TREVISO
Ottantamila in sfilata per 13 ore: tripudio alpino a Treviso
di Redazione
 Sono
stati 80mila gli alpini che hanno sfilato per le vie della Città, applauditi
dai trevigiani assiepati lungo il percorso o affacciati ai balconi
imbandierati. Salutati: - dal presidente dell’Ana, Sebastiano Favero; - dal presidente
della Provincia, Luca Zaia; - dal sindaco, Giovanni Manildo; - dal comandante
delle Truppe Alpine, gen. Federico Bonato; - e dai vertici della Difesa: il
ministro Roberta Pinotti, i generali Claudio Graziano, Danilo Errico e numerose
altre autorità del territorio.Tantissime
le persone che hanno assistito alla sfilata, assiepati lungo le transenne che
delineavano il percorso. Una festa per la Città, ore di allegria che rimarranno
nella memoria dei trevigiani e del territorio che ha accolto questa
meravigliosa Adunata.
Tanti
gli striscioni in sfilata hanno reso omaggio all’Adunata del Piave, ricordata
con il motto “Alpini da Caporetto al
Piave per servire l’Italia. Ora come allora”. Su quelli più significativi
si leggeva “L’amor di Patria per noi è
ancora un valore”, “Gli alpini non
hanno confini, aiutano tutti”, “Ieri sul Grappa, oggi qui per il futuro dell’Italia”,
“Il Piave mormora e noi lavoriamo in silenzio”, oppure quelli legati al
futuro, come “Non ci faremo relegare nei
libri di storia”. Non sono slogan, ma valori declinati, sono speranze, sono
certezze come quella scritta su uno dei tanti striscioni: “Alpini una volta, alpini sempre”.Molti
i momenti emozionanti. Con gli alpini del Gruppo di Rosà (Sezione di Bassano
del Grappa) ha sfilato anche Riccardo Cerantola, artigiano di Cartigliano del
7° Alpini, 167ª mortai del battaglione “Pieve di Cadore”, malato di Sla e
costretto su una sedia a rotelle. È stato abbracciato dal presidente Favero e
dal governatore Zaia.
Tra
i più festeggiati, l’artigliere da montagna Silvio Biasetti, biellese di 104
anni. Bastone in mano ha percorso gli oltre due chilometri della sfilata,
salutato dalla gente e dalle autorità. Una delle particolarità delle Adunate è
proprio la presenza di tanti “bocia”, accanto ai “veci”, in uno scambio
generazionale che è anche una risorsa per il Paese. Ne sono prova i tanti
giovani che fanno parte della Protezione Civile Ana che, nei mesi scorsi, hanno
lavorato con abnegazione in soccorso alle popolazioni terremotate del Centro
Italia, dove gli alpini ritorneranno presto per realizzare, con gli oltre
2milioni di euro raccolti, quattro progetti
di ricostruzione dell’Associazione Nazionale “Alpini”.
Il
mulo Iroso, ultimo “najone” reduce della leva (ha 38 anni che, convertiti in
quelli di un uomo equivalgono a 114 anni), ha, invece, sfilato nel reparto
salmerie di Vittorio Veneto con il suo proprietario, l’alpino Toni, che l’ha
acquistato all’asta salvandolo da un destino poco glorioso. Accanto alle penne
nere in congedo, hanno sfilato anche i molti sindaci e gli alpini in armi che,
già nei giorni precedenti, avevano allestito a Treviso la Cittadella Militare,
visitata da 135mila persone.
Gli
applausi più fragorosi sono stati tributati ai padroni di casa della Sezione di
Treviso, guidata dal presidente Raffaele Panno, che hanno chiuso oltre 13 ore
di sfilata, insieme ai collaboratori del Comitato Organizzatore Adunata,
guidato da Luigi Cailotto. Le 145 bandiere tricolori, in omaggio agli anni di
costituzione delle Truppe Alpine, e lo striscione “Arrivederci a Trento nel 2018” hanno chiuso la sfilata. Il
passaggio della stecca tra i presidenti della Sezione di Treviso (allargata
alle Sezioni di Valdobbiadene, Vittorio Veneto e Conegliano) e di Trento,
Raffaele Panno e Maurizio Pinamonti, fissano l’appuntamento per l’11, 12 e 13 maggio 2018. Sarà la 91ª Adunata.
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