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 venerdì 19 dicembre 2014

ALLA MEMORIA

NICK FERRERI - FAMOSA “STELLA DEL SUD”

di Armando Russo


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Sembra questa, che vi narrerò a breve, una storia da libro “Cuore” di E. De Amicis ed, invece, si tratta di una storia, realmente accaduta, di un “emigrante” nativo di quella Messina degli anni ‘30, che, dopo una vita costellata di gloria e successi, ma anche di infortuni e malattie, riuscì a realizzare un percorso di vita davvero degno di nota. Il personaggio di cui vi racconterò la storia ha vissuto, in un buon tenore di vita, per lunghi anni in un sobborgo residenziale di Los Angeles, in una frazione di Partridge Bluff. Chi erano gli amici del tempo, oltre me, che nel rione di Gazzi si raccoglievano in quella parrocchia di San Nicola coi sacerdoti Salvatore e Bartolo Sabino che ci accoglievano con tanto amore? I ragazzi esuberanti e spensierati dell’azione cattolica di quel tempo erano: Giulio, Peppino, Benito, Umberto, Ettore, Nicola, ma anche Sarino, Bastiano, Gigi, Pippo ed altri ancora; vi erano anche ragazze, tra le quali una ‘prediletta’ da Nick, il cui nome era Anna.

Il nostro gioco preferito era il calcio, forse l’unico che ci si poteva permettere a quei tempi. Amavamo frequentare uno spazio che ci veniva concesso da quella stessa parrocchia – di cui ho accennato prima – che veniva chiamato ‘u chianu a chiesa’. Solo in un secondo momento, facendo parte di squadre calcistiche giovanili organizzate, ci veniva permesso di giocare in un vero campo di calcio, o perlomeno per noi lo era, quello dell’arsenale marittimo, ricavato nell’antica Cittadella borbonica di Messina che, ancora oggi, si trova nella zona del porto. A distinguersi nel gruppo tra i tanti, per la sua bravura da vero ‘campione’, uno soltanto, Nicolino Ferreri, con la sua maglia n. 5, stopper di 20 anni, che ebbe subito l’appellativo di ‘stella del sud’. Nick iniziò a militare nella serie ‘C’ del tempo, nella seconda squadra di Messina, l’Arsenale – parlo degli anni 1949-50 e 1950-51 – ed è lì che dimostra tutto il suo talento calcistico, sino ad essere chiamato dal Palermo, anche allora squadra di serie ‘A’.

La cattiva sorte, però, gli rema contro. Purtroppo, per un intervento all’appendice e per un errore dell’anestesista del tempo, il nostro Nick rimane zoppo a una gamba ed è costretto ad affrontare cure per circa un anno. Alla ripresa le cose cambiano! Il nostro amico parteciperà, con alti e bassi, in squadre di calcio minori, finché chiuderà, prematuramente e definitivamente, la sua brevissima carriera calcistica. Nel 1956, io e Nick, giovani esuberanti, pensiamo di organizzare un viaggio nel nord Europa, in quella Svezia del tempo che, per notorietà, veniva contraddistinta come una terra ricca di bellezze nordiche. Nicolino, che nel periodo del calcio aveva messo da parte un bel gruzzolo, decise di comprarsi una Lambretta 125, che rappresentava il sogno di tanti giovani del tempo. Così, prendemmo la decisione di partire nel mese di luglio con il treno sino a Torino e poi su per l’Europa, Germania, Danimarca, Svezia, quindi Norvegia sino a Trondheim, la meta per raggiungere Capo Nord.

Ma in quel paese freddo, con il suo cattivo tempo, con la sua perenne nebbia e con la luce che non tramontava mai, decidemmo, per la stanchezza che sopraggiungeva, ma anche per l’esaurimento dei fondi a nostra disposizione, di ritornare al nostro sole siciliano e al nostro Mar Mediterraneo, abbandonando le nostre bellezze algide. Rimarrà scolpito nella memoria quel nostro periodo di vita e quei tanti incontri con i nostri amori ‘biondi’. Ma, ahimè, nella nostra terra mancava il lavoro, ancora oggi piaga per tanti giovani, e così Nick, come tanti altri nostri amici d’infanzia e adolescenza: Bastiano Cirelli, Giovanni De Luca, Nato Buda, Giulio Alosi, Benito Sindona, ed altri, emigrarono in diverse zone dei nostri continenti. Nick partì alla volta dell’America.

Giunge negli Stati Uniti d’America il 18 agosto del 1958, come turista. Dopo poco, troverà lavoro come giardiniere. Qui incontrerà l’amore della sua vita, la bella italo-americana di nome Mary, che sposerà dopo un anno. Ottiene la cittadinanza e mette su famiglia. Il lavoro va a gonfie vele per il nostro Nick e da operaio, qual era prima, diviene titolare di un’azienda di giardinaggio, riuscendo a fare buoni affari. Nasce il figlio Nicholas ed è questo per lui un periodo sereno. Nick, però, non dimentica la sua Sicilia, la sua terra di nascita, il rione Gazzi che gli diede i natali e, da benestante, torna come turista nella sua Messina tante volte, anche con la moglie.

Oggi il mio caro amico Nick non è più con noi, ci ha lasciati da qualche giorno, mi rimarrà un indelebile ricordo di quella nostra giovinezza, del tanto affetto che ci ha legati, anche se tanto lontani. Rivolgo un caldo e solidale abbraccio alla sua amata famiglia e a quanti gli hanno voluto bene. Ciao “Stella del sud”, ritornerai a correre nei campi che hai sempre amato e sarai ricordato da chi nella vita terrena ti ha avuto per amico.


 


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