CALAMITÀ
Dissesto idrogeologico del territorio italiano... non ci resta che piangere
di Rosario Lo Faro
Ripetute
immagini affollano le reti televisive e, da qualche anno, assistiamo a
catastrofi naturali, ad eventi luttuosi che colpiscono la nostra terra.I
territori, ormai, sono lacunosi di prevenzione, per negligenza, per abusivismo,
per l’abbandono di quelle terre che, un tempo, erano produttive e la cui cura,
ovviamente, ne garantiva la salvaguardia per il nostro territorio. Gli
assestamenti naturali, causati da terremoti, ed il dissesto idrogeologico
portano, sempre più, la nostra penisola ad essere, ormai, un territorio
soggetto a tali calamità, il tutto aggravato da strutture inadeguate, che ne peggiorano
la situazione, alla quale, anche, l’uomo contribuisce in modo forte e
preponderante.
Nessuno
può fermare il corso della natura, ma di certo, ormai, è possibile, grazie alle
tecniche di costruzione ed agli studi geofisici, per capire dove si può pianificare
una struttura, affinché, questa non comporti rischi alle persone nella loro
fruizione. In
Italia, da anni, opera il corpo di protezione civile, costituito da tanti
volontari che coadiuvano le forze dell’ordine, sempre, pronti e animati da
tanta volontà e solidarietà per dare il pronto intervento alle zone colpite da
queste calamità. Tutto
questo ha reso meno grave quello che avviene dopo tali situazioni. In tali circostanze
l’aiuto alla popolazione diviene di vitale importanza ed è per questo motivo che
la protezione civile italiana ne è divenuta un fiore all'occhiello per il
nostro paese.
Soltanto,
prevenendo sarà possibile non
aggravare situazioni che, ormai, si ripropongono, frequentemente; soltanto, con
la prevenzione si può dare vita ad un vero e proprio cambiamento, con la
speranza che siano, sempre, meno le vittime, dato che nulla si può fare per
fermare un evento naturale di tale portata, al quale l’uomo, purtroppo, può
soltanto rimanere inerme spettatore. Si
deve avere coscienza e capire che l’uomo ha, sicuramente, abusato della natura,
quella stessa che “mortificata” tenta di riprendere ciò che le è stato
strappato via, dunque, è necessario cercare quelle soluzioni efficaci ed
eliminare quel cancro che, sino ad oggi, ha imperversato attraverso la
speculazione edilizia.
Le
giuste misure di sicurezza devono essere apportate per determinate situazioni, come
la cura dei greti dei fiumi lasciati all’abbandono, ma, anche, per la presenza
di vere e proprie discariche a cielo aperto, che, non consentendo il normale
deflusso acquifero, provocano catastrofi irrimediabili.
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