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 venerdì 19 luglio 2019

MALTA

Presentazione del libro “Jiena Thomas” di padre Thomas Moore

di Fra Mario Attard


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San Tommaso Moro fu martire perché fu onesto. Ecco perché questo santo deve essere come modello per ciascuno di noi, un esempio per chi veramente vuole comportarsi secondo la moralità. Oggi, ci sono vari modi attraverso il quale si può difendere se stesso. Ma voglio ricordare che esiste soltanto una moralità: la verità”. Queste sono state le parole del presidente della camera dei rappresentanti, Anġlu Farrugia, durante la presentazione di un’altra pubblicazione dal Parlamento, Jiena Thomas (Sono Tommaso). Il presidente della camera ha elogiato la ricerca di padre Thomas Moore OFM Conv sul santo Tommaso Moro. Egli ha detto che questa pubblicazione deve essere di maggior interesse per tutti quelli che si interessino della politica. Nel suo discorso, Anġlu Farruġia ha ricordato come, durante il Grande Giubileo dell’anno 2000, Papa San Giovanni Paolo II ha proclamato ufficialmente San Tommaso Moro patrono dei governanti e dei politici.

La conferenza è stata indirizzata anche dall’autore del libro, padre Thomas Moore OFM Conv, dal vicepresidente della Camera, Claudette Buttiġieġ, e il vice whip dell’opposizione, Fredrick Azzopardi. È giusto ricordare alcune frasi salienti dalla lettera apostolica in forma di motu proprio, per la Proclamazione di San Tommaso Moro, patrono dei Governanti e dei Politici, di Papa San Giovanni Paolo II, datata il 31 ottobre 2000. “Proprio per la testimonianza, resa fino all’effusione del sangue, del primato della verità sul potere, san Tommaso Moro è venerato quale esempio imperituro di coerenza morale. E anche al di fuori della Chiesa, specie fra coloro che sono chiamati a guidare le sorti dei popoli, la sua figura viene riconosciuta quale fonte di ispirazione per una politica che si ponga come fine supremo il servizio alla persona umana”.

In questo contesto, giova riandare all’esempio di san Tommaso Moro, il quale si distinse per la costante fedeltà all’autorità e alle istituzioni legittime proprio perché, in esse, intendeva servire non il potere, ma l’ideale supremo della giustizia. La sua vita ci insegna che il governo è, anzitutto, esercizio di virtù. Forte di tale rigoroso impianto morale, lo statista inglese pose la propria attività pubblica al servizio della persona, specialmente se debole o povera; gestì le controversie sociali con squisito senso d’equità; tutelò la famiglia e la difese con strenuo impegno; promosse l’educazione integrale della gioventù. Il profondo distacco dagli onori e dalle ricchezze, l’umiltà serena e gioviale, l’equilibrata conoscenza della natura umana e della vanità del successo, la sicurezza di giudizio radicata nella fede, gli dettero quella fiduciosa fortezza interiore che lo sostenne nelle avversità e di fronte alla morte. La sua santità rifulse nel martirio, ma fu preparata da un’intera vita di lavoro nella dedizione a Dio e al prossimo”.


 


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