MALTA
Università di Malta: Conferenza teologica “Riconsiderare la trascendenza”
di Fra Mario Attard
Venerdì
10 e sabato 11 maggio, la Facoltà di Teologia presso l’Università di Malta, ha
organizzato con ampio successo una conferenza teologica internazionale. Il tema
della conferenza è stato attualissimo, ha affrontato il tema: “Riconsiderare la
trascendenza”. La sede della conferenza è stato l’Auditorium della facoltà di
ICT presso l’Università di Malta. La prof.ssa Yvonne Dohna Schlobitten della
Pontificia Università Gregoriana di Roma ha tenuto il discorso d’apertura,
mentre il prof. Gianluigi Pasquale della Pontificia Università Lateranense di
Roma ha relazionato nel secondo giorno della conferenza. La conferenza ha avuto
cinque sessioni plenarie con quattro relatori che affrontavano ogni sessione.
La prima sessione ha contestualizzato il tema della trascendenza in vista dell’antropologia
biblica. Nella seconda sessione, il tema è stato esaminato alla luce della
storia del pensiero, principalmente con riferimento ai maggiori filosofi
teologi tra cui Gregorio di Nissa, Tommaso d’Aquino, Bonaventura, Kierkegaard e
altre figure contemporanee. La trascendenza è stata di conseguenza studiata
nella terza sessione in vista della spiritualità e da una più ampia prospettiva
religiosa.
Nella
quarta sessione plenaria, i relatori hanno cercato di fornire una definizione
ecclesiale e sociale di trascendenza. Infine, il tema è stato esaminato in
vista del desiderio dell’umanità di raggiungere le realtà più grandi. La
conferenza ha tentato di motivare il motivo per cui dobbiamo riconsiderare
nuovamente la trascendenza e riflettere su dove ci troviamo tra “presenza” e “assenza”.
Sono stati 23 i conferenzieri, nove dei quali accademici locali. I restanti
relatori provenienti da Dortmund, Heidelberg, Kaunas, Leopoli, Parigi, Praga,
Roma, Torun, Verona e Wroclaw. Le più recenti conferenze organizzate dalla
facoltà di teologia si sono concentrate sui Sinodi sulla famiglia, la riforma e
la resilienza. Nel 2018, il relatore principale è stato il vincitore del premio
Templeton prof. Tomáš Halík della Charles University di Praga. Questa magnifico
incontro mi ha fatto apprezzare quello che dice la Bibbia. Se uno dice: “Io amo
Dio”, ma odia suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha
visto, non può amare Dio che non ha visto. Questo è il comandamento che abbiamo
ricevuto da lui, “chi ama Dio ami anche suo fratello” (1 Gv 4, 20-21).
L’autrice
che mi ha consolidato in questa convinzione è stata Etty Hillesum, la ragazza
ebrea olandese che trovò Dio proprio durante la Shoah. Interessante che per
Etty pregare significava esattamente coinvolgersi nella dinamica dell’agape di
Dio per tutti i Suoi figli. Infatti essa scrive: “Dobbiamo abbandonare le
nostre preoccupazioni per pensare agli altri, che amiamo. Voglio dir questo: si
deve tenere a disposizione di
chiunque si incontri per caso sul nostro sentiero, e che ne abbia bisogno,
tutta la forza e l’amore e la fiducia in Dio che abbiamo in noi stessi e che
ultimamente stanno crescendo
meravigliosamente in me. O l’uno o l’altro: o si pensa solo a se stessi e alla
propria conservazione, senza
riguardi, o si prendono le distanze da tutti i desideri personali e ci si
arrende. Per me, questa resa non si
fonda sulla rassegnazione che è un morire, ma si indirizza là dove Dio per avventura mi manda ad aiutare come posso”.
Questo sì che è un modo eccezionale e rivoluzionario di riconsiderare il
mistero della trascendenza nei nostri giorni pieni di ogni genere di
inquietudini!
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