ALLUVIONI DELLA ZONA IONICA
I TRAGICI EVENTI DEL 2011 (VIDEO)
di Giovanni Tomasello
Nel terzo anniversario della
tragica alluvione dell’1 ottobre 2009 abbiamo deciso di interpellare un giovane
presidente di un’associazione, la L.A.G.
(Libera Associazione Giovanile), che fa capo al Centro Turistico Giovanile,
e che ha sede a Mili San Pietro, il villaggio della città di Messina, che ha
subito non pochi danni dalle alluvioni di marzo e novembre del 2011, dove
ancora si stenta a intervenire (come, invece, è stato fatto, ma solo in parte,
a Giampilieri e dintorni) per mettere in sicurezza l’abitato.
Qui non si sono registrate
vittime, ma, dalle foto che pubblichiamo, il villaggio ha risentito parecchio
da quella ondata di fango.
Per fare il punto della
situazione, ad oltre un anno da quell’evento, ci siamo incontrati con
Sebastiano Busà, presidente dell’associazione di cui sopra, per capire come
stanno le cose oggi. “I danni si
registrarono, soprattutto, in via Vallone e in via Burrone Marra, a Mili San
Pietro. Aree attraversate da affluenti del torrente Mili che ricadono in una
zona, particolarmente, delicata dal punto di vista idrogeologico. S’è
intervenuto, subito dopo il fatto, con misure di emergenza su alcuni costoni
pericolanti con apposizione di reti di contenimento per evitare nuovi
scivolamenti di materiale roccioso a valle. Questo è avvenuto su una parte del
costone in via Vallone e sopra via Burrone Marra e via Mancuso, dove ci sono
stati danni. A parte questi interventi di somma urgenza, niente più. Nel luglio
scorso, voglio ricordare, abbiamo avuto la visita, a Mili San Pietro, di
rappresentanti della vecchia amministrazione comunale, dove, a quanto ho saputo
(non ero presente all’incontro), buona parte della popolazione neanche si recò.
Esiste un progetto di circa 500 mila euro per la viabilità in via Burrone Marra
(con la realizzazione di un vascone per la raccolta di detriti) e con opere di
consolidamento e d’imbrigliamento delle acque piovane. Ma non c’è stato
spiegato – così continua – il motivo
per cui un altro progetto, che coinvolge la via Vallone di importo attorno ad
un milione di euro, non sia stato ammesso a finanziamento da parte della
regione siciliana.
Per inciso politici hanno fattola passerella a Mili per annunciare il
progetto, ma non hanno mai spiegato il motivo di questo blocco. I progetti sono
del comune. La situazione è grave, per quanto riguarda il torrente Mili, che
non è stato ripulito, fin dall’alluvione del 2010. Ci sono stati interventi, è
vero, nella parte alta per allargarne il letto; ricostruzione di catene per
fermare la forza dell’acqua e rifarne gli argini, ma al momento rimane pieno di
detriti. Anche, fuori dal centro abitato abbiamo un altro problema serio
provocato da una frana, sempre del marzo 2011, nella zona della chiesa
Normanna, sulla riva destra del torrente Mili. Qui si è registrato uno
scivolamento di detriti non indifferente e questo ha provocato un
restringimento del letto del torrente di circa tre metri. Sia i detriti che l’acqua
piovana, hanno abbattuto il muro d’argine sulla riva sinistra e qui non si è
per nulla intervenuto. Ci sono abitazioni anche se isolate”.
Ritieni, per concludere, che una
possibile nuova alluvione potrebbe scatenare un disastro tipo Giampilieri?
“A parte gli interventi di somma urgenza, i problemi sono di un’entità
tale che non si può riuscire ad arginarli solo in questo modo. E vorrei
aggiungere le difficoltà di collegamento tra Mili San Pietro e Tipoldo, strada
provinciale realizzata negli anni ‘90, peraltro in modo discutibile, dove
furono tagliati costoni del torrente. Da allora, ci siamo, sempre, chiesti come
fu possibile realizzare un’arteria senza adeguate protezioni, con muretti di
contenimento inesistenti.
E un anno fa abbiamo scoperto che, addirittura, la provincia ha
disconosciuto la proprietà della stessa; il comune non ne sa nulla e questa
strada, ad oggi, non appartiene a nessun ente. Si continua a transitare,
nonostante, i rischi per la sicurezza. La strada, a quanto ci risulta, venne
realizzata su proprietà privata, senza aver mai corrisposto nessun risarcimento
per l’esproprio subito.
Realizzazione che ha provocato l’ammaloramento di costoni, già, di per
sé fragili. La strada, comunque, è importante per Mili San Pietro, per il suo
storico legame con Tipoldo. È fondamentale, anche, sotto l’aspetto della
protezione civile. Difatti, quando Mili rimase isolata, durante le alluvioni, l’unica
strada che consentiva uno sbocco verso l’esterno rimase quella.
È la seconda via d’uscita da Mili, dopo quella principale del
villaggio. Per cui, chiediamo che venga messa in sicurezza, per non rischiare
di rimanere isolati dal resto del mondo”. (vedi il video)
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