DICCI LA TUA
Lettera aperta di un genitore di un ragazzo autistico ai governanti
di Redazione
I
nostri figli crescono, inesorabilmente; già ieri li vedevamo affacciarsi al
mondo con gli occhi spalancati a osservare increduli quanti stavano attorno a
loro senza riconoscerli senza sentirli amici, per questo non cercavano abbracci,
per questo si son sentiti sempre soli fin da piccoli, li abbiamo chiamati “diversi”
tanto erano lontani dai bambini “normali”. Poi, man mano che crescevano e noi
genitori appresso a loro abbiamo cercato sempre più smarriti gli specialisti
giusti e le risposte giuste. Talvolta ci siamo sentiti dire: il dolore non è
solo il vostro anche noi abbiamo le nostre sofferenze!
Si,
è vero! Ma il dolore non si consola con altro dolore. Intanto, mentre i nostri
figli continuavano a crescere cresceva il nostro sbigottimento, ma non la
voglia di reagire, di continuare a lottare. Così, abbiamo cercato tante
opportunità: l’ambiente scolastico giusto, le tante attività sportive e
ricreative e qualcuno che se li portasse in giro per alleviare anche il nostro
peso e, soprattutto, le terapie giuste, tante terapie Ma quali sono quelle
giuste? Abbiamo trovato tanta disponibilità tanta amorevole attenzione. Ma
anche tanta superficialità tanto disimpegno. Alla fine, tutti ci hanno
allargato le braccia. L’abbraccio consolatore è diventato distacco. Ora, i
nostri figli sono diventati adulti e noi più vecchi, alcuni anziani loro sono
diventati “grandi”. Ma come facciamo a spiegare cosa vuol dire essere grandi?
Loro
capiscono che sono ancora diversi anch’or più di prima. Così noi per consolarci
li abbiamo chiamati “speciali”, ma non per noi, perché sono e saranno sempre
speciali, per gli altri, per cercare di colmare anche con le parole la distanza
che ci separa. E ora loro sono in tanti aumentano sempre di più ma nessuno
sembra accorgersene, soprattutto i potenti quelli che potrebbero dare una
svolta alla loro vita. Certo, ci sono tante buone leggi. Buone per chi? Diteci,
per favore, diteci quante leggi hanno trovato una buona applicazione! Ma
ditecelo con sincerità, ditecelo con il cuore in mano senza trincerarvi dietro:
“Non dipende da noi, ma da altri, dalla
solita burocrazia…bla bla bla” e aggiungiamo noi: dai contrasti, dalle
opposizioni tra di voi. Ora, vi diciamo BASTA! Cercate le soluzioni! Altrimenti
tacete per sempre! E che la vergogna vi sommerga!
Pino
Currò
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