IL MISTERO DELL’ANNUNCIATA
Roma – Analisi e interpretazione dell’Annunciata di Antonello da Messina
di Redazione
 Nell’ambito
della programmazione culturale, promossa dal monsignor Jean-Marie Gervais, prefetto
coadiutore del Capitolo Vaticano, il Palazzo del Bramante, dove ha sede la
Cancelleria Apostolica Vaticana della Santa Sede a Roma, ospiterà il 24 maggio
2018, alle ore 16.00, la presentazione del volume che svela “Il Mistero dell’Annunciata”,
promosso dal GruppoArte16 e pubblicato da I Libri di Emil edizione Odoya. Uno
dei capolavori dell’arte più enigmatici e misteriosi della storia dell’arte
universale, l’Annunciata di Antonello da Messina ha interessato i più
autorevoli storici dell’arte per oltre un secolo, oggi per la prima volta i
suoi enigmi vengono svelati in un libro dagli storici dell’arte Mauro Lucco,
Renato Tomasino e Giovanni Taormina.
L’Associazione
“GruppoArte16”, neocostituita, ha colto l’invito giunto dal prefetto coadiutore
del Capitolo Vaticano, Jean Marie Gervais che interverrà alla presentazione del
volume in qualità di presidente dell’Associazione culturale “Tota Pulchra”,
come relatore esperto d’arte e temi di natura teologica. A rappresentare la
cultura e la regione Siciliana, ci sarà il professore Sebastiano Tusa, assessore
regionale alla Cultura, quindi, gli interventi del critico d’arte e
intellettuale, Alessandro Cappabianca, e il restauratore Franco Fazzio che ha
seguito lo spostamento delle opere di Antonello da Messina al G7 di Taormina.
La giornata sarà opportuna per parlare dello sviluppo sulle nanotecnologie che
il GruppoArte16 sta portando avanti unitamente alla 4ward360-nanotecnology, con
un apposito intervento del suo coordinatore scientifico Marco Zeppa, per quel
che riguarda la conservazione di opere lignee di interesse storico culturale.
Il
Mistero dell’Annunciata
Gli
autori del libro saranno presenti il 24 maggio per rispondere alle domande sull’argomento.
Per la prima volta in Italia, tratteranno temi legati alla teatralità delle
annunciazioni, confermando con un’analisi scientifica, che l’opera stessa è un’annunciazione,
svelando le scritte del libro dipinto da Antonello da Messina, in cui il
capolettera oncialico di una “M” fa riferimento al libro del Magnificat. Altri
elementi tassonometrici che non sono visibili, ma presenti, come la colomba
dello Spirito Santo, sono evidenziati con un tema che, per la prima volta nella
storia dell’arte, introduce questa chiave di lettura: il Soffio. Con citazioni
di altri esempi ricavati dalla mitologia come quelli della Primavera di
Botticelli. La ricerca svela, inoltre, come Antonello influenzerà la pittura di
Donato Bramante anticipando la pittura emozionale di Leonardo Da Vinci.
Queste
e altre le sorprese rivelate nel volume “Il Mistero dell’Annunciata” che
illustra, dettagliatamente e scientificamente, la volontà di Antonello da
Messina, per la prima volta in cinquecento anni, dopo gli studi di oltre un
secolo da parte di studiosi di tutto il mondo. Nessuno prima d’ora aveva
pensato di andare oltre lo spazio bidimensionale, proiettando lo sguardo all’estensione
scenografica del dipinto. L’équipe di studiosi e operatori culturali del
GruppoArte16 propone un volume sul “Mistero dell’Annunciata” che contiene le
relazioni presso la Sede del Consiglio dei Ministri, Palazzo Chigi in Roma,
nelle quali si sconvolgono le prospettive d’analisi sul capolavoro di Antonello
da Messina. I Laudari centro-italici confermano le diverse fasi dell’Annunciazione,
dettando le scansioni e gli oggetti simbolici dello spettacolo sacro. Di
conseguenza, ogni pittore che abbia eseguito un’Annunciazione si è uniformato a
tali “tassonomie” iconografiche. A causa dell’assenza di queste, si è, però,
messo in dubbio che l’Annunciata di Palermo con il suo ammaliante primo piano
di una stupenda fanciulla, e niente altro, ritragga qualcosa che ha a che fare
con l’Annunciazione e, quindi, ha messo in contrapposizione personalità della
storia dell’arte come Federico Zeri – che negò che fosse un’annunciazione in
quanto manca l’angelo –, Roberto Loghi definì la mano tesa come un tentativo di
arrestare l’angelo perché impaurita e così tanti altri storici dell’arte hanno
cercato di carpirne i misteri; ma l’analisi accurata di Giovanni Taormina qui
presentata è giunta alla conclusione che, invece, proprio dell’Annunciazione si
tratta: la Vergine, ormai, ha superato ogni timore e si apre con disponibilità
alle spiegazioni del messaggero divino, con il piglio schietto di una fanciulla
del popolo. Se ciò è vero, l’angelo sarà di fronte alla Madonna, sarà ciò che
lei guarda, ovvero lo spettatore. E sarà semi-inginocchiato, poiché lo sguardo
di lei è reclinante un po’ di lato e verso il basso. Trovate le posizioni
reciproche dei due protagonisti, il resto dello spazio sacro – la stanza della
Vergine – sarà una conseguenza scaturita da quello sguardo, quella mano protesa
e le pagine del libro svolazzanti. Tutto è però lasciato all’immaginazione dell’osservatore
che – con più di un secolo d’anticipo sui labirinti della visione manieristi e
barocchi – è costretto a immaginare attorno a sé lo spazio mancante e gli
oggetti tassonomici che lo animano disignificati simbolici. Il p.p. dell’Annunciata
è, dunque, il primo capolavoro in assoluto in cui si manifesta una concezione
labirintica della pittura. Secondo Renato Tomasino si anticipa “Las Maninas” di
Velasquez.
Dopo
una penetrante introduzione al tema di Mauro Lucco – autore della più grande
mostra su Antonello da Messina presentata alle Scuderie del Quirinale – segue
uno sviluppo del tema iconografico dell’Annunciazione dal romanico fino al
barocco fornito da Renato Tomasino, il quale mostra il totale parallelismo tra
arti figurative e spettacolo sacro, soffermandosi infine sull’ardito spazio
labirintico del capolavoro di Antonello; lo studio di Giovanni Taormina
evidenzia la funzione di elemento di montaggio (filmico ante litteram) del p.p.
della Vergine, nonché l’antica scrittura “oncialica” delle pagine del libro
svolazzanti a causa del soffio della Grazia, a partire dall’individuazione
della grande “M” rossa che designa l’intonazione del “Magnificat” in gloria del
Sacro Evento, quindi, si spiega che ci troviamo oltre l’annuncio e non, come
spiegava Longhi, che la fanciulla arresta l’angelo, anche perché – come dice
Lucco – la mano è, semplicemente, un gesto di benedicevole accoglienza, un
assenso alla volontà di Dio; sia fatta la Tua volontà e lo Spirito Della Grazia
irrompe e Antonello lo mostra attraverso le pagine svolazzanti che il soffio
Divino ha Prodotto: una scoperta davvero risolutiva.
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