FORMAZIONE GIORNALISTI
Duomo di Sant’Agata di Alì - Incontro culturale sui beni architettonici siciliani
di Domenica Timpano
 “Comunicare i beni culturali,
architettonici, le tradizioni religiose e popolari di Sicilia”, questo è il
tema che è stato trattato in un convegno che si è tenuto nel Duomo di Sant’Agata
di Alì (Me), sabato 4 maggio u.s. L’incontro, primo di una serie, valido come
evento formativo, è stato organizzato dall’Amministrazione Comunale di Alì, in
sinergia con la Parrocchia, l’Unione Cattolica Stampa Italiana, l’Ordine dei Giornalisti
di Sicilia, l’Ordine degli Architetti di Messina. Moderatrice la dott.ssa Lucia
Gaberscek, giornalista. Dopo i saluti del vice sindaco di Alì, Roberto Roma, e
del parroco, padre Vincenzo D’arrigo, che ha espresso il compiacimento per
esercitare il suo ministero in una cattedrale, una chiesa considerata tra le
più ricche di opere d’arte di tutta l’Arcidiocesi di Messina, che rappresenta
un gioiello dell’architettura del tardo Rinascimento, già manierismo, copia
piccola di quella esistente a Messina, già nel 500, ha preso avvio l’incontro
formativo di studio.
Tanti i temi trattati che hanno
coinvolto i presenti attenti a recepire i diversi contenuti. Gli argomenti all’ordine
del giorno hanno messo in evidenza, tra l’altro, l’importanza del connubio tra
architetti e giornalisti nel comunicare la notizia per allargare i confini della
cultura, per l’approfondimento della conoscenza di luoghi e beni architettonici
altrimenti dimenticati. Il dott. Domenico Interdonato, giornalista, presidente
dell’UCSI Sicilia, dopo avere ringraziato gli intervenuti, ha ricordato che il
3 maggio del 1958 nasceva a Roma l’Unione Cattolica Giornalisti Italia con l’obiettivo
di difendere e diffondere i valori cristiani. Ha evidenziato, altresì, l’importanza
dell’evento promosso che vuole riportare alla memoria la necessità della
giusta, intelligente, comunicazione e condivisione con quanti sentono la stessa
passione.
Dopo il presidente Interdonato,
hanno avuto luogo gli interventi dell’architetto Michele Palamara, consigliere
dell’Ordine degli Architetti di Messina, della dott.ssa Tommasa Siragusa,
giornalista, direttore della Biblioteca “Giacomo Longo” di Messina, del
giornalista, prof. Marco Grassi, e dell’architetto Nino Principato, studioso e storico
dell’Arte, che si sono alternati per porgere le proprie conoscenze, sostenute
da esperienze maturate, con riferimento ai temi proposti e, soprattutto, per
evidenziare le proprie idee per una migliore individuazione, fruizione e cura,
dei numerosi beni che trovano luogo nella nostra bella terra. Da Palamara, che
ha riportato alla memoria dominazioni e stili architettonici cui hanno dato
vita, che ha ribadito l’importanza dell’interazione tra giornalisti,
architetti, ingegneri e la necessità di sensibilizzare i giovani, alla direttrice
Siragusa che ha posto l’accento sulla necessità di focalizzare l’attenzione
sulla Sicilia, “pietra miliare” in ambito letterario e artistico. Una terra che
ha subito molte dominazioni che hanno inciso anche sul carattere dei siciliani.
Nella sua dettagliata relazione, ha riportato alla memoria anche il grande Johan
Wolfgang Goethe che, pur avendo preso conoscenza durante il suo “Tour” dell’esistenza
delle baracche a Messina, disse: “Non si
può avere la più pallida idea dell’Italia se non si è vista la Sicilia: qui è
la chiave di tutto”. Dopo un excursus sulle leggi che tutelano il
paesaggio e i beni culturali, sui decreti attuativi, sull’autonomia statutaria
della Sicilia, sulle attuali normative e codici urbani, sulle Sovrintendenze,
ha richiamato l’attenzione sulla Biblioteca Giacomo Longo”, valore aggiunto per
creare utenti e valori culturali” nella nostra Città che conserva antichi
manoscritti fruibili, nelle forme opportune, dalla collettività.
L’intervento del giornalista, prof.
Marco Grassi, si è sviluppato sull’Araldica e ha suscitato vivo interesse, per
la dovizia di particolari espressi, considerato i più variegati segni di
identificazione degli stemmi nobiliari ed episcopali. Una rassegna supportata
da slide che hanno incuriosito, tenuto conto che facevano riferimento alla
nostra Città e a molti nobili e religiosi assai noti. Dallo stemma
arcivescovile di mons. Paino e di mons. Di Pietro, a quello dei reali di
Asburgo, del Regno delle due Sicilie, e, ancora, di San Giovanni di Malta, che
si conserva a Montevergine, del cardinale Montenegro, e di tanti altri ancora,
si è passati a quello “inquietante” della Santa Inquisizione e del vicerè
Colombo, discendente da Cristoforo Colombo.
L’architetto Nino Principato,
studioso e storico dell’Arte, ha relazionato su “I beni architettonici in
Sicilia e l’arte di farli conoscere”, ponendo l’accento sulla questione che
molti beni di notevole importanza, in Sicilia – che detiene un patrimonio
inestimabile – sono dimenticati, trascurati. Partendo da questo assunto, ha
messo in luce molti siti, tra questi la “Val di Noto” ricchi di storia e arte.
La sua attenzione si è fermata, in particolare, sul “Duomo di Sant’Agata” di
Alì e sulla Chiesa simbolica di “Santa Maria degli Alemanni” di Messina, unico
esempio in Sicilia di stile Gotico, sorta nello stesso periodo in cui la
Francia diede vita alle Cattedrali di “Notre Dame” e “Chartres”. In questo
luogo suggestivo, ancora oggi possiamo ammirare strani personaggi, come l’Uomo
Verde che vuole significare l’unione dell’uomo con la natura, il Basilisco,
animale mitologico, le Erinni, divinità metà donne e metà volatili, Giove che
bastona Saturno, un capitello con tre volti che stanno a indicare la Trinità e
tanto altro ancora, oltre a elementi di ordine squisitamente architettonico,
che nel Medioevo assumeva un significato particolare. L’evento
è stato organizzato dall’Amministrazione Comunale, con la Parrocchia, l’Unione
Cattolica Stampa Italiana, l’Ordine dei Giornalisti, l’Ordine degli Architetti
e con il patrocinio di Unitelma Sapienza “Polo Didattico della Sicilia” di
Messina, della SIPBC Società Italiana per la protezione dei Beni Culturali,
Sezione e l’Associazione “L’Aquilone” ONLUS.
|