ALLA MEMORIA
NICK FERRERI - FAMOSA “STELLA DEL SUD”
di Armando Russo
Sembra questa, che vi narrerò a breve, una storia da libro
“Cuore” di E. De Amicis
ed, invece, si tratta di una storia, realmente accaduta, di un “emigrante”
nativo di quella Messina degli anni ‘30, che, dopo una vita costellata di
gloria e successi, ma anche di infortuni e malattie, riuscì a realizzare un
percorso di vita davvero degno di nota. Il personaggio di cui vi racconterò la
storia ha vissuto, in un buon tenore di vita, per lunghi anni in un sobborgo
residenziale di Los Angeles, in una frazione di Partridge Bluff. Chi erano gli
amici del tempo, oltre me, che nel rione di Gazzi si raccoglievano in quella
parrocchia di San Nicola coi sacerdoti Salvatore e Bartolo Sabino che ci
accoglievano con tanto amore? I ragazzi esuberanti e spensierati dell’azione
cattolica di quel tempo erano: Giulio, Peppino, Benito, Umberto, Ettore,
Nicola, ma anche Sarino, Bastiano, Gigi, Pippo ed altri ancora; vi erano anche
ragazze, tra le quali una ‘prediletta’ da Nick, il cui nome era Anna.
Il nostro gioco preferito era il calcio, forse l’unico che
ci si poteva permettere a quei tempi. Amavamo frequentare uno spazio che ci veniva concesso da
quella stessa parrocchia – di cui ho accennato prima – che veniva chiamato ‘u
chianu a chiesa’. Solo in un secondo momento, facendo parte di squadre
calcistiche giovanili organizzate, ci veniva permesso di giocare in un vero
campo di calcio, o perlomeno per noi lo era, quello dell’arsenale marittimo,
ricavato nell’antica Cittadella borbonica di Messina che, ancora oggi, si trova
nella zona del porto. A distinguersi nel gruppo tra i tanti, per la sua bravura
da vero ‘campione’, uno soltanto, Nicolino Ferreri, con la sua maglia n. 5,
stopper di 20 anni, che ebbe subito l’appellativo di ‘stella del sud’. Nick
iniziò a militare nella serie ‘C’ del tempo, nella seconda squadra di Messina,
l’Arsenale – parlo degli anni 1949-50 e 1950-51 – ed è lì che dimostra tutto il
suo talento calcistico, sino ad essere chiamato dal Palermo, anche allora
squadra di serie ‘A’.
La cattiva sorte, però, gli rema contro. Purtroppo, per un intervento
all’appendice e per un errore dell’anestesista del tempo, il nostro Nick rimane
zoppo a una gamba ed è costretto ad affrontare cure per circa un anno. Alla
ripresa le cose cambiano! Il nostro amico parteciperà, con alti e bassi, in
squadre di calcio minori, finché chiuderà, prematuramente e definitivamente, la
sua brevissima carriera calcistica. Nel 1956, io e Nick, giovani esuberanti,
pensiamo di organizzare un viaggio nel nord Europa, in quella Svezia del tempo
che, per notorietà, veniva contraddistinta come una terra ricca di bellezze
nordiche. Nicolino, che nel periodo del calcio aveva messo da parte un bel gruzzolo,
decise di comprarsi una Lambretta 125, che rappresentava il sogno di tanti
giovani del tempo. Così, prendemmo la decisione di partire nel mese di luglio
con il treno sino a Torino e poi su per l’Europa, Germania, Danimarca, Svezia,
quindi Norvegia sino a Trondheim, la meta per raggiungere Capo Nord.
Ma in quel paese freddo, con il suo cattivo tempo, con la
sua perenne nebbia
e con la luce che non tramontava mai, decidemmo, per la stanchezza che
sopraggiungeva, ma anche per l’esaurimento dei fondi a nostra disposizione, di
ritornare al nostro sole siciliano e al nostro Mar Mediterraneo, abbandonando
le nostre bellezze algide. Rimarrà scolpito nella memoria quel nostro periodo
di vita e quei tanti incontri con i nostri amori ‘biondi’. Ma, ahimè, nella nostra
terra mancava il lavoro, ancora oggi piaga per tanti giovani, e così Nick, come
tanti altri nostri amici d’infanzia e adolescenza: Bastiano Cirelli, Giovanni
De Luca, Nato Buda, Giulio Alosi, Benito Sindona, ed altri, emigrarono in
diverse zone dei nostri continenti. Nick partì alla volta dell’America.
Giunge negli Stati Uniti d’America il 18 agosto del 1958, come turista. Dopo poco,
troverà lavoro come giardiniere. Qui incontrerà l’amore della sua vita, la
bella italo-americana di nome Mary, che sposerà dopo un anno. Ottiene la
cittadinanza e mette su famiglia. Il lavoro va a gonfie vele per il nostro Nick
e da operaio, qual era prima, diviene titolare di un’azienda di giardinaggio,
riuscendo a fare buoni affari. Nasce il figlio Nicholas ed è questo per lui un
periodo sereno. Nick, però, non dimentica la sua Sicilia, la sua terra di
nascita, il rione Gazzi che gli diede i natali e, da benestante, torna come
turista nella sua Messina tante volte, anche con la moglie.
Oggi il mio caro
amico Nick non è più con noi,
ci ha lasciati da qualche giorno, mi rimarrà un indelebile ricordo di quella
nostra giovinezza, del tanto affetto che ci ha legati, anche se tanto lontani. Rivolgo
un caldo e solidale abbraccio alla sua amata famiglia e a quanti gli hanno voluto
bene. Ciao “Stella del sud”, ritornerai a correre nei campi che hai sempre
amato e sarai ricordato da chi nella vita terrena ti ha avuto per amico.
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