Giovedì
4 aprile ho avuto la grazia di visitare il Polin, cioè il museo sul passato
degli Ebrei polacchi. È proprio in questo magnifico museo che si celebra la
storia gloriosa, anche se dolorante, di questi nostri fratelli e sorelle. Ho
visto un magnifico modello della grande sinagoga di Varsavia che fu distrutta
dai nazisti nel 16 maggio 1943. La sinagoga di Varsavia fu uno degli edifici
più grandi costruiti in tutta la Polonia nel XIX secolo. Al momento della sua
apertura, era la più grande sinagoga del mondo. Essa era situata sulla strada
Tłomackie a Varsavia. La Sinagoga servì l’élite acculturata dell’ebraismo di
Varsavia e come altre case di preghiera nell’Europa orientale fu condotta in
modo relativamente modernizzato, anche se non si avvicinava alla riforma
religiosa ideologica. I sermoni furono predicati in polacco piuttosto che in
Yiddish. I servizi religiosi furono accompagnati da un coro tutto maschile.
Nella sinagoga, vi si trova un organo, usato soltanto per la celebrazione dei
matrimoni. La liturgia e altre questioni di principio rimasero del tutto
intatte.
La
sinagoga fu inaugurata il 26 settembre 1878 nella celebrazione di Rosh Hashanah
(il Capodanno ebraico). Il 16 maggio 1943 la sinagoga è stata fatta saltare in
aria dal SS-Gruppenführer Jürgen Stroop. La sua distruzione segnalò l’ultimo
atto di distruzione del Ghetto ebraico a Varsavia da parte dei tedeschi. La
grande sinagoga fu costruita dalla comunità ebraica di Varsavia tra 1875 e 1878
alla strada Tłomackie, nella punta sud-orientale del distretto in cui gli ebrei
furono stati autorizzati a stabilirsi dalle autorità imperiali russe. L’architetto
principale della sinagoga era Leandro Marconi. Occorre ricordare la
testimonianza del SS-Gruppenführer Jürgen Stroop che si trova nel libro del
famoso scrittore e giornalista polacco Kazimierz Moczarski, “Conversazioni con
un esecutore”.
Alla pagina 164, si legge sulla sinagoga: “Che spettacolo meraviglioso era. Un fantastico pezzo di teatro. Il mio staff e io siamo rimasti a distanza.
Ho tenuto il dispositivo elettrico che avrebbe detonato tutte le cariche simultaneamente. Jesuiter ha
chiamato per il silenzio. Guardai i miei coraggiosi ufficiali e uomini, stanchi
e sporchi, che si stesero contro il bagliore degli edifici bruciati. Dopo aver
prolungato la suspense per un attimo, ho
gridato: ‘Heil Hitler’ e premuto il pulsante. Con un tonfo assordante lo scoppio e un arcobaleno di
colori, l’esplosione ardente e salì verso le nuvole. Fu un indimenticabile tributo al nostro trionfo
sugli ebrei. Il ghetto di Varsavia non c’era più. La volontà di Adolf Hitler e Heinrich Himmler era stata
fatta”.
Dal
1980, il sito è stato occupato da un grande grattacielo, un tempo conosciuto
come il grattacielo d’oro e, attualmente, comunemente indicato come il
grattacielo blu (in polacco:Błękitny Wieżowiec). Personalmente, la grande
sinagoga di Varsavia rimarrà per sempre nel mio cuore specialmente grazie all’iscrizione
nel suo portico principale: Il nome dell’Onnipotente assicuri che l’amore, la
fratellanza, la serenità e l’armonia dimorino in mezzo a noi. Non è questa
benedizione che le nostre famiglie, comunità e società hanno veramente bisogno?
Perché non benediciamoli quotidianamente con questa forte benedizione?