Nel 1906, furono trasferite al Civico Museo, con un’ordinanza provvidenziale, dal sindaco di allora, avv. Antonino Martino. Questa decisione, criticata e definita “inconsulta”, invece, fu – come ho detto – provvidenziale, in quanto le preziose tele si salvarono dal terremoto dl 1908. Ritornarono al Santuario, reduci da un esilio durato 87 anni, per merito dei Padri Redentoristi che hanno officiato il Santuario per ben 56 anni. Il merito per la restaurazione va anche dato all’infaticabile rettore-parroco, don Lorenzo Campagna, che si sta prodigando per costituire il Museo del Santuario.