DICCI LA TUA
Messina. Cambiamo Messina dal Basso: Truffe al cimitero?
di Redazione
Riceviamo e pubblichiamo
il comunicato stampa: Che nei meandri del “palazzo” ci
siano zone d’ombra è sicuramente probabile; che tali ombre possano esserci
soprattutto in ambiti “sensibili” come i cimiteri, è sicuramente nell’ambito
del “possibile” visti i numeri importanti che ne gravitano attorno. È evidente
a tutti che il sindaco di Messina ha deciso di trasformare la sua pagina social
in un tribunale che sostituisce anche il palazzo municipale, non ci risultano
denunce agli atti né atti formali portati in Consiglio Comunale (ridotto oramai
a mero strumento per votare o meno delibere); ma il fatto che le “truffe” siano
quelle di cui parla il sindaco in un post Facebook dal titolo “La truffa dei
cimiteri: ecco i dettagli”, è da collocare nella dimensione delle barzellette e
ci si augura che tra Consiglio Comunale e informazione qualcuno intervenga per
chiedere conto di evidenti bufale. Intanto, vi diciamo cosa sappiamo noi. Interessante
è intanto notare che le cifre della “truffa” cambiano a seconda che il “nostro”
faccia un video o scriva un post, per cui, ad esempio, in video gli incassi del
Comune per tutti i cimiteri ammontano a 50mila euro, mentre nel post scritto
aumentano a un milione. E anche per quanto concerne il capitolo spese del
Comune di Messina, nel video si parla di 2milioni-2milioni e mezzo di euro, che
diventano però circa 6milioni, sommando costi pubblici e privati, nel testo del
post fb.
Ha ragione il “nostro”
sindaco quando scrive che c’è qualcosa che non va: è fin troppo evidente.
E vediamo cosa non va: incominciamo
con la sua affermazione che il Comune, a fronte di 6 milioni di uscite, abbia
solo 50mila euro d’entrata: è un falso facilmente smentibile leggendo dati e
documenti. Il dipartimento si “sostiene” da sé, senza significativi
trasferimenti dal bilancio comunale, ricavando ad esempio circa 4milioni di
euro l’anno da operazioni legate alle tumulazioni, estumulazioni, concessioni e
cremazioni (tra l’altro in parte destinati ad altri capitoli di spesa non
riguardanti cimiteri). Su queste ultime, le cui entrate sono considerevolmente
aumentate dal 2014 a oggi grazie a una efficiente gestione, il Comune di
Messina trattiene dalle cremazioni circa un terzo dei guadagni. Al riguardo, vi
è da dire che, durante il passato quinquennio amministrativo, si è fatta la
scelta sociale, a tutela dei cittadini, di prevedere una quota minimale per i
residenti, introducendo il funerale calmierato proprio per orientare verso la
cremazione e l’inumazione, puntando più alla valenza sociale del provvedimento
piuttosto che ai ricavi, che sono di molto inferiori rispetto alle tumulazioni
in cemento.Sui costi della polizia mortuaria, si
consiglia di controllare meglio i dati: dalla lettura, risultano costi effettivi
per lavori e servizi inferiori di circa 700mila euro rispetto ai 2milioni e
300mila sbandierati, tra l’altro garantendo all’interno di tale spesa ulteriori
nuovi servizi alla cittadinanza. Riguardo agli inutili ed esosi costi per la
pulizia e la manutenzione del verde, ci si dimentica di dire che sono servizi
gestiti quasi esclusivamente in house con le partecipate MessinaServizi Bene
Comune e Amam, mentre in passato il verde era gestito con appalti pubblici a
privati.
Ancora: È vero che tutti
i servizi sono gestiti dai privati? Ovviamente no, è falso.
Negli ultimi anni, a differenza di
quanto succedeva in passato, tutte le attività di progettazione, RUP, direzione
lavori, controllo, custodia, verifica, assistenza alle operazioni, servizi amministrativi,
ecc. sono gestite dal dipartimento, nonostante la sua drastica riduzione, quasi
il 50% del personale in meno nell’arco di 7 anni. Ed è proprio per compensare
tale carenza di personale che si è fatto ricorso negli anni all’informatizzazione,
con gare d’appalto pubbliche, che oggi garantisce maggiore trasparenza del
passato in tutte le delicate operazioni di concessione e tumulazione in cui i
rischi di discrezionalità erano sempre presenti, e che ha consentito di
controllare e garantire gli incassi che, guarda caso, con il miglioramento dell’informatizzazione,
a partire dal 2013-2014, hanno subito una sensibile crescita (senza aumento
delle tariffe!!!).Sui costi e i ricavi delle luci
votive, i cui ricavi dovuti sono, comunque, il triplo di quelli denunciati, vi
è un iter anche con risvolti legali
già avviato per sbrogliare una matassa che si trascina, questa sì, da decenni,
che bisogna portare a termine. Sulla “scoperta” di impianti non attivati e di
attrezzature non ancora utilizzate, su di una progettazione e finanziamento che
risale al 2004, bisognerebbe prima verificare il perché della mancata
attivazione e la funzionalità delle attrezzature. Una volta magari accertato
che esistono negli anni problematiche di carattere tecnico, normativo e legale
(furto di cavi) che hanno ostacolato l’iter
e che le attrezzature non sono danneggiate, si può passare a verificare e
trovare eventuali responsabilità e soprattutto a risolvere i problemi.
Infine, un’ultima
osservazione:
Mettere insieme costi di diversa
natura, di cui talune obbligatorie, come fa il “nostro” sindaco, per dimostrare
diseconomie nella gestione, è un classico gioco delle tre carte per creare solo
confusione, populismo e per sostenere, ancora una volta, la necessità di
privatizzare tutto. Mettere, ad esempio, nel conto delle spese “improduttive”
la cura del verde o la custodia è assurdo visto che il “ritorno” di tali
attività sta proprio nella tutela e nel decoro dei siti cimiteriali, sono spese
doverose da cui non deve né può scaturire alcun ricavo: l’utilità del servizio
pubblico è anche questa, cioè garantire servizi anche a scapito del guadagno,
fondamentale, invece, per il privato i cui servizi sono governati soltanto
dalla logica del profitto. Per non parlare delle spese dei dipendenti, del
dirigente, che sono presenti in tutti i dipartimenti e necessarie proprio per
le gestioni di competenza comunale. E che dire del conteggio “improduttivo”
della luce? A meno che non si vogliano lasciare al buio i cimiteri e gli uffici
(ops, non vorremmo aver dato un involontario suggerimento).
Che dire in conclusione?
Che è strano che tra un blitz e l’altro
nel cimitero monumentale non ci si sia accorti che il deposito non è stracolmo
come un tempo quando si arrivò, nel 2012/2013, ad oltre 780 salme in attesa,
contro le poco più di 200 nel 2017/2018. La riduzione di salme in giacenza è la
spia dell’efficienza dei servizi cimiteriali, vuol dire che viene garantita un’adeguata
offerta di sepolture, che in questi anni le programmazioni, progettazioni,
cremazioni, inumazioni a terra in aree finalmente decorose e curate, recupero
architettonico e funzionale di tombe antiche, tumulazioni, sono state in grado
di fare fronte alla domanda di oltre 12.000 sepolture, che chi ha lavorato nel
Comune per raggiungere questo risultato ha lavorato bene. Ma di tutto questo,
ovviamente, è meglio non parlare per non rovinare il programmato project
financing di tutti i cimiteri, passando tutto AI PRIVATI...cui noi ci opporremo
con tutte le nostre forze.
Sempre dalla parte dei
cittadini e degli ultimi. #CMdB
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