mercoledì 19 dicembre 2018
INCONTRO FORMATIVO
Catania. ANCRI – Dissesti finanziari degli enti locali, cause, rimedi e… dolori
di Redazione
Sul
tema “Dissesti finanziari degli Enti locali, cause, rimedi e… dolori” ha avuto
luogo, presso l’Auditorium del Palazzo della Regione Siciliana, in Piazza San
Domenico, un incontro informativo promosso dall’ANCRI, Associazione degli
Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica, in collaborazione con l’UCSI
(Unione Cattolica Stampa Italiana). Dopo il saluto del vice presidente
nazionale ANCRI, cav. Franco Graziano, ha presentato una dettagliata relazione
sul tema, il gr. uff. dott. Luigi Albino Lucifora, già segretario generale di
Comuni e Provincie Regionali, nonché commissario straordinario in Comuni
dichiarati “in dissesto”. “L’attualità
del tema – ha dichiarato il presidente della sezione ANCRI di Catania, gr. uff.
Giuseppe Adernò – sollecita una
qualificata partecipazione di
cittadini, in questo difficile momento storico del Comune di Catania. Essere
informati ed essere informati
criticamente, aiuta a meglio comprendere i problemi delle Amministrazioni locali, e sollecita i
cittadini ad un maggior senso di responsabilità civica nella ricerca del bene comune”.
Con
questo intento, è stato organizzato l’incontro che ha visto la partecipazione
di funzionari del Comune e degli uffici di ragioneria, rappresentanti della
Città metropolitana, dei Carabinieri e di attenti cittadini. Nella dotta ed
esaustiva relazione del dott. Lucifora, è stato ricostruito il percorso storico
dei bilanci degli Enti Locali, a partire dagli anni Settanta sotto il rigido
controllo delle Prefetture e delle Giunte Provinciali Amministrative. Bilanci
sempre in perfetto equilibrio di entrate e spese e di “avanzi” reali. Il 90%
delle spese era destinato a finalità pubbliche di rilievo. Con l’avvento della
tanta auspicata “autonomia”, con consequenziale abolizione dei controlli
esterni, i Comuni furono lasciati liberi nella gestione e fu data loro la
possibilità di autogestirsi e autofinanziarsi ricorrendo a ogni mezzo lecito al
fine non solo di migliorare i servizi pubblici esistenti, ma di crearne anche
dei nuovi. I Comuni, attraverso i loro Statuti, assumevano caratteristiche di
tipo “aziendale”, affacciandosi nel “privato”: SPA, global service,
outsourcing, ricorso al mercato finanziario, tramite strumenti finanziari
diversi e creativi.
La
decennale esperienza del dott. Lucifora, in quei tempi in servizio presso
Comuni della Romagna e delle Marche, ha testimoniato i risultati ottimali
ottenuti da quegli Enti con significative entrate nelle casse comunali a
vantaggio dei cittadini. Nel Meridione, invece, tale opportunità offerta dal
legislatore, in alcuni Comuni è stata sfruttata malamente, facendo perno
soltanto sui contributi statali che andavano sempre più assottigliandosi, come
d’altronde era stato preavvisato dal Legislatore. Nacquero, così, le “allegre
brigate” con sperpero del denaro pubblico per feste cittadine, manifestazioni
estive, capodanni e carnevali e, una volta esaurite le risorse finanziare di
cassa si procedeva a prestiti e mutui con interessi da capogiro. Come ha
scritto su “La Sicilia” Giuseppe Bonaccorsi, era una gestione “a gogò” che
utilizzava la formula magica: “Intanto spendiamo, poi pensa Dio”. Tutto ciò ha
determinato il dissesto di numerosi Enti Locali e il dott. Lucifora ne ha
controllato un buon numero in Sicilia.
È
stata, quindi, introdotta dal Legislatore una procedura di controllo (non
inquirente) affidata alla Corte dei Conti. Nei Comuni che hanno dichiarato il “dissesto”,
via prodromica verso il risanamento, si è proceduto ad una diligente gestione
delle risorse che ha ridotto del 40% i debiti e ha comportato notevoli
sacrifici per i dipendenti e i cittadini. Ecco le conseguenze e “i dolori” che
provocano gli interventi necessari da attivare per intraprendere la via del
risanamento: niente spese di rappresentanza, eliminate le auto blu,
rideterminazione della pianta organica del personale, in proporzione al numero
degli abitanti (uno su 780); il numero dei contrattisti è ridotto al 50%
rispetto all’ultimo triennio; abolizione delle consulenze e delle
collaborazioni esterne, imposte dai partiti; riduzione dei compensi e gettoni
di presenza dei consiglieri e assessori; e, poi, ancora a carico di tutti i
cittadini: aliquote al massimo per le tasse comunali: Tari, Tarsu e per i
servizi a domanda individuale; aliquote al massimo per gli oneri comunali,
permessi, concessioni, autorizzazioni a pagamento.
Prendendo,
poi, in esame la situazione del dissesto della Città di Catania quantificato
dalla Corte dei Conti di 1,6 miliardi, è bene che i cittadini sappiano che da
circa vent’anni la situazione delle casse comunali era “in rosso”. Una volta
dichiarato il dissesto, il Ministero dell’Interno provvederà alla nomina della
Commissione governativa, la quale entro tre mesi dovrà presentare una
dettagliata relazione d’interventi per bilanciare la “massa passiva” e la “massa
attiva”, riportando l’Ente “in bonis”. A conclusione dell’incontro, gli insigniti
dell’ANCRI presentano alla Città il seguente comunicato/messaggio: “All’arroganza di tanti amministratori che
hanno operato in modo dissennato, mal
utilizzando le risorse dei cittadini, risponde oggi l’attuale Amministrazione,
composta da ‘uomini coraggiosi’ che hanno
ereditato il grosso fardello di un nefasto ed elefantiaco debito pubblico, e ora sono impegnati nel
risalire la china, operando una svolta storica. Sarebbe opportuno che non si ripetessero gli errori
del passato, rispettando anche l’ordine cronologico dei debiti da sanare, senza assecondare le
richieste degli amici e portatori di voti”.
Occorreranno
almeno dieci anni per risanare il dissesto del Comune di Catania e anche le
spese per le feste vanno dimensionate o effettuate con il contributo volontario
dei cittadini, degli sponsor e… dei devoti che amano Sant’Agata. Il cammino è
tortuoso e denso di ostacoli, e per questo occorre: allontanare coloro che
hanno fatto parte di un passato che ha prodotto tali danni alla Comunità
cittadina; avere l’umiltà del “sincere
loqui et sincere agere”, tenere sempre informati i cittadini, l’incontro
promosso dall’ANCRI ne è un esempio, coinvolgerli nelle decisioni dei sacrifici
che l’intera Comunità cittadina dovrà sostenere con una forte carica di
responsabilità. Consapevoli che – come diceva Walt Disney – “tutto quello che
si può sognare si può realizzare”, il sogno di una Catania nuova che come tante
volte è risorta dalle ceneri della lava, ancora una volta potrà rialzarsi da
questa rovinosa caduta. Il messaggio e l’augurio di Papa Giovanni Paolo II
quando ha visitato la città il 4 novembre 1994: “Catania, alzati e rivestiti di
luce e di giustizia” diventano oggi attuale e pressante per andare avanti con
coraggio, pazienza e tanto impegno da parte di tutti.
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