ROMA
Basilica di Santa Maria Maggiore
di Giovanni Prestopino
 La Basilica che
si trova sul Colle Esquilino in Roma, è espressa da diverse denominazioni,
indice evidente delle molteplici forme di culto verso la Vergine fin dall’antichità.
La Basilica reca il nome di “Liberiana” in omaggio al fondatore Papa Liberio
(366); “Madonna della Neve” in quanto secondo una leggenda, una nevicata sull’Esquilino
il 5 agosto, avrebbe indicato a Papa Liberio il luogo dove costruire la Chiesa;
“Beata Maria ad Praesepem” perché custodisce alcune assicelle che la tradizione
a partire dal VII secolo vuole, appartenenti alla mangiatoia di Betlemme; “Salus
populi romani” è il nome dato dal popolo all’Icona mariana ivi venerata con particolare
devozione, e risalente, forse, all’VIII secolo. “Santa Maria Maggiore”
rappresenta il fulcro del culto mariano a Roma e, ispirandosi ad essa, lungo i
secoli numerose chiese nel mondo sono state dedicate alla Vergine Madre. La
Basilica attuale, risalente a Papa Sisto III (440) fu dedicata alla Madre di
Dio poco dopo la definizione dei dogma della divina Maternità al Concilio di
Efeso (481). I 36 mosaici risalenti al V secolo, che adornano le pareti della
navata centrale, ne sono una stupenda testimonianza. Questa Basilica la
possiamo definire un grandioso monumento alla Pietà mariana e ci si può
affermare che, mentre la Chiesa cerca di comprendere il Mistero dell’Incarnazione
del Figlio di Dio, si comprende e si chiarisce sempre meglio il Mistero della
Vergine Madre. E quando si onora la Madre, si fa memoria della verità di Gesù:
Figlio di Dio e Figlio della Vergine Maria. I messinesi, in particolar modo, lo
dovrebbero ricordare.
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