MESSINA
Convention nazionale INBAR: preoccupanti i dati sulla salute delle generazioni future
di Redazione
Conclusa, al Capo Peloro Hotel, la “tre
giorni” della Convention 2019 dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura. Col presidente
Nazionale, Anna Carulli, nella seconda e terza giornata, quelle più “tecniche”,
si sono alternati relatori e gruppi di lavoro delle Commissioni Nazionali sulle
importanti tematiche legate all’ambiente, alla Bioarchitettura e alla tutela
della salute del cittadino. La Commissione “Ambiente e salute” ha presentato il
nuovo team di lavoro con molti esperti dell’albo nazionale dell’Istituto, tra
cui Alessandro Damiani, presidente della Commissione di Livorno, Marco Caserio
di Milano, Raffaella Patrone di Genova, Cristiana Rossetti di Verona, Luigi
Aronica di Caltanissetta e Piero Sturniolo di Messina.
Tra le convenzioni con istituti e
associazioni nazionali, è rilevante quella con l’Associazione Architettura e
Geobiologia Studi Integrati, con la quale è stato firmato un “Protocollo per la
prevenzione primaria 2P (prenatale e pediatrica) che vedrà impegnati alla
guida, quali esperti in Analisi Geobiofisiche dei Luoghi e Inquinamento
Elettromegnetico e Inquinamento INDOOR – OUTDOOR, il presidente nazionale, Anna
Carulli, e l’ing. Sergio Berti. Obiettivo primario sarà quello di agire per il
diritto al benessere e alla salute per le generazioni future sottoposte sempre
di più alle nuove influenze ambientali per motivi antropici e naturali, creando
un dialogo costruttivo tra Istituzioni, Ordini, Collegi, Associazioni di
Settore e di Categoria, che porti al risultato di un migliore stato di salute
per le generazioni future, una migliore qualità della vita e del benessere
psicofisico dell’individuo all’interno e all’esterno degli spazi costruiti, che
dovranno essere opportunamente progettati e realizzati per contrastare le nuove
influenze ambientali sia antropiche che naturali.
Il presidente nazionale, Anna Carulli,
ha annunciato che la Commissione “Ambiente e salute” dell’INBAR amplierà le
operazioni di monitoraggio ambientale sui vari inquinamenti. “Qualsiasi intervento umano sull’ambiente – ha sottolineato –, che
sia un edificio privato, una strada o una nuova coltura agricola, per quanto
limitato, aggiunge o sottrae qualità all’ambiente circostante; ma la qualità
complessiva di un determinato ambiente non è mai riducibile alla mera somma
delle qualità dei suoi molteplici
componenti. Un edificio, tecnicamente perfetto, in ogni dettaglio, può rovinare
il paesaggio o essere invivibile, un
bellissimo borgo antico può essere costituito da case fuori norma e malandate”. “Ogni intervento – ha proseguito Carulli – altera l’ambiente esistente
in modi più o meno duraturi, positivi
o negativi. Dalle mutate qualità che ne derivano dipende il benessere di chi ci
vive ora, ma anche di chi ci vivrà
domani; e per cogliere queste qualità occorre partire sempre da una visione olistica ed epistemologicamente
fondata sull’esperienza vissuta di chi vi abita, che riconosca all’ambiente la sua natura di biotopo, o di
ecosistema, i quali contribuiscono al significato umano della nostra esistenza”.
“I
rapidi cambiamenti subiti dall’ambiente – ha concluso il presidente INBAR –, principalmente
per fattori antropici, negli ultimi
30 anni, stanno mettendo in evidenza delle criticità, che si potrebbero rivelare catastrofiche sulla possibilità di
dare continuità all’esistenza degli esseri umani sul pianeta terra. Negli ultimi tre decenni, infatti, si
è manifestato un aumento della patologia neoplastica che ha interessato tutte
le età, compresi i bambini, e, in particolare, i più piccoli (i tumori nel
primo anno di età sono risultati
circa 8 volte i casi attesi)”. Il Protocollo prevede 4 linee guida, da
seguire cronologicamente, per una “Procreazione responsabile e programmata”, in
grado di ottimizzare la riduzione dei rischi ambientali, in senso generale,
prima del concepimento, durante la fase del concepimento e nei primi giorni
dello sviluppo dell’embrione, durante la gestazione e nei primi 1000 giorni di
vita del bambino.
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