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 martedì 6 agosto 2019

MALTA

Un caro ricordo di padre Stefano Barbara OFM Cap

di Fra Mario Attard


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Recentemente, il mio cuore e la mia anima si sono affettuosamente ricordati di un grandissimo frate cappuccino maltese, padre Stefano Barbara OFM Cap. Più passano gli anni e più mi rendo conto che grande uomo era padre Stefano. Ultimamente stavo correggendo un testo tratto da una intervista fatta a padre Gioachino Mercieca OFM Cap, un altro bravo frate che abbiamo nella nostra provincia cappuccina maltese, qualche tempo fa. Ebbene, quando ho chiesto su chi gli ha dato tanto coraggio nel suo cammino francescano cappuccino, subito Padre Gioachino mi rispose: “Uno dei frati che ammiravo tantissimo era padre Stefano Barbara OFM Cap. Fu un frate semplice che amava tanto l’Eucaristia. A padre Stefano gli piaceva predicare. E le sue prediche esprimevano semplicità”.

Mi ricordo quando, ancore studente nel convento della casa madre dei cappuccini a Floriana, padre Stefano era sempre disponibile per la confessione. Era il classico cappuccino che amava confessare, voleva con forza essere proprio il volto misericordioso del nostro Padre celeste. Come ben dicono le Costituzioni Cappuccine: “I confessori abbiano presente l’esortazione di San Francesco di non adirarsi e di non turbarsi per il peccato di alcuno, ma di trattare il penitente con ogni bontà nel Signore (Cost. n.115,4)”. Padre Stefano fu un aderente scrupoloso alle parole di Papa Francesco rivolti a noi cappuccini esattamente nel giubileo della misericordia. Davanti alle urne di San Pio da Pietralcina e San Leopoldo Mandic, il Santo Padre ci disse così il martedì 9 febbraio 2016 alla Basilica Vaticana nella sua omelia: “L’umile, colui che si sente peccatore, è un gran perdonatore nel confessionale… Vi parlo come fratello, e in voi vorrei parlare a tutti i confessori, specialmente in quest’Anno della Misericordia: il confessionale è per perdonare. E se tu non puoi dare l’assoluzione – faccio questa ipotesi – per favore, non ‘bastonare’. La persona che viene, viene a cercare conforto, perdono, pace nella sua anima; che trovi un padre che lo abbracci e gli dica: ‘Dio ti vuole bene’ e che lo faccia sentire!... Il perdono… Il perdono è un seme, è una carezza di Dio. Abbiate fiducia nel perdono di Dio”.

Queste parole di Papa Francesco, che padre Stefano ha vissuto con eroicità, sono espresse anche nelle costituzioni cappuccine quando dicono: I frati sacerdoti, nello spirito di Cristo buon pastore, annuncino la misericordia di Dio. Siano fedeli dispensatori del perdono dei peccati, che Dio offre nel sacramento della riconciliazione, e volentieri si prestino ad ascoltare le confessioni dei fedeli; tanto più che questo ministero si addice particolarmente a noi frati minori e spesso ci rende prossimi delle persone che più sperimentano la miseria del peccato (Cost. n.152, 1)”.

Padre Stefano fu parte attiva nelle varie missioni popolari fatte dai cappuccini maltesi durante gli anni sia a Malta che a Gozo e anche nella cura spirituale delle varie congregazioni femminili, in particolar modo le Clarisse a St. Julians. Padre Stefano visse generosamente lo spirito delle costituzioni cappuccine quando dicono: “Promuoviamo le consuete opere di apostolato, come le missioni popolari, gli esercizi spirituali, la confessione sacramentale dei fedeli, la cura spirituale delle religiose, specialmente francescane (Cost. n.149, 2)”.Un fatto carino nella vita santa di padre Stefano fu il saluto che Padre Pio stesso gli mandò per mezzo di un pellegrino maltese che lo visitò. I due non si erano mai messi in contatto ma Padre Pio, con il suo grande dono di leggere nei cuori della gente, conosceva molto bene lo Spirito Santo, la santità nell’anima innocente di Padre Stefano. A questo pellegrino gli disse: “Salutatemi Padre Stefano da Malta. I santi si conoscono tra di loro!”.

Un’altra cosa che stupisce nella vita di padre Stefano fu la sua vicinanza ai sacerdoti di varie ordini e, soprattutto, ai sacerdoti diocesani. Padre Stefano fu un validissimo missionario con i sacerdoti! Quanti sacerdoti confessava! E sempre con quella semplicità e umiltà di un vero cappuccino abbandonato a Dio! La sua totale dedizione ai sacerdoti mi fa rivivere le parole bellissime e incisive, scritte con grande cuore, dal morente San Francesco su questo argomento: “Poi, il Signore mi dette e mi dà una così grande fede nei sacerdoti che vivono secondo la forma della santa Chiesa Romana, a motivo del loro ordine, che anche se mi facessero persecuzione, voglio ricorrere proprio a loro. E se io avessi tanta sapienza, quanta ne ebbe Salomone, e mi incontrassi in sacerdoti poverelli di questo mondo, nelle parrocchie in cui dimorano, non voglio predicare contro la loro volontà”.

Nella sua solita umiltà e saggezza, padre Stefano mi disse frequentemente: “Il bene non fa chiasso perché il chiasso non fa bene”. Questo fu il suo detto preferito perché amava glorificare soltanto il Signore e, dunque, era il nemico numero uno del protagonismo e dell’autoreferenzialità. Scherzosamente, mi chiamava Mario del Monaco. Ma, vi assicuro, che la sua vita semplice e piena di carità verso il prossimo era la voce tenorile la più pregiata che esiste perché è la voce della vera santità! Carissimo padre Stefano prega per noi e, cortesemente ti prego di pregare e proteggere me sempre. Ricordati che siamo sempre stati grandissimi amici e veri fratelli. Grazie che da lassù, amorevolmente passi quella parola chiave all’Altissimo per me, fra Mario, detto fraternamente da te, Mario Del Monaco!


 


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