocifissione di Gesù. A Gerusalemme, costruì anche un monastero per le Vergini
consacrate. Santa Elena ci insegna a cercare Gesù nei sofferenti, nelle persone
consacrate e anche di avere tanta stima e rispetto per i luoghi di culto del
Nostro Signore Gesù Cristo.“O
Gloriosa Sant’Elena con l’angoscia e la devozione con le quali bramasti la
Croce di Cristo, ti imploro così che tu mi possa donare la grazia di Dio, per
sopportare pazientemente i travagli della vita quotidiana. Attraverso la tua
protezione ed intercessione sarò in grado di trovare e trasportare la Croce di
Gesù, che Dio ha riposto su di me, in modo che lo serva in vita e godere della
Sua Gloria per sempre. Amen”.
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