MALTA
Papa Francesco ringrazia i sacerdoti
di Fra Mario Attard
 Domenica 4 agosto, Papa Francesco
pubblicò una lettera ai sacerdoti. La circostanza per questa lettera fu il 160° Anniversario della morte del santo
curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney. In questa bellissima lettera del Papa,
mette in evidenza la grande stima fraterna che il Santo Padre nutre per ogni
sacerdote. ll Santo Padre apprezza moltissimo il grande lavoro silenzioso e
assai faticoso compiuto da tanti nostri fratelli sacerdoti. Egli scrive: “Mi rivolgo a ciascuno di voi che, in tante
occasioni, in maniera inosservata e sacrificata, nella stanchezza o nella
fatica, nella malattia o nella desolazione,
assumete la missione come un servizio a Dio e al suo popolo e, pur con tutte le
difficoltà del cammino, scrivete le
pagine più belle della vita sacerdotale”.
Nella lettera, il Papa comincia
subito con la vicenda degli abusi sessuali che hanno danneggiato molto la
chiesa e il sacerdozio ministeriale. Negli ultimi tempi, abbiamo potuto sentire
più chiaramente il grido, spesso silenzioso e costretto al silenzio, dei nostri
fratelli, vittime di abusi di potere, di coscienza e sessuali da parte di
ministri ordinati. Indubbiamente, è un tempo di sofferenza nella vita delle
vittime che hanno subìto diverse forme di abuso; anche per le loro famiglie e
per tutto il Popolo di Dio. Di fronte a questa situazione dolorosa, Papa
Francesco afferma l’impegno della chiesa di fermare ogni tipo di abuso e anche
di introdurre una cura pastorale che risana tutto il Corpo di Cristo da questa
malattia orribile. Siamo fortemente impegnati nell’attuazione delle riforme
necessarie per dare impulso, dalla radice, a una cultura basata sulla cura
pastorale in modo che la cultura dell’abuso non riesca a trovare lo spazio per
svilupparsi e, ancor meno, perpetuarsi.
Papa Francesco ha anche spiegato
che senza negare e misconoscere il danno causato da alcuni dei nostri fratelli,
sarebbe ingiusto non riconoscere tanti sacerdoti che, in maniera costante e
integra, offrono tutto ciò che sono e hanno per il bene degli altri (cfr 2 Cor
12,15). Infatti, sono innumerevoli i sacerdoti che fanno della loro vita un’opera
di misericordia in regioni o situazioni spesso inospitali, lontane o
abbandonate anche a rischio della propria vita. Il Santo Padre li ha
ringraziati tutti per il loro coraggioso e costante esempio. Egli li invita a
non scoraggiarsi mai perché il Signore sta purificando la sua Sposa e ci sta
convertendo tutti a sé. Ci sta mettendo alla prova, affinché si comprenda che
senza di Lui siamo polvere.Personalmente, come sacerdote mi ha
incoraggiato molto la litania di grazie che il Papa ha fatto a tutti noi,
sacerdoti, peccatori, ma nello stesso tempo gioiosi di essere salvati e
chiamati a collaborare con Gesù misericordioso per la salvezza di tutti noi.
Egli dice: “Grazie per la gioia con cui avete saputo donare la vostra vita,
mostrando un cuore che nel corso degli anni ha combattuto e lottato per non
diventare angusto e amaro, ed essere, al contrario, quotidianamente allargato
dall’amore di Dio e del suo popolo; un cuore che, come il buon vino, il tempo non ha inacidito, ma gli ha
dato una qualità sempre più squisita; perché è eterna è la sua misericordia. Grazie, perché cercate di
rafforzare i legami di fraternità e di amicizia nel presbiterio e con il vostro
vescovo, sostenendovi a vicenda, curando colui che è malato, cercando chi si è isolato, incoraggiando e imparando la
saggezza dall’anziano, condividendo i beni, sapendo ridere e piangere.
Grazie,
per la testimonianza di perseveranza e ‘sopportazione’ (hypomoné) nell’impegno
pastorale, il quale tante volte, mossi dalla parresia del pastore, ci porta a
lottare con il Signore nella preghiera, come
Mosè in quella coraggiosa e anche rischiosa intercessione per il popolo
(cfr Nm 14,13-19; Es 32,30-32; Dt 9,18-21)”.
“Grazie, perché celebrate quotidianamente l’Eucaristia e pascete con
misericordia nel sacramento della riconciliazione, senza rigorismi né lassismi,
facendovi carico delle persone e accompagnandole nel cammino della conversione
verso la nuova vita che il Signore dona a tutti noi.
Grazie,
perché ungete e annunciate a tutti, con ardore, ‘nel momento opportuno e non
opportuno’ il
Vangelo di Gesù Cristo (cfr 2 Tm 4,2), sondando il cuore della propria comunità ‘per
cercare dov’è vivo e ardente il desiderio di Dio, e anche dove tale dialogo,
che era amoroso, sia stato soffocato o non abbia potuto dare frutto’.
Grazie,
per tutte le volte in cui, lasciandovi commuovere nelle viscere, avete accolto
quanti erano
caduti, curato le loro ferite, offrendo
calore ai loro cuori, mostrando tenerezza e compassione come il Samaritano della parabola (cfr Lc
10,25-37)”.
“Ringraziamo anche per la santità del Popolo fedele di Dio che siamo
invitati a pascere e attraverso il quale il Signore pasce e cura anche noi con
il dono di poter contemplare questo popolo ‘nei genitori che crescono con tanto
amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane
a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. Vi
chiedo umilmente di continuare a pregare col vostro cuore per noi sacerdoti che
l’umiltà, la dolcezza, la tenerezza, la pace, la perseveranza, il perdono, la
fortezza, la saggezza, il discernimento, la preghiera, la fraternità e la gioia
del Signore ci continuano a convertirci quotidianamente a Gesù, il Buon
Pastore, perché ‘eterna è la sua misericordia’ (cfr Sal 135)”.
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