AL MANSOURI
I “Lancieri di Aosta” di Palermo subentrano ai colleghi del reggimento “Cavalleggeri Guide” nella missione in Libano
di Redazione
 Nella base militare di Al Mansouri,
nell’area di operazioni a guida italiana nel sud del Libano, si è tenuta la
cerimonia del passaggio di responsabilità del contingente di ITALBATT, tra i
Cavalleggeri del reggimento “Guide” (19°) di Salerno ed il reggimento “Lancieri
di Aosta” (6°) di Palermo. Il colonnello Mario Ciorra ha assunto la
responsabilità dell’area di competenza nazionale nella “terra dei cedri” della
Task Force di manovra di ITALBATT, unità su base reggimento “Lancieri di Aosta”
(6°) di Palermo. Negli ultimi mesi, i peacekeepers italiani hanno operato nell’area
sotto l’egida delle Nazioni Unite e nel rispetto della risoluzione 1701 del
2006. In questo periodo, sono state condotte oltre 10.000 attività di
pattugliamento, di cui oltre 1.000 in stretta cooperazione con l’Esercito
libanese delle LAF (Lebanese Armed Forces), con particolare attenzione mirata
al pattugliamento lungo la linea di demarcazione denominata Blue Line, per il
controllo della cessazione delle ostilità tra Libano e Israele.
Con il medesimo concreto approccio,
si sono svolte le numerose attività di cooperazione con le istituzioni locali.
Donazioni di attrezzature ed ausili didattici per l’istruzione, nonché di
materiale sanitario, hanno raggiunto tutte le 19 municipalità esistenti nell’area.
L’impegno dei caschi blu italiani è stato, inoltre, rivolto alle scuole
primarie, nelle quali più di 2.500 alunni hanno partecipato a corsi di igiene,
disegno e sulla prevenzione da incidenti domestici. Le attività non hanno
trascurato la dimensione femminile nell’ottica della prospettiva gender,
aspetto ormai fondamentale nella condotta delle operazioni internazionali delle
Nazioni Unite. Per questo, sono stati organizzati diversi corsi di cucito
indirizzati alle donne della municipalità di Burj Shamali e una conferenza
sulla prevenzione del tumore al seno svolta presso la base italiana di Al
Mansouri, a cui hanno partecipato circa 40 donne dei villaggi limitrofi. La
collaborazione con la popolazione locale e le Forze Armate libanesi ha reso
possibile la condivisione di una linea di azione comune, mirata ai bisogni
della popolazione.
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