MALTA
La mia partecipazione al programma televisivo Umani
di Fra Mario Attard
La brava, affabile e famosissima
giornalista maltese, Maria Muscat, conduce il programma televisivo Umani, molto
popolare sulla TV nazionale maltese, TVM1. Come il nome stesso indica, questo
programma ha come scopo quello di portare un messaggio di speranza e coraggio
tramite le storie di varie persone provenienti da diverse aspetti della vita
quotidiana maltese. Infatti, il programma Umani, presenta delle storie di
persone che, nonostante le loro sfide che dovevano affrontate nella loro vita,
hanno saputo vincerle e gli hanno cambiati in opportunità per dare coraggio e
sostegno agli altri per fare lo stesso. Umani ha come traguardo quello di
promulgare un messaggio ben chiaro e forte che la nostra più grande gloria non
sta nel cedersi, ma dopo ogni caduta ci alziamo più forti di prima.
Ho avuto l’opportunità di essere l’ospite
della 37esima puntata del programma mandato in onda sabato 15 giugno. Il
programma racconta gli ultimi quindici anni che, per la grazia divina e per
mezzo dei miei superiori cappuccini, sto avendo nella speciale grazia di
assistere i malati negli ospedali, in particolar modo quelli a Mater Dei, l’ospedale
nazionale di Malta. La mia missione costantemente mi invita a pregare per e coi
pazienti e i loro parenti, soprattutto quando una persona ha raggiunto la fine
della sua vita terrena. Nonostante le difficoltà, che quotidianamente mi trovo
davanti nella mia missione, lo Spirito Santo mi dà la grande forza a sopportare
sempre quelli che soffrono con un sorriso. Sapendo che, questo sorriso, che
apre la porta del paradiso, dà coraggio a chi sta attraversando momenti assai
difficili nel suo percorso esistenziale.
La mia presenza costante nei corridoi
dell’Ospedale di Mater Dei, insieme agli altri miei confratelli cappuccini
maltesi, significa che Cristo è ancora con nei nostri ospedali. Perlopiù, nei
momenti quando la nostra fragile esistenza umana ci fa sentire come terra
deserta, arida, senz’acqua (Salm 63:2). Insieme a frati Bennardo Mangion,
Leonardo Falzon, Bertrand Vella, Mario Borg e Gino Ciangura, il Signore ci
manda nei diversi reparti di questo enorme ospedale per ravvivare lo spirito
degli umili e rianimare il cuore degli oppressi (Is 57,15). E questi oppressi
non sono soltanto i pazienti e i loro cari, ma anche il personale dell’ospedale.
Tutti noi, i sei frati, giorno e notte siamo sempre pronti a somministrare il
Sacramento dell’unzione dei malati e ad assistere e confortare i pazienti,
specialmente i più bisognosi.
Animato dalla convinzione che la
preghiera è il respiro dell’anima, nel programma Umani mi sono espresso così
sulla sua infallibile forza: “La gente ha
bisogno di qualcuno con cui parlare e pregare: credo fortemente nel potere della preghiera. Nonostante il dolore e l’angoscia
che devo affrontare, insieme coi miei
fratelli, giorno dopo giorno, nell’ambito ospedaliere, nell’intervista il
Signore mi ha dato la grazia di dire che il sorriso nell’ospedale ci sta. E
come! Alcuni mi dicono che io sorrido molto.
E, a questi fratelli e sorelle, io semplicemente gli dico: Il sorriso non è mio,
ma appartiene a Cristo e allo Spirito
Santo. Mi è stato insegnato che il sorriso è un modo fortissimo per adorare
Dio.Al
di là del mio ministero pastorale ospedaliero, io amo assai i cavalli di corsa.
Tanto che quando trovo
il tempo vado all’ippodromo di Marsa per assistere alle corse e anche pregare
con gli appassionati di cavalli. Nel
programma, ho confessato così: ‘I cavalli mi insegnano a vivere e a lasciar
vivere... all’interno della chiesa, conventi, e le famiglie. Si! Vivere e
lasciare vivere! La corona del
Rosario mi dà quella forza necessaria dal cielo per confortare le persone che
soffrono, sottolineando anche l’importanza
di trovare il tempo per rilassarsi. Ho detto: Preferisco fare uno break
piuttosto che diventi uno steak!’”.
Il programma Umani mi ha fatto più cosciente
che, come frate francescano cappuccino, la mia contribuzione per la Chiesa, l’ordine
e la società intera è quella di passare la mia vita come cappellano nell’ospedale
coi nostri fratelli e sorelle ammalati. Come mi insegnano fortemente i
costituzioni cappuccini quando mi dicono, fortemente e chiaramente alla mia
coscienza: “Viviamo volentieri tra i poveri, i deboli e i malati, condividendo
la loro vita, e conserviamo la nostra particolare vicinanza al popolo”
(Cost.1.5.4); “Sull’esempio di san
Francesco, che ebbe una grande compassione verso i poveri e anche degli
iniziatori della Fraternità Cappuccina, che prestarono assistenza agli
appestati, viviamo accanto ai fratelli bisognosi, specialmente i malati,
protesi con tutto il cuore ad offrire loro un servizio fraterno” (Cost.
108.3); “Sull’esempio di san Francesco e
secondo la tradizione costante dell’Ordine, assumiamo volentieri l’assistenza
spirituale, ma anche corporale, dei malati e dei sofferenti” (Costituzione
153. 1). Passare la mia vita in ospedale coi malati è il mio modo particolare
di vivere il carisma francescano cappuccino nella pienezza della sua
spiritualità e umanità nel mondo tecnologico di oggi. Nel mio caso, questo
carisma mi fa più Cristiano e, soprattutto, umano. Come ha eccellentemente
dimostrato la mia intervista sul programma Umani.
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