A
Malta, abbiamo incontrato nei giorni scorsi il vescovo ausiliare mons. Joseph
Galea-Curmi, un appuntamento programmato da mesi, per far conoscere meglio ai
nostri lettori l’Arcidiocesi maltese, con la sua storia e la Malta di oggi che
cresce in Europa. La Repubblica di Malta è perfettamente inserita nel mercato
globale, attrae capitali ed è una “macchina” che crea benessere economico, ma
che ancora non riesce a trainare l’intera popolazione verso uno standard
europeo di qualità di vita. A mons. Galea Curmi, abbiamo posto diverse domande
alle quali ha risposto a cuore aperto e con grande spirito di collaborazione.
Monsignore ci spiega cosa è l’Isola
di Malta per i maltesi?
“L’isola di Malta è, storicamente, una Città
fortezza, baluardo della cristianità, uno scoglio ‘Gebla tal-franka’ giallo
ocra uniforme che si erge sulle acque del Mediterraneo. Malta per i maltesi è
il cuore pulsante del Mediterraneo, la popolazione vive con uno spirito europeo
poliglotta ed è molto aperta e accogliente”.
Quando nasce il cristianesimo a
Malta?
“Noi maltesi abbiamo 2000 anni di storia
cristiana, che sono iniziati con il naufragio a Malta di San Paolo di Tarso,
giunto nell’attuale Baia di San Paolo come dice la tradizione. Per sancire il
legame con San Paolo, ogni anno celebriamo nel 10 febbraio la festa del suo
naufragio a Malta e leggiamo con orgoglio il racconto di questo naufragio negli
Atti degli Apostoli”.
Quale è stato il contributo lasciato
ai maltesi dai Cavalieri Ospitalieri?
“La storia è passata da Malta, con il grande
contributo dei Cavalieri Ospitalieri, ordine cavalleresco formato da nobili
provenienti dalle più importanti casate europee impegnate a difendere la nostra
fede cattolica e l’Europa. A loro, dobbiamo dire grazie per tante cose, ma
soprattutto per la realizzazione della Cattedrale alla Valletta dedicata al
Santo patrono San Giovanni Battista”.
Cosa pensa dell’attuale momento
storico di Malta?
“La nostra Repubblica sta crescendo in
fretta, ha una politica molto attiva ed europea, e l’economia è in continuo
sviluppo. Bisogna lavorare per la giustizia sociale e assicurare che la
crescita economica non lasci indietro delle persone, ma che migliori lo
standard di vita di tutti gli abitanti dell’Isola di Malta”.
Quando
è stato nominato vescovo ausiliare, quale è il suo motto e cosa fa oltre la sua
attività di pastore?
“Sono stato nominato vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi
di Malta il 23 giugno 2018 e ordinato vescovo il 4 agosto 2018, in occasione
della festa di San Giovanni Maria Vianney, nella cattedrale di Mdina. Il mio
motto è ‘Sostenere la vita con l’amore’. Oltre all’incarico di vescovo
ausiliare, insegno la teologia pastorale nell’Università di Malta”.
Come vede il giornalismo cattolico in
Italia?
“In Italia e nel mondo, serve un giornalismo
cristiano dal volto umano per riconquistare la fiducia dei lettori e che sappia
raccontare anche la bella notizia. Molte volte i media classici sono
concentrati a mostrare i lati negativi della società, deprimono chi legge e non
mostrano quanto di buono viene fatto dalla nostra comunità”.
Quali sono i media cattolici di
Malta?
“Ci tengo a precisare che la nostra è una
realtà mediatica diversa da quella italiana, si abbiamo diverse testate come ‘Radio
Maria’, ‘Radio RTK’, ‘Newsbook’ giornale online, ‘La Voce’ il giornale dell’Azione
Cattolica e ‘The Church in Malta’ website dell’Arcidiocesi”.
Il San Francesco di Sales ricordato
anche a Malta?
“Sì, abbiamo ricordato San Francesco di
Sales, patrono dei giornalisti e dei comunicatori. Un momento importante per
tutti noi realizzato grazie all’UCSI Sicilia da lei presieduta e con il
supporto di fra Mario Attard e del reverendo prof. Salvino Caruana”.
Conosceva l’Unione Cattolica Stampa
Italiana (UCSI)?
“Sì, la conoscevo, ma non avevo avuto mai la
possibilità di approfondire l’argomento. Ritengo che l’UCSI svolga un compito
molto importante, la comunicazione deve essere alla base di ogni nostra attività,
soprattutto se fatta con ‘lo stile sapiente della carità’, come citato dalla
preghiera del giornalista scritta in maltese, che lei mi ha omaggiato.
Approfitto per salutare e ringraziare la giornalista Vania De Luca, presidente
nazionale UCSI e lei, caro Interdonato, per l’intervista e per l’attenzione
dimostrata verso la nostra comunità”.