SINODO 2018
Giovani Fede Discernimento
di Nicola Antonazzo
 L’annuncio,
avvenuto il 13 gennaio 2017, che il prossimo Sinodo della Chiesa Cattolica sarà
dedicato interamente ai giovani, alla loro fede e al discernimento vocazionale
apre le porte verso una nuova consapevolezza della Comunità Ecclesiale rispetto
dell’accompagnamento nel cammino di fede. Il documento preparatorio, in vista
della XV Assemblea Generale Ordinaria
che si svolgerà ad ottobre del 2018, è l’ennesima testimonianza dell’attenzione
che la Chiesa nutre nei confronti dei giovani e del cambio di prospettiva
rispetto alla loro cura pastorale. Le pagine consegnate dalla Segreteria generale
del Sinodo dei Vescovi non sono un pacchetto di proposte già definite e chiuse
quanto, piuttosto, una bussola e, al tempo stesso, una mappa per favorire la
ricerca personale e comunitaria. Il documento, infatti, offre una serie di
indicazioni che aprono alla consultazione sia delle principali Istituzioni
Ecclesiali (vescovi, conferenze episcopali, università, congregazioni religiose),
ma soprattutto dei giovani attraverso un sito internet per indagare sulle loro
aspettative.
Tutto
ruota attorno ad alcune parole chiave (uscire, vedere, chiamare) che
definiscono la linea di riflessione ecclesiale e danno il senso del percorso
che la Chiesa intende intraprendere per incontrare i giovani lì dove vivono e
si esprimono. In un mondo caratterizzato dai repentini mutamenti e da forme di
incertezza cronica, le sfide da affrontare per chi ha a cuore i giovani e
intende farsi carico delle loro attese e dei loro desideri sono particolarmente
difficili. Accanto al costante desiderio di appartenenza e partecipazione
emerge il costante e immutato desiderio di possedere riferimenti personali e
istituzionali stabili. Al contempo, però, cresce e prende forme una diffidenza
nei confronti delle istituzioni, comprese quelle ecclesiali, che rende tutto
più difficile. A ciò, si aggiunge la rivoluzionaria condizione giovanile che li
vede, almeno dalle nostre parti, nell’Occidente opulento, perennemente connessi
e fruitori, quindi, di un’esperienza totalmente nuova anche sul piano delle
relazioni interpersonali.
È
qui che scatta la necessità di recuperare la categoria e l’esperienza del
discernimento per orientare decisioni e azioni nel pantano di incertezze e
difficoltà che il mondo attuale presenta. La realizzazione di sé per meglio
servire il mondo e, nell’ottica di una fede autentica, rispondere alla chiamata
verso un progetto più grande richiede tre abilità: riconoscere, interpretare,
scegliere. Pensato, soprattutto, per gli accompagnatori di questo difficile
cammino, il Documento offre una panoramica strategica e strumentale per rendere
il più compente possibile il loro lavoro. Così, vengono individuati nei verbi
uscire, vedere e chiamare (propri dell’azione di Gesù), lo stile pastorale da
assumere e nell’intera Comunità cristiana il soggetto cardine che si assume la
responsabilità dell’educazione. Lo spazio entro il quale elaborare questo
difficile ed impegnativo processo non è più solo la parrocchia e gli ambienti
ad essa collegati. Mondo della scuola/università, esperienza del volontariato e
lo stesso spazio digitale sono altrettanti luoghi dell’agire educativo, dove
riconoscere e interpretare i segni del proprio percorso. Il Documento è
introdotto dalla Lettera di Papa Francesco ai giovani. Accanto a San Giovanni
Apostolo, indicato dal Sinodo come modello e paradigma da seguire, il Papa
indica in Abramo, padre nella fede delle tre religioni monoteiste, l’esempio da
seguire per uscire dagli angusti confini dell’io ed aprirsi con generosità al
mondo.
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