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 mercoledì 14 novembre 2018

PALERMO

Giulio Francese: la missione Speranza e Carità di Biagio Conte “merita di essere raccontata e fatta conoscere meglio”

di Michelangelo Nasca


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Si è svolto a Palermo, nella “Casa di Preghiera per tutti i popoli” – la chiesa della “Cittadella del Povero e della Speranza”, di Via Decollati – l’incontro di formazione per i giornalisti patrocinato dall’UCSI Sicilia. Un momento di confronto, a due mesi dalla venuta di Papa Francesco a Palermo, di grande spessore culturale e sociale, ma soprattutto un clima di familiarità e di serenità davvero edificante. Tra i relatori del corso, moderato da Riccardo Rossi, Giulio Francese - presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, suor Fernanda Di Monte - giornalista - e suora Paolina, Giuseppe D’Amico - cooperatore salesiano, Marco Pappalardo - insegnante giornalista, autore del libro “Padre Pino Puglisi 3P, supereroe rompiscatole” (edizioni Paoline 2018), Matilde di Paola - responsabile ADIM Palermo, Rosario Vullo - scultore, Suor Jacinta - volontaria del Centro Padre Nostro.

La Missione Speranza e Carità venticinque anni fa era solo il sogno o meglio la “follia” di un palermitano “tutto particolare” (dicevano alcuni). Oggi, le missioni sono diventate sei (in Via Archirafi, Via Garibaldi, Via dei Decollati, Villa Florio e due a Tagliavia). Vengono ospitate 1.100 persone, tra senza fissa dimora e immigrati, ai quali ci si sforza, quotidianamente, di restituire quella dignità per lungo tempo mendicata e desiderata. Inoltre, dalle macerie dell’ex caserma dell’aeronautica, con il “provvidenziale” sostegno di tantissimi volontari palermitani, è nata la splendida chiesa “Casa di Preghiera per tutti i popoli”.

Sono rimasto stupito – ha dichiarato il presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Giulio Francese –, ammirato di fronte a questa realtà tirata su dalle macerie e in continuo movimento, a questi luoghi ‘terra di nessuno’ cui è stata restituita bellezza e tornati a vivere. E ci sono altri ruderi che stanno per essere trasformati in cantiere, altri progetti che stanno prendendo forma. Fino a ieri, ignoravo questa realtà, la conoscevo per sommi capi. E mi sono chiesto, da giornalista, se una storia così bella, di rinascita e di speranza nel cuore di Palermo, non meriti di essere raccontata meglio, per farla conoscere meglio. Non si tratta di raccontare i poveri, ma un laboratorio di umanità e di accoglienza, che coinvolge tanti volontari e che fa di Palermo una città speciale”.

Si è svolto a Palermo, nella “Casa di Preghiera per tutti i popoli” – la chiesa della “Cittadella del Povero e della Speranza”, di Via Decollati – l’incontro di formazione per i giornalisti patrocinato dall’UCSI Sicilia. Un momento di confronto, a due mesi dalla venuta di Papa Francesco a Palermo, di grande spessore culturale e sociale, ma soprattutto un clima di familiarità e di serenità davvero edificante. Tra i relatori del corso, moderato da Riccardo Rossi, Giulio Francese - presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, suor Fernanda Di Monte - giornalista - e suora Paolina, Giuseppe D’Amico - cooperatore salesiano, Marco Pappalardo - insegnante giornalista, autore del libro “Padre Pino Puglisi 3P, supereroe rompiscatole” (edizioni Paoline 2018), Matilde di Paola - responsabile ADIM Palermo, Rosario Vullo - scultore, Suor Jacinta - volontaria del Centro Padre Nostro.

La Missione Speranza e Carità venticinque anni fa era solo il sogno o meglio la “follia” di un palermitano “tutto particolare” (dicevano alcuni). Oggi, le missioni sono diventate sei (in Via Archirafi, Via Garibaldi, Via dei Decollati, Villa Florio e due a Tagliavia). Vengono ospitate 1.100 persone, tra senza fissa dimora e immigrati, ai quali ci si sforza, quotidianamente, di restituire quella dignità per lungo tempo mendicata e desiderata. Inoltre, dalle macerie dell’ex caserma dell’aeronautica, con il “provvidenziale” sostegno di tantissimi volontari palermitani, è nata la splendida chiesa “Casa di Preghiera per tutti i popoli”.

Sono rimasto stupito – ha dichiarato il presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Giulio Francese –, ammirato di fronte a questa realtà tirata su dalle macerie e in continuo movimento, a questi luoghi ‘terra di nessuno’ cui è stata restituita bellezza e tornati a vivere. E ci sono altri ruderi che stanno per essere trasformati in cantiere, altri progetti che stanno prendendo forma. Fino a ieri, ignoravo questa realtà, la conoscevo per sommi capi. E mi sono chiesto, da giornalista, se una storia così bella, di rinascita e di speranza nel cuore di Palermo, non meriti di essere raccontata meglio, per farla conoscere meglio. Non si tratta di raccontare i poveri, ma un laboratorio di umanità e di accoglienza, che coinvolge tanti volontari e che fa di Palermo una città speciale”.




 


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