PILLOLE
Annibale Maria di Francia, un episodio della Sua vita
di Alfonso Saya
 L’indimenticabile
prof. Nino Scoglio, medaglia d’oro per meriti culturali, mi ha raccontato un
episodio che riguarda il nostro grande Santo Annibale Maria Di Francia di Cui
ricorre il 16 maggio, la sua festività. Un episodio molto edificante in cui
promana, davvero, il “profumo della Santità”. Un suo parente, Domenico Gullo, era
stato compagno di scuola al Collegio “San Nicola” di Messina, di Sant’Annibale
ed ambedue primeggiavano per intelligenza, bontà e generosità. Una profonda,
reciproca stima li univa. Poi, imboccarono vie diverse. Annibale Maria Di
Francia, prese la via del Sacerdozio, Domenico Gullo quella delle armi e poi
dell’insegnamento. Seguì Garibaldi nell’impresa dei Mille e fu alla testa dei “Picciotti”.
Dimenticò le pratiche religiose apprese in Collegio e divenne ateo e
mangiapreti.
Trascorse, mi diceva il caro, indimenticabile amico, il resto
della sua esistenza menando gran vanto della “camicia rossa” che aveva
indossato nella giovinezza. Vecchio e vicino alla morte, rifiutò più volte, il
confessore . Era vedovo e quando la religiosissima figlia amareggiata per
questo reiterato rifiuto, tornò alla carica e gli disse che, se l’avesse
voluto, avrebbe potuto portare al suo capezzale, il canonico Annibale Maria Di
Francia. Ogni resistenza cadde di colpo, gli occhi quasi spenti, si
illuminarono di luce e, con filo di voce e con tanta gioia, mormorò: “Chiamalo presto!”. E fu l’ex compagno
di scuola, il Pio e virtuoso Annibale ad avviarlo, al dire del Manzoni, “pei floridi sentier della speranza, pei campi
eterni…”. La Santità ha vinto.
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