RECENSIONI LIBRARIE
Graziano Delorda – La serpe nera
di Redazione
 “A volte mi
capita di vagare per una terza via, tra il kinghiano Cosa sarebbe successo se.. e l’inciso, sempre valido, Scrivi di ciò che sai!”.
Così Graziano
Delorda, ha commentato il suo approccio alla scrittura, citando
due mostri sacri della narrativa e, in particolar modo, proprio del racconto
breve, Stephen King ed Ernest Hemingway.
In La serpe nera, l’autore del romanzo Pace (Pungitopo, 2010), torna al passo
narrativo del racconto a sé, particolarmente, congeniale, rielaborandolo anche
con l’utilizzo di forme meno canoniche, dagli stralunati “appunti”
giornalistici fino a servirsi di poche, cruente righe, difficili da definire.
Le storie contenute in
questa opera, per la prima volta, raccolte in un unico volume, scritte tra il
1998 e il 2010, ci mettono di fronte a vicende, spesso, grottesche, estrose
quanto ironiche, da quelle più serie e sconvolgenti a scene di vita comune
stravolte da eventi inimmaginabili, apparentemente normali, che, all’improvviso,
deviano lontanissimi dalla realtà quotidiana, tornando ad essa da strade non
tracciate.
L’Autore riesce a sorprendere le aspettative del lettore, giocando con una
visione spesso cinica e surreale di certi automatismi, arricchendo di nero
umorismo e mistero quelle situazioni che potevano apparire più scontate o
banali, forse prevedibili, se non fosse intervenuta la penna dello stesso a
modificarne l’esistenza.
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