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 mercoledì 19 giugno 2019

MALTA

La mia partecipazione al programma televisivo Umani

di Fra Mario Attard


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La brava, affabile e famosissima giornalista maltese, Maria Muscat, conduce il programma televisivo Umani, molto popolare sulla TV nazionale maltese, TVM1. Come il nome stesso indica, questo programma ha come scopo quello di portare un messaggio di speranza e coraggio tramite le storie di varie persone provenienti da diverse aspetti della vita quotidiana maltese. Infatti, il programma Umani, presenta delle storie di persone che, nonostante le loro sfide che dovevano affrontate nella loro vita, hanno saputo vincerle e gli hanno cambiati in opportunità per dare coraggio e sostegno agli altri per fare lo stesso. Umani ha come traguardo quello di promulgare un messaggio ben chiaro e forte che la nostra più grande gloria non sta nel cedersi, ma dopo ogni caduta ci alziamo più forti di prima.

Ho avuto l’opportunità di essere l’ospite della 37esima puntata del programma mandato in onda sabato 15 giugno. Il programma racconta gli ultimi quindici anni che, per la grazia divina e per mezzo dei miei superiori cappuccini, sto avendo nella speciale grazia di assistere i malati negli ospedali, in particolar modo quelli a Mater Dei, l’ospedale nazionale di Malta. La mia missione costantemente mi invita a pregare per e coi pazienti e i loro parenti, soprattutto quando una persona ha raggiunto la fine della sua vita terrena. Nonostante le difficoltà, che quotidianamente mi trovo davanti nella mia missione, lo Spirito Santo mi dà la grande forza a sopportare sempre quelli che soffrono con un sorriso. Sapendo che, questo sorriso, che apre la porta del paradiso, dà coraggio a chi sta attraversando momenti assai difficili nel suo percorso esistenziale.

La mia presenza costante nei corridoi dell’Ospedale di Mater Dei, insieme agli altri miei confratelli cappuccini maltesi, significa che Cristo è ancora con nei nostri ospedali. Perlopiù, nei momenti quando la nostra fragile esistenza umana ci fa sentire come terra deserta, arida, senz’acqua (Salm 63:2). Insieme a frati Bennardo Mangion, Leonardo Falzon, Bertrand Vella, Mario Borg e Gino Ciangura, il Signore ci manda nei diversi reparti di questo enorme ospedale per ravvivare lo spirito degli umili e rianimare il cuore degli oppressi (Is 57,15). E questi oppressi non sono soltanto i pazienti e i loro cari, ma anche il personale dell’ospedale. Tutti noi, i sei frati, giorno e notte siamo sempre pronti a somministrare il Sacramento dell’unzione dei malati e ad assistere e confortare i pazienti, specialmente i più bisognosi.

Animato dalla convinzione che la preghiera è il respiro dell’anima, nel programma Umani mi sono espresso così sulla sua infallibile forza:La gente ha bisogno di qualcuno con cui parlare e pregare: credo fortemente nel potere della preghiera. Nonostante il dolore e l’angoscia che devo affrontare, insieme coi miei fratelli, giorno dopo giorno, nell’ambito ospedaliere, nell’intervista il Signore mi ha dato la grazia di dire che il sorriso nell’ospedale ci sta. E come! Alcuni mi dicono che io sorrido molto. E, a questi fratelli e sorelle, io semplicemente gli dico: Il sorriso non è mio, ma appartiene a Cristo e allo Spirito Santo. Mi è stato insegnato che il sorriso è un modo fortissimo per adorare Dio.Al di là del mio ministero pastorale ospedaliero, io amo assai i cavalli di corsa. Tanto che quando trovo il tempo vado all’ippodromo di Marsa per assistere alle corse e anche pregare con gli appassionati di cavalli. Nel programma, ho confessato così: ‘I cavalli mi insegnano a vivere e a lasciar vivere... all’interno della chiesa, conventi, e le famiglie. Si! Vivere e lasciare vivere! La corona del Rosario mi dà quella forza necessaria dal cielo per confortare le persone che soffrono, sottolineando anche l’importanza di trovare il tempo per rilassarsi. Ho detto: Preferisco fare uno break piuttosto che diventi uno steak!’.

Il programma Umani mi ha fatto più cosciente che, come frate francescano cappuccino, la mia contribuzione per la Chiesa, l’ordine e la società intera è quella di passare la mia vita come cappellano nell’ospedale coi nostri fratelli e sorelle ammalati. Come mi insegnano fortemente i costituzioni cappuccini quando mi dicono, fortemente e chiaramente alla mia coscienza: “Viviamo volentieri tra i poveri, i deboli e i malati, condividendo la loro vita, e conserviamo la nostra particolare vicinanza al popolo” (Cost.1.5.4); “Sull’esempio di san Francesco, che ebbe una grande compassione verso i poveri e anche degli iniziatori della Fraternità Cappuccina, che prestarono assistenza agli appestati, viviamo accanto ai fratelli bisognosi, specialmente i malati, protesi con tutto il cuore ad offrire loro un servizio fraterno” (Cost. 108.3); “Sull’esempio di san Francesco e secondo la tradizione costante dell’Ordine, assumiamo volentieri l’assistenza spirituale, ma anche corporale, dei malati e dei sofferenti” (Costituzione 153. 1). Passare la mia vita in ospedale coi malati è il mio modo particolare di vivere il carisma francescano cappuccino nella pienezza della sua spiritualità e umanità nel mondo tecnologico di oggi. Nel mio caso, questo carisma mi fa più Cristiano e, soprattutto, umano. Come ha eccellentemente dimostrato la mia intervista sul programma Umani.


 


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