A MESSINA TRA VIALE REGINA ELENA E VIA SCIASCIA
TARGA DI INTITOLAZIONE A PAPA GIOVANNI PAOLO II
di Redazione
Sabato 16 aprile alle ore 11,30 a Messina, alla
presenza del sindaco, on. Giuseppe Buzzanca e dell’arcivescovo, mons. Calogero
La Piana, sarà scoperta la targa toponomastica d’intitolazione a papa Giovanni
Paolo II del tratto del torrente San Licandro, tra l’intersezione di viale
Regina Elena con via Leonardo Sciascia. La giunta municipale aveva deliberato,
il 29 giugno dello scorso anno, il provvedimento predisposto dall’assessore
alla toponomastica, Carmelo Santalco, per ricordare Karol Wojtyla (Wadowice, 18
maggio 1920 – Roma, 2 aprile 2005) che durante il suo Pontificato, l’11 giugno
1988, venne a Messina per la canonizzazione di Eustochia Calafato.
Furono queste le parole che in quell’occasione
papa Giovanni Paolo II rivolse alla città dello Stretto e ai suoi abitanti: “Sono
rimasto particolarmente colpito dallo stupendo scenario nel quale è incastonata
la città, distesa tra le falde dei monti Peloritani, degradanti verso la costa
e lambita dal mare, che rinvia al ricordo di miti suggestivi e di antiche
leggende, tanto vivi nelle credenze del mondo classico e diventati in seguito
patrimonio del linguaggio e della letteratura mondiale. Ma, sorvolando lo
Stretto, il ricordo è andato, soprattutto, ai primi apostoli del Vangelo, a Paolo,
in particolare (cf. At 28,13), che hanno solcato queste acque, prima di
arrivare sulle sponde italiche, mentre erano diretti a testimoniare il Cristo
ed a portarne l’insegnamento a Roma, nel cuore stesso dell’Impero. Ho anche
pensato all’innumerevole schiera di persone – intraprendenti navigatori o
semplici turisti – che di qui son passati, utilizzando una naturale e
vantaggiosa rotta per raggiungere approdi di commercio, di studio o di svago.
Chi, come voi, conosce le vicende della vostra Città, affianca a tali memorie,
dense di storia, il richiamo ad eventi, purtroppo tristi, che hanno inciso
profondamente nel suo tessuto urbanistico e colpito le vostre famiglie. Mi
riferisco, innanzitutto, ai violenti fenomeni sismici: e come non pensare a
quello più noto che nel 1908 devastò anche la vicina Reggio e di cui ricorre
quest’anno l’ottantesimo anniversario. Mi riferisco ancora all’ultima guerra,
che qui ha seminato, non meno che altrove, rovine e lutti. Questo quadro di
luci e di ombre permette di stabilire un eloquente confronto con la situazione
presente della città, e di cogliere il generoso impulso grazie al quale essa è
come rinata. Anzitutto, la scelta della vita che ha continuato ad essere amata,
accolta e diffusa, nonostante ogni vicenda di morte; l’operosità e l’industriosità,
con cui si è saputo reagire a pesanti eredità, affinché la civile convivenza
non solo riprendesse il suo corso secondo ritmi cari agli effetti ed alle
consuetudini locali, ma fosse anche più tutelata con una preveggente messa in
opera di accorgimenti protettivi; la tenacia nella ricostruzione di insigni
monumenti – si pensi alla maestosa Basilica Cattedrale – simboli preziosi da
trasmettere alle generazioni future; la profonda e radicata fiducia in Dio,
specialmente quando tante circostanze avverse avrebbero potuto indurre a
disperare”.
A Giovanni Paolo II fu eretto a piazza Crisafulli un
monumento a Lui dedicato, opera in bronzo, che raffigura il Santo Padre che
presenta Sant’Eustochia alla città, realizzata nel giugno del 1988 in occasione
della visita pastorale che il Papa fece a Messina. La stele bronzea dello
scultore Guido Scaravatti si rifà alla iconografia della vita della santa
messinese scritta, intorno al 1486, da suor Jacoba Pollicino e raccolta in uno
studio di Francesco Terrizzi.
Lo scultore, sostenne di avere tenuto conto, nella
realizzazione dell’opera, che “il Papa, capo terreno della chiesa, è il grande
rappresentante che collega la ‘terra’ al ‘cielo’, mentre la Beata Eustochia ha
la funzione di raccordare il ‘cielo’ e la ‘terra’”.
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