ANNIVERSARIO
San Filippo del Mela – Commemorazione del 27° Anniversario della morte del Carabiniere M.O.V.M. Fortunato Arena
di Redazione
Venerdì
15 febbraio, nella Chiesa Madre di San Filippo del Mela, si è svolta la
commemorazione del 27° Anniversario
della morte del Carabiniere Fortunato Arena, Medaglia d’Oro al Valor Militare,
con la celebrazione di una Santa Messa, officiata dal cappellano militare, don
Rosario Scibilia, e dai parroci del comprensorio del Mela, alla presenza dei
familiari del caduto, delle autorità religiose, civili e militari, con la
partecipazione delle Sezioni di San Filippo del Mela e Milazzo dell’Associazione
Nazionale Carabinieri, nonché di una rappresentanza di militari dell’Arma in
servizio. Successivamente, nella piazza Duomo, il prefetto di Messina, Maria
Carmela Librizzi, il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Lorenzo
Sabatino e il padre e la vedova del militare caduto, hanno scoperto un cippo
commemorativo in memoria del Carabiniere M.O.V.M. Fortunato Arena e, al termine
della breve cerimonia, hanno rivolto un indirizzo di saluto e di ringraziamento
ai presenti.
L’odierna
commemorazione dell’anniversario del sacrificio di Fortunato Arena, è stata
significativa per i Carabinieri della Provincia peloritana ed è stata
condivisa, in modo sentito, dalla cittadinanza di San Filippo del Mela che,
anche quest’anno, ha espresso la propria vicinanza ai congiunti del caduto nel
ricordo del valoroso militare il cui esempio di abnegazione, spirito di servizio
e senso del dovere spinto fino all’estremo sacrificio, anche dopo 27 anni, è
sempre vivo e toccante. Il Carabiniere Fortunato Arena, originario di San
Filippo del Mela, fu ucciso, a soli 23 anni, il 12 febbraio 1992 in un agguato
di camorra a Faiano, nel Comune di Pontecagnano (SA), insieme al commilitone
Claudio Pezzuto, 29enne leccese, colpiti da colpi di arma da fuoco durante un
controllo di routine.
Quel
giorno, i giovani militari notarono un auto sospetta, una Nissan–Patrol, che si
era fermata in Piazza Garibaldi e dalla quale era sceso un uomo per utilizzare
una cabina telefonica e, decisero di procedere al controllo del veicolo su cui,
quel giorno, si trovavano due latitanti di camorra. Il Carabiniere Arena chiese
al conducente di esibire i documenti di circolazione, mentre il Carabiniere
Pezzuto si attestò in posizione di copertura. Visionati i documenti, il
Carabiniere Arena tornò verso l’auto di servizio e si sedette al posto di guida
per effettuare via radio gli accertamenti di rito. Nel frattempo, il
Carabiniere Pezzuto notò una persona nascosta alle spalle del conduttore della
Nissan e, impugnata l’arma in dotazione, si avvicinò chiedendo allo sconosciuto
di farsi identificare. Costui, però, proditoriamente estrasse una pistola e gli
esplose contro numerosi colpi, attingendolo prima ancora che egli potesse far
uso dell’arma in dotazione.
Il
militare, sebbene ferito, si prodigò nel richiamare, a viva voce, l’attenzione
dei passanti, allo scopo di evitare il loro coinvolgimento nella sparatoria. Contemporaneamente,
il malvivente che prima era disceso dalla Nissan per telefonare, estrasse una
mitraglietta, che teneva occultata sotto il giaccone, ed esplose numerosi colpi
contro il Carabiniere Arena, che si trovava ancora all’interno dell’autovettura
militare, attingendolo al fianco sinistro. Il militare, sebbene ferito, rispose
al fuoco attraverso il finestrino dell’autovettura, con la sua pistola d’ordinanza,
in direzione del malvivente, senza attingerlo. Gli autori del fatto, poi
identificati nei pregiudicati Carmine De Feo e Carmine D’Alessio, furono
arrestati il 14 luglio 1992, in Calvanico (SA), e successivamente condannati
alla pena dell’ergastolo.
Il
27 maggio 1993, il presidente della Repubblica ha conferito ai due Carabinieri
la Medaglia d’Oro al Valor Militare, in particolare al Carabiniere Fortunato
Arena con la seguente motivazione: “Durante
il controllo del conducente di un’autovettura in pieno centro abitato, visto
che il commilitone veniva investito da fulminea azione di fuoco da parte di un
malvivente nascosto nell’abitacolo, benché colpito a sua volta da micidiali
colpi esplosi da brevissima distanza da altro complice, con mirabile coraggio,
facendo appello alle ultime forze, rispondeva al fuoco con la propria arma,
accasciandosi, quindi, privo di vita. I malviventi, identificati in due
pericolosi latitanti affiliati a spietata associazione criminale, venivano poi
catturati e condannati all’ergastolo. Chiaro esempio di elette virtù militari e
di altissimo senso del dovere spinti fino al supremo sacrificio”.
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