MALTA
Un caro ricordo di padre Stefano Barbara OFM Cap
di Fra Mario Attard
 Recentemente, il mio cuore e la mia
anima si sono affettuosamente ricordati di un grandissimo frate cappuccino
maltese, padre Stefano Barbara OFM Cap. Più passano gli anni e più mi rendo
conto che grande uomo era padre Stefano. Ultimamente stavo correggendo un testo
tratto da una intervista fatta a padre Gioachino Mercieca OFM Cap, un altro
bravo frate che abbiamo nella nostra provincia cappuccina maltese, qualche
tempo fa. Ebbene, quando ho chiesto su chi gli ha dato tanto coraggio nel suo
cammino francescano cappuccino, subito Padre Gioachino mi rispose: “Uno dei frati che ammiravo tantissimo era padre Stefano Barbara OFM Cap. Fu un frate
semplice che amava tanto l’Eucaristia.
A padre Stefano gli piaceva predicare. E le sue prediche esprimevano semplicità”.
Mi ricordo quando, ancore studente
nel convento della casa madre dei cappuccini a Floriana, padre Stefano era
sempre disponibile per la confessione. Era il classico cappuccino che amava
confessare, voleva con forza essere proprio il volto misericordioso del nostro
Padre celeste. Come ben dicono le Costituzioni Cappuccine: “I confessori abbiano presente l’esortazione
di San Francesco di non adirarsi e di non turbarsi per il peccato di alcuno, ma
di trattare il penitente con ogni bontà nel Signore (Cost. n.115,4)”. Padre
Stefano fu un aderente scrupoloso alle parole di Papa Francesco rivolti a noi
cappuccini esattamente nel giubileo della misericordia. Davanti alle urne di
San Pio da Pietralcina e San Leopoldo Mandic, il Santo Padre ci disse così il
martedì 9 febbraio 2016 alla Basilica Vaticana nella sua omelia: “L’umile, colui che si sente peccatore, è un
gran perdonatore nel confessionale… Vi parlo come fratello, e in voi vorrei
parlare a tutti i confessori, specialmente in quest’Anno della Misericordia: il
confessionale è per perdonare. E se tu non puoi dare l’assoluzione – faccio
questa ipotesi – per favore, non ‘bastonare’.
La persona che viene, viene a cercare conforto, perdono, pace nella sua anima;
che trovi un padre che lo abbracci e gli dica: ‘Dio ti vuole bene’ e che lo
faccia sentire!... Il perdono… Il perdono è un seme, è una carezza di Dio. Abbiate
fiducia nel perdono di Dio”.
Queste parole di Papa Francesco, che padre
Stefano ha vissuto con eroicità, sono espresse anche nelle costituzioni
cappuccine quando dicono: “I frati
sacerdoti, nello spirito di Cristo buon pastore, annuncino la misericordia di Dio. Siano fedeli dispensatori del perdono
dei peccati, che Dio offre nel sacramento della riconciliazione, e volentieri
si prestino ad ascoltare le confessioni dei fedeli; tanto più che questo ministero si addice particolarmente a noi frati
minori e spesso ci rende prossimi delle
persone che più sperimentano la miseria del peccato (Cost. n.152, 1)”.
Padre Stefano fu parte attiva nelle
varie missioni popolari fatte dai cappuccini maltesi durante gli anni sia a
Malta che a Gozo e anche nella cura spirituale delle varie congregazioni
femminili, in particolar modo le Clarisse a St. Julians. Padre Stefano visse
generosamente lo spirito delle costituzioni cappuccine quando dicono: “Promuoviamo le consuete opere di apostolato,
come le missioni popolari, gli
esercizi spirituali, la confessione sacramentale dei fedeli, la cura spirituale
delle religiose, specialmente francescane
(Cost. n.149, 2)”.Un fatto carino nella vita santa di padre
Stefano fu il saluto che Padre Pio stesso gli mandò per mezzo di un pellegrino
maltese che lo visitò. I due non si erano mai messi in contatto ma Padre Pio,
con il suo grande dono di leggere nei cuori della gente, conosceva molto bene lo
Spirito Santo, la santità nell’anima innocente di Padre Stefano. A questo
pellegrino gli disse: “Salutatemi Padre
Stefano da Malta. I santi si conoscono tra di loro!”.
Un’altra cosa che stupisce nella vita
di padre Stefano fu la sua vicinanza ai sacerdoti di varie ordini e, soprattutto,
ai sacerdoti diocesani. Padre Stefano fu un validissimo missionario con i
sacerdoti! Quanti sacerdoti confessava! E sempre con quella semplicità e umiltà
di un vero cappuccino abbandonato a Dio! La sua totale dedizione ai sacerdoti
mi fa rivivere le parole bellissime e incisive, scritte con grande cuore, dal
morente San Francesco su questo argomento: “Poi,
il Signore mi dette e mi dà una così
grande fede nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa
Romana, a motivo del loro ordine, che
anche se mi facessero persecuzione, voglio ricorrere proprio a loro. E se io avessi tanta sapienza, quanta ne ebbe Salomone,
e mi incontrassi in sacerdoti poverelli di questo mondo, nelle parrocchie in cui dimorano, non voglio predicare contro la
loro volontà”.
Nella sua solita umiltà e saggezza, padre
Stefano mi disse frequentemente: “Il bene
non fa chiasso perché il chiasso non
fa bene”. Questo fu il suo detto preferito perché amava glorificare
soltanto il Signore e, dunque, era il nemico numero uno del protagonismo e dell’autoreferenzialità.
Scherzosamente, mi chiamava Mario del Monaco. Ma, vi assicuro, che la sua vita
semplice e piena di carità verso il prossimo era la voce tenorile la più pregiata
che esiste perché è la voce della vera santità! Carissimo padre Stefano prega
per noi e, cortesemente ti prego di pregare e proteggere me sempre. Ricordati
che siamo sempre stati grandissimi amici e veri fratelli. Grazie che da lassù,
amorevolmente passi quella parola chiave all’Altissimo per me, fra Mario, detto
fraternamente da te, Mario Del Monaco!
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