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 giovedì 21 febbraio 2019

ATTIVITÀ VENATORIA

Dalle Associazioni anticaccia un nuovo attacco alla correttezza delle procedure

di Redazione


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Nei giorni scorsi, le Associazioni ambientaliste e animaliste anticaccia Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu – BirdLife Italia e Wwf Italia sono tornate sul tema della revisione dei KeyConcepts, documento europeo d’indirizzo per la determinazione delle date di migrazione e fine riproduzione delle specie di uccelli in Unione Europea, con il solito scopo di creare confusione e allarmismo infondati. Anche questa volta il comunicato contiene infatti il consueto mix di palesi falsità ed errori, con il chiaro e unico scopo di cercare di mettere in difficoltà e intimidire il presidente del Consiglio, Conte, che sta cercando di risolvere un problema creato dal Ministero dell’Ambiente. Per essere chiari, la figura “pessima” e la situazione “scabrosa” richiamate nel comunicato dai cofirmatari sono frutto del comportamento del Ministero dell’Ambiente, che non ha seguito le procedure di legge per l’invio dei dati alla Commissione Europea, non condividendoli, come invece è stabilito, con il Ministero delle Politiche Agricole.

Ancora più inaccettabile è l’insinuazione che la strada corretta intrapresa dal MIPAAFT farebbe “male alla Natura”. Le 5 specie per cui le Associazioni Venatorie hanno richiesto una modifica dei KC sono tutte in situazione demografica favorevole, e sono state cacciabili fino al 31 gennaio dal 1992 (e anche fino a febbraio prima di quell’anno) e questo dimostra che il prelievo venatorio non ha influito minimamente sulla loro conservazione. A differenza di quanto riportato nel comunicato con toni e termini allarmistici, la realtà è ben diversa, e in particolare: la competenza del Ministero delle Politiche Agricole, Forestali e del Turismo sulla fauna è sancito dal comma 7 bis dell’articolo 1 della legge 157/92, in particolare per quanto riguarda i dati e le ricerche da trasmettere alla Commissione Europea. Questi dati devono peraltro essere trasmessi dal Ministero delle Politiche Europee, e non dal Ministero dell’Ambiente, come erroneamente eseguito nel novembre scorso dallo stesso Ministero.

La procedura EU PILOT 6955/ENVI riguardante i calendari venatori, ha verificato che solo tre specie oggetto di caccia in Italia hanno stagioni più estese di quanto i KeyConcepts prevedono. Proprio per sanare questa situazione, l’Italia ha chiesto alla Commissione la revisione dei KC, al fine di determinare nuovi KC, omogenei con quelli degli altri Paesi del bacino del Mediterraneo. È sorprendente che i dati elaborati da ISPRA, mai condivisi con il Ministero delle Politiche Agricole, e mai pubblicati su riviste scientifiche, prevedano la migrazione di alcune specie all’inizio del mese di gennaio, quando negli altri Paesi questa è prevista dopo la metà di febbraio. Ancora una volta, le sigle ambientaliste-animaliste non riescono a rinunciare al tentativo di utilizzare la caccia come specchietto per le allodole pur di racimolare facili adesioni e cercare di influenzare l’opinione pubblica, diffondendo ricostruzioni in gran parte false e pretestuose al fine di rendere più invogliante l’invito finale della quasi totalità delle loro campagne: “sostienici per impedirlo”. Con buona pace di scienza e portafoglio.


 


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