MALTA
Malta – Concerti di musica quaresimali dal coro della Cattedrale Metropolitana
di Fra Mario Attard
 Il
Jubilate Deo Choir, che è il coro della Cattedrale Metropolitana, terrà due
concerti per questi ultimi giorni prima della celebrazione del mistero pasquale
cioè la passione, morte e resurezione di Nostro Signore Gesù Cristo. Entrambi i
concerti sono intitolati Miserere. I concerti, diretti dal maestro di Cappella
Christopher Muscat, si terranno presso le residenze del coro il venerdì 5
aprile alla Concattedrale di San Giovanni, a La Valletta, e lunedì 15 aprile
presso la Chiesa parrocchiale di Naxxar. Questi concerti hanno una musica sacra
di oltre sette secoli, dal canto gregoriano e polifonia rinascimentale alle
opere di compositori contemporanei. Durante i concerti, ci saranno brevi
riflessioni spirituali (in maltese) per aiutarci a capire meglio il grande
mistero che si sta celebrando. Il momento clou della serata sarà il Miserere di
Gregorio Allegri, un’opera di una bellezza immensa e profonda spiritualità
scritta durante il pontificato di Urbano VIII, rigorosamente a uso della
Cappella Sistina. Tuttavia, secondo la tradizione, il giovane Mozart tornò a
casa e trascrisse la musica a memoria.
Nel
corso della sua quarantacinque anni di storia, il Jubilate Deo Choir si è
affermato come uno dei cori più importanti di Malta nel campo della musica
sacra con spettacoli di pietra miliare come la prima esecuzione maltese dell’Oratorio
di Natale di Camille Saint-Saens, nel 2005, la Messa da Requiem di Paolino
Vassallo e l’opera Il-Wegħda (La promessa) di Charles Camilleri, nel 2006,
oltre a numerose rappresentazioni premiere mondiali tra cui l’Oratorio Fino ai
Confini della Terra di Marco Frisina, nel 2017. Il coro è, particolarmente,
rinomato per il suo lavoro pioneristico nel rilanciare l’arte del canto fermo
oltre che per le sue raffinate interpretazioni del repertorio polifonico. L’ingresso
a entrambi i concerti è gratuito. I concerti iniziano alle ore 19.30. Ai
committenti, viene ricordato cordialmente che l’uso del tacco a spillo o dei
tacchi stretti e l’uso della fotografia flash alla Concattedrale di San
Giovanni è strettamente vietato. Accompagnati da questa musica così sacra e
intensa lasciamoci trasportare da questa celebre riflessione sulla passione di
Nostro Signore Gesù Cristo scritta per noi da San Alfonso Maria de Liguori, il
vescovo cattolico e compositore napoletano, fondatore della Congregazione del
Santissimo Redentore, autore di opere letterarie, teologiche e di famosi
melodie.
“Cristiano, alza gli occhi e guarda Gesù
morto su quel patibolo col corpo pieno di piaghe, che ancora mandano sangue. La fede t’insegna ch’egli è
il tuo Creatore, il tuo Salvatore, la tua vita, il tuo liberatore; è quegli che ti ama più di ognuno altro, è quegli che solo
può renderti felice. Sì, Gesù mio, lo credo; voi siete quello che mi avete
amato sin dall’eternità, senza alcuno mio merito; anzi prevedendo le mie ingratitudini, solo per vostra bontà mi avete dato l’essere.
Voi siete il mio Salvatore, che colla
vostra morte mi avete liberato dall’inferno tante volte da me meritato. Voi
siete la mia vita, per la vostra
grazia che mi avete donata, senza la quale io sarei rimasto morto in eterno.
Voi siete il mio padre e padre amoroso,
perdonandomi con tanta misericordia tante ingiurie che vi ho fatte. Voi siete
il mio tesoro, arricchendomi di tanti lumi e favori invece dei castighi a me
dovuti. Voi siete la mia speranza,
giacché fuori di voi io non posso sperare alcun bene da altri. Voi siete poi
il mio vero ed unico amatore; basta dire
che siete giunto a morire per me. Voi in somma siete il mio Dio, il mio sommo bene, il mio tutto.
Uomini, uomini,
amiamo Gesù Cristo, amiamo un Dio che si è sacrificato tutto per nostro amore.
Egli ha sacrificato gli onori che gli spettavano su questa terra, ha
sacrificato tutte le ricchezze e le delizie
che poteva godere, e si è contentato di fare una vita umile, povera e
tribulata; finalmente, per pagare
colle sue pene i nostri peccati ha voluto sacrificare tutto il suo sangue e la
vita, morendo in un mar di dolori e di disprezzi. Figlio, dice il Redentore da
quella croce a ciascuno di noi, figlio, che più doveva io fare per esser da te amato, che morire per te? Vedi se vi
è nel mondo chi ti abbia amato più di
me tuo Signore e Dio. Amami dunque, almeno per ricompensa dell’amore che ti ho
portato. Ah Gesù mio, come posso
pensare che i miei peccati vi han ridotto a morire di dolore su d’un patibolo
infame, e non piangere sempre per la pena
di aver cosi disprezzato il vostro amore? E come posso vedervi pendente da questo legno per amor mio, e non amarvi con tutte
le mie forze?
Ma come va,
Signore, che voi siete morto per tutti noi, acciocché niuno di noi viva più a
se stesso –
Et pro omnibus mortuus est Christus, ut
et qui vivunt iam non sibi vivant, sed ei qui pro ipsis mortuus est et resurrexit (II Cor. V, 15), e io poi,
invece di vivere solo per amarvi e darvi gloria, par che son vivuto solo per affliggervi e disonorarvi?
Deh mio Signor crocifisso, scordatevi delle amarezze che vi ho date, delle quali mi pento di vero
cuore, e tiratemi colla vostra grazia tutto a voi. Io non voglio vivere più a me stesso, ma solo a voi, che
tanto mi avete amato e meritate tutto il mio amore. Vi dono tutto me e tutte le cose mie senza riserba.
Rinunzio a tutti gli onori e piaceri di questa terra, e mi offerisco a patire per amor vostro quanto vi
piace. Voi che mi date questa buona volontà, voi datemi, vi prego, la forza di eseguirla. O Agnello
di Dio sacrificato sulla croce, o vittima d’amore, o Dio innamorato, potessi morire per voi, come voi
siete morto per me! O madre di Dio Maria, ottenetemi voi la grazia di sagrificar tutta la vita che mi resta all’amore del
vostro amabilissimo Figlio”.
|