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 mercoledì 27 febbraio 2019

UNIVERSITÀ DI MESSINA

Messina – “Un Erasmus della Legalità e orizzonti alternativi”, Di Bella racconta la sua esperienza agli studenti

di Redazione


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Si è svolto, all’interno dell’Aula 2 del Dipartimento di Giurisprudenza, un seminario intitolato “Liberi di scegliere”. All’incontro, moderato dal prof. Antonio Saitta, e inaugurato dal prof. Francesco Astone, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, sono intervenuti il dott. Roberto Di Bella, presidente del Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria, il cui impegno nella lotta alla criminalità organizzata e nella salvaguardia dei ragazzi cresciuti in contesti legati alla ‘ndrangheta ha ispirato il film (ambientato fra Messina e Reggio Calabria) “Liberi di scegliere”, trasmesso dalla Rai, l’attrice messinese Federica De Cola e la dott.ssa Maria Baronello, assistente sociale dell’Ufficio di servizio sociale di Messina. Insieme agli studenti dell’Ateneo peloritano, hanno partecipato all’iniziativa anche gli alunni degli Istituti scolastici Jaci, Mautolico e Quasimodo.

Il Dipartimento di Giurisprudenza – ha esordito il prof. Astone è felice di poter ospitare una iniziativa di questa importanza, all’interno di un’aula stracolma e desiderosa di creare una relazione fortemente empatica con il dott. Di Bella e gli altri protagonisti di questa storia che testimonia l’inscindibile legame tra legalità e libertà. È con quest’ultima che si ottiene la possibilità di scegliere, sulla base di sani valori”. “Sono lieto – ha detto il prof. Saitta – di poter osservare un’aula così ricca di giovani, universitari e non, colleghi e magistrati e amici del dott. Di Bella, accorsi fin qui per incontrare un uomo che, oggi, torna per la prima volta a casa, dopo il giorno della sua laurea. Avremo l’opportunità di esaminare un grande progetto dal punto di vista giudiziario e sociale; inoltre, analizzeremo la sua trasposizione televisiva, mediante il film trasmesso dalla Rai. I provvedimenti del dott. Di Bella, che ha sin qui vissuto gran parte della sua carriera presso il Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria, sono molto avanzati dal punto di vista tecnico, ma il risultato ai cui tendono è molto semplice e incisivo: strappare i figli, e più in generale i minori, dal contesto imbevuto di cultura mafiosa, per donare loro la scelta di un futuro migliore”.

Il Tribunale di Reggio Calabria – ha commentato il dott. Di Bellain 25 anni ha trattato un numero elevato di casi, 50 dei quali collegati a omicidi. Molti di questi ragazzi hanno visto uccidere padri o fratelli e, come spesso accade, vendetta genera vendetta. Abbiamo avuto a che fare con episodi molto gravi e, nel 2019, ci troviamo a giudicare, con medesimi reati, i figli e i nipoti di coloro che hanno subito processi negli anni Novanta. Questo significa che la cultura criminale è ereditaria e il nostro compito deve essere quello di censurare il modello educativo mafioso. I nostri provvedimenti sono a tutela dei ragazzi e sono, soprattutto, temporanei. Non facciamo confisca di figli né deportazioni di minori, ma vogliamo aiutare i giovani che hanno la sfortuna di nascere e crescere in contesti familiari difficili, connessi alla criminalità organizzata. I ragazzi vengono ospitati in case famiglia o di volontari per dar loro modo di sperimentare orizzonti alternativi in grado di renderli liberi di scegliere. Si tratta di provvedimenti che non avvengono mai in via preventiva, ma al momento del riscontro di un coinvolgimento diretto, di un comportamento fortemente sintomatico o in contesti di faida. Mi piace pensare a questo progetto come a un ‘Erasmus della Legalità’”.

Il mio personaggio – ha dichiarato l’attrice De Colarappresenta la concretezza di uno Stato che c’è e che funziona; si tratta di un personaggio che ha intrapreso un viaggio per il bene e che si muove tramite una grande esperienza e un grande cuore. Sono felice di aver recitato in questo film a cui rimarrò sempre legata”. “L’approccio con i servizi sociali – ha aggiunto la dott.ssa Baronello – è sempre caratterizzato da forti resistenze, che, però, con il progetto e l’operato del dott. Di Bella sono venute meno. Le famiglie ed i ragazzi si fidano e si affidano aiutandoci a far passare il messaggio che i servizi sociali rappresentano un’importante opportunità”.


 


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