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 lunedì 11 marzo 2019

MALTA

Storie non raccontate a Palazzo de Piro a Mdina

di Fra Mario Attard


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La prima mostra personale di Johanna Barthet presenta una serie di dipinti che ritraggono figure, principalmente femminili, come soggetto centrale. Collettivamente, intitolato Stories Untold (Storie non raccontate), la mostra si svolge per tutto il mese di marzo a Palazzo de Piro a Mdina. Le figure enigmatiche raffigurate in questa collezione sembrano emanare un’aura di mistero quasi ipnotica, invitando lo spettatore a scavare più a fondo in ogni singolo dipinto. Le femmine raffigurate potrebbero essere interpretate come autoritratti camuffati dell’artista stessa. Mentre le figure sono al centro della scena, è il loro stato psicologico che porta ogni opera in una dimensione, sorprendentemente, diversa. Barthet realizza questo effetto inventando storie secondarie per ognuna dei suoi personaggi carichi di emozioni. Eseguita in gran parte in oli su tavola, questa collezione artistica è il culmine di diversi anni di sperimentazione, soprattutto circa nell’ultimo decennio.

Tuttavia, fin dall’infanzia, i primi schizzi di Barthet raffiguravano spesso una ragazza con i capelli lisci e una frangia che portavano una strana somiglianza con se stessa. Sebbene abbia frequentato diversi corsi brevi e abbia ricevuto una formazione artistica formale in passato, Barthet è in gran parte autodidatta. Questa mostra interessante mi fa apprezzare quello che ha scritto Federica Timeto nel suo saggio intitolato L’arte al femminile Percorsi e strategie del femminismo nelle arti visive: “L’arte femminista ha adoperato la pratica della performance: la performance è un’attività legata alla messa in scena, alla personificazione di un ruolo e all’azione incarnata dell’artista che usa il suo stesso corpo come materiale di un happening. Il corpo non è né auto-evidente, né ottusamente materiale, ma è fatto di una materialità la cui significazione è, fondamentalmente, drammatica, in quanto è un’incessante materializzazione di possibilità”.


 


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