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 mercoledì 21 agosto 2019

MALTA

Il panegirico dell’Assunta a Imqabba

di Fra Mario Attard


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Quest’anno, per la solennità di Maria Assunta in Cielo, la Divina Provvidenza mi ha chiamato a fare il panegirico per la grandissima festa della Madre di Dio alla Parrocchia di Imqabba. Come sapete già, nella letteratura greca e latina il panegirico consiste in una orazione elogiativa o celebrativa in onore di personaggi illustri. Ovviamente, quando quella tradizione fu saggiamente aggiustata e perfezionata dal cristianesimo il panegirico divenne un discorso scritto o pronunciato in lode di un santo. E, che santo, nel mio caso! Perché, giovedì 15 agosto ho avuto la grazia di fare il panegirico della regina dei santi, Maria Santissima, la Madre Di Dio e la nostra Mamma, Assunta in anima e corpo al Cielo!

Il panegirico fu basato su due lati assai ed eternamente nemici l’un dell’altro. Su un lato, c’è la puzza e sull’altra parte il profumo. La puzza del grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, che fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli (Ap 12:9). La sua è una puzza che San Paolo la definisce chiaramente nella sua lettera ai Galati come le opere della carne (Gal 5,19). Secondo l’apostolo delle genti, queste opere sono ben note (Gal 5,19). Ecco per voi, carissimi fratelli e sorelle, la puzza del grande sconfitto che è mai esistito ed esisterà, fino alla fine dei tempi, sia nel cielo che sulla terra e anche sotto terra: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere (Gal 5,19-21). Come dice benissimo il grande Paolo, chi le compie non erediterà il regno di Dio (Gal 5,21).

Poi, l’apostolo presenta il profumo di Cristo. Infatti, nella sua Seconda Lettera ai Corinzi, Paolo dice:Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero! (2 Cor 2,14). Dunque, conoscere il Cristo significa essere famigliare con il suo profumo. Secondo la lettera ai Galati, il profumo di Cristo ha un nome, il frutto dello Spirito Santo (Gal 5,22). E, per l’apostolo dei gentili (quelli che non sono Ebrei), questo profumo consiste nel seguente frutto dello spirito, ossia: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5,22). Paolo sa che con questo elenco ha fatto il colpaccio. Lui stesso ammette: contro queste cose non c’è legge (Gal 5,23).In questo senso, Maria è la donna e il discepolo per eccellente che è profumata del profumo di Cristo. Secondo il vescovo e dottore della Chiesa (doctor zelantissimus, cioè dottore zelante per indicare il suo costante impegno per un agire pastorale radicato nell’amore a Dio e al suo popolo) e fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787) Maria è profumata da Dio in ben dieci modi. Come scrive il grande pastore zelante per le anime, Sant’Alfonso, nel suo libro Le Glorie di Maria, la Madre di Dio ‘ebbe tutte le virtù e tutte in grado eroico’. Esso da la successiva lista delle virtù che coronarono la vita della Madonna: l’umiltà di Maria, la carità di Maria verso Dio, la carità di Maria verso il prossimo, la fede di Maria, la speranza di Maria, la castità di Maria, la povertà di Maria, l’obbedienza di Maria, la pazienza di Maria e la preghiera di Maria”.

Come ben scrive nella sua introduzione per questa opera dogmatica di mariologia, composta nel 1750, Sant’Alfonso dice:L’affermazione che tutte le grazie vengono dispensate soltanto per mano di Maria e che tutti quelli che si salvano si salvano solamente per mezzo di questa divina Madre, si può dire come necessaria conseguenza che dal predicare Maria e dalla fiducia nella sua intercessione dipende la salvezza di tutti. Pienamente consapevole di questa stragrande realtà nella chiusura del panerigico lo Spirito Santo, a cui ci pregavamo insiemi all’inizio del panegirico, mi mostrò a proporre la consacrazione a Maria del presbitero francese e fondatore della Compagnia di Maria e delle Figlie della Speranza, San Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716). Propongo che anche tu, che stai leggendo queste umilissime riflessioni su Maria, cominci la tua giornata con questa potentissima consacrazione alla Madre di Dio: Io, (nome), peccatore infedele, rinnovo oggi e ratifico nelle tue mani, O Maria Immacolata, i voti del mio Battesimo. Rinunzio per sempre a Satana, alle sue seduzioni e alle sue opere e mi dò interamente a Gesù Cristo, la Sapienza incarnata, per portare la mia croce dietro a Lui tutti i giorni della mia vita. E affinché io gli sia più fedele che nel passato, ti scelgo oggi, o Maria, alla presenza di tutta la Corte celeste, per mia Madre e Padrona. A Te, come uno schiavo, io abbandono e consacro il mio corpo e l’anima mia, i miei beni interni ed esterni e il valore stesso delle mie buone opere passate, presenti e future, lasciandoti un intero e pieno diritto di disporre di me e di tutto ciò che mi appartiene, senza eccezione, a tuo piacimento, alla maggior gloria di Dio nel tempo e nell’eternità. Amen”.

VIVA SANTA MARIA ASSUNTA IN CIELO, LA SANTISSIMA PADRONA DI IMQABBA E DI TUTTO L’UNIVERSO!


 


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