QUANDO LA COPPIA SCOPPIA
La Sindrome da Alienazione Parentale
di Barbara Cortimiglia
La Pas, sindrome
da alienazione parentale, descritta per la prima volta negli anni ’80 da
Richard Gardner, psichiatra forense statunitense, è una nuova patologia
relazionale che si manifesterebbe nell’ambito dei conflitti tra coniugi al
momento della separazione. Riguarda almeno tre soggetti, bambino, genitore
alienante e genitore alienato, dinamica relazionale disfunzionale famosa in
ambito psicologico come “triangolazione” che si crea tra i tre soggetti
protagonisti, ed è il frutto di un programma di denigrazione continua e subdola
del genitore alienante verso l’ex coniuge, con l’intento di allontanare e di
far nascere nel figlio un rifiuto nei confronti del genitore non affidatario. Il
genitore alienante-programmatore influenza il proprio figlio aizzandolo contro
l’ex coniuge, inveendo di continuo, mostrandosi indignato, contrariato,
spaventato quando il bambino sta con l’ex partner, mettendo in atto vendette,
interrogatori, stabilendo dei vincoli sulle visite, il bambino percepisce
l’altro genitore come inaffidabile e pericoloso. La “programmazione” del
genitore alienante è caratterizzata da specifiche tecniche, che quest’ultimo
metterebbe in atto con l’intenzione di mettere in cattiva luce l’ex: Manipolazione
dei fatti per trasformarli a proprio vantaggio. Drammatizzazione delle
situazioni e insinuazione subdola che tra i due il miglior genitore è lui,
l’unico che può prendersi cura del figlio. Disapprovare le condotte dell’altro
facendole passare come comportamenti malati. Sottolineare sempre
l’inaffidabilità dell’altro in modo tale da renderlo, agli occhi del figlio,
come totalmente inaffidabile e privo di strumenti adeguati per la crescita. Narrare
il passato trasformandolo a proprio vantaggio, facendo comparire l’altro come
elemento scomodo. Allineare i pensieri dei figli con i propri pensieri. Far
suscitare sensi di colpa nei figli qualora questi si vogliano avvicinare
all’altro genitore, minacciando di far diminuire il proprio amore. Soddisfare
tutto ciò che viene disapprovato dall’altro facendolo passare come cattivo
genitore. Tutte queste strategie messe in atto dal genitore alienante fanno
parte di una “programmazione” ideata, da quest’ultimo, per insinuare una
percezione distorta della realtà nei figli, che, invece, sono indotti ad
allinearsi con lui. In seguito, i figli, attraverso questa continua campagna
denigratoria, ripeteranno i messaggi non supportati da dati reali di disprezzo
e di disgusto verso l’altro genitore. Le motivazioni alla base di tale
programmazione sono il desiderio di vendetta e l’incapacità di accettare la
separazione da parte del coniuge alienante ferito, mantenendo, comunque, un
rapporto con l’altro fondato sul conflitto.
|