TEMPIO SAN GIOVANNI DI MALTA
Una lapide per ricordare i Cavalieri di Malta a Lepanto
di Domenico Interdonato
 I Cavalieri di Malta,
nel tardo pomeriggio di sabato 23 agosto, con una cerimonia svoltasi nel
Tempio di San Giovanni di Malta, hanno ricordato i quaranta Cavalieri, partiti
con la Flotta Cristiana sotto il Comando di Don Giovanni d’Austria e periti
nella Battaglia di Lepanto. Dopo la Santa Messa
officiata da mons. Angelo Oteri, Rettore
del Tempio è seguita la benedizione e la scopertura della lapide marmorea, in
memoria di Don Vincenzo Marullo, Conte di Condojanni, comandante delle Galee
messinesi, della Squadra dei Venturieri e dei Cavalieri di Malta partiti dal
porto di Messina, all'evento hanno partecipato i Cavalieri di Malta,
personalità civili e religiose assieme alla cittadinanza.
La scopertura della
lapide è stata eseguita da Fortunato Manti ed Enzo Caruso, presidente e
responsabile culturale dell’Associazione “Aurora”, a seguire Carlo Marullo di
Condojanni, Ambasciatore del Sovrano Militare Ordine di Malta, discendente
diretto di Vincenzo Marullo, ha
illustrato le vicende della Nobiltà e della Cavalleria in Sicilia,
soffermandosi sull’impegno dei Cavalieri di Malta per la difesa del
Mediterraneo e sulla loro presenza a Lepanto con tre navi armate e 48 cavalieri
a bordo. Solo pochi Cavalieri messinesi
fecero ritorno e ben 40 cavalieri mancarono all’appello.
Enzo Caruso,
responsabile culturale dell’Associazione “Aurora”, ha evidenziato, che la
collocazione del marmo: contribuirà ad integrare il ricco patrimonio di
testimonianze che Messina custodisce e a ricordare un evento storico, di
portata europea, che, attraverso il progetto “Messina sulle rotte di Lepanto”,
condotto dall’Associazione Culturale “Aurora”, concorre a promuovere occasioni
di incontro tra le culture del Mediterraneo impegnate oggi nel confronto e nel
dialogo.
Unitamente alla via
Austria (oggi via 1° Settembre), al Monumento di Don Giovanni d’Austria in
piazza Lepanto e alla Madonna delle Vittorie realizzata dal Calamec posta sulla
sommità della Chiesa di Montalto, voluti dal Senato Messinese per commemorare
la vittoriosa impresa, sono da ricordare infatti il dipinto sul catino absidale
della Chiesa di S. Domenico al Dazio, realizzato dal domenicano Angelico
Spinillo, raffigurante “La partenza della flotta dal porto di Messina e la
Madonna delle Vittorie”; una delle otto formelle bronzee di Roberto Joppolo,
poste nella porta centrale della Cattedrale, che raffigura una scena della
battaglia e le due lapidi marmoree collocate nel 2012, nei pressi del
porticciolo vicino la Batteria Masotto, dalla Fondazione “Marullo di
Condojanni” insieme al Comune, Capitaneria, Marina Militare, Arsenale e
Associazione Aurora, che ricordano la partenza di nobili e marinai messinesi a
bordo delle navi della Flotta Cristiana.
Non va dimenticata
altresì, come ricordato da Nino Principato, la “Machina Festiva della Galea”,
che veniva allestita durante il Ferragosto insieme alla Vara e ai Giganti nella
grande vasca lunga 60 metri, posta nel Piano di San Giovanni, ove sorge oggi la
Villa Mazzini,. La realizzazione del
marmo, curata della Fondazione “Donna Maria Marullo di Condojanni”, sotto la
sorveglianza della Soprintendenza ai BB CC AA è strettamente legata alla
Conferenza tenutasi il 7 agosto scorso presso la Chiesa di San Giovanni di
Malta, organizzata dall’Associazione Aurora nell’ambito della VI Edizione dello
“Sbarco di Don Giovanni d’Austria a Messina”, in collaborazione con il Rettore
del Tempio, Mons. Angelo Oteri, e la Cooperativa Sociale “Trapper” impegnata
nella valorizzazione turistica del Tempio di San Giovanni.
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