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 giovedì 29 marzo 2012

UN GIORNO DA RICORDARE

A CACCIA PUÒ ACCADERE DI TUTTO

di Armando Russo


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Ogni cacciatore, con 15 o 20 anni, di caccia sulle spalle, potrebbe scrivere un grande libro. Molti preferiscono, conservare le loro storie, nel ripostiglio della mente, tra i ricordi più belli, che a volte tornano, nei sogni del cacciatore anziano. Anch’io, nella mia trentennale attività venatoria, ne ho vissute tante. Ogni tanto, ne racconto qualcuna, al mio nipotino Adriano, che l’ascolta volentieri, perché, ama il nonno, e le sue storie. Quello che è successo al mio amico Mimmo, compagno di caccia a conigli, è un caso più unico che raro.

Domenica 18 ottobre 2011 avevo, appena, finito di fare colazione e mi ero seduto nella mia poltrona preferita per gustarmi qualche articolo dellultimo numero de LEspresso. Dopo alcuni minuti squilla il telefono, ho un sussulto, penso.. chi sarà mai? Di malavoglia mi alzo dalla poltrona e afferro con disappunto la cornetta del telefono. “Ciao Turi, sono Cecilia. Mi devi fare una cortesia. Devi portare il doppione delle chiavi della macchina a Mimmo, che si trova a caccia a Monte Venere (sopra Taormina, 900 mt. slm.), perché si sono bloccate le portiere con le chiavi dentro la macchina. Tiro un sospiro di sollievo, perché, sul momento, avevo pensato che gli fosse successo qualcosa di grave (Cecilia è sua moglie). Faccio, appena, in tempo a cambiarmi le scarpe e a prendere le chiavi della macchina, che Cecilia è, già, dietro la porta di casa mia.. con le chiavi.

In meno di mezzora sono sul luogo dove il mio amico è solito lasciare la macchina quando va a caccia. Quando sbuco dallultima curva, me lo trovo di fronte. Lui, che è di bassa statura, in quel momento, mi sembra ancora più piccolo, ha laria dimessa e mi appare quasi mortificato. In un lampo balza ai miei occhi limmagine di quel cacciatore e il suo cane, le cui gesta venatorie venivano istoriate sulle copertine dei quaderni di scuola di un tempo che fu. Ricordo, ancora, la prima filastrocca: Pizzonero va in campagna, Codaritta laccompagna..

Scendo dalla macchina e cerco di resistere, ma non ce la faccio ed esplodo in un’affettuosa e cordiale risata, al povero Mimmo non gli resta che consentire. Era successo che Mimmo era sceso dalla macchina per vedere com’era meglio parcheggiarla. Fragolina, una stupenda cirneca, vistasi chiusa in macchina, presa dalla frenesia di scendere per dar sfogo al suo istinto di scovare ed inseguire conigli, comincia a zampettare sul vetro e sulla portiera della macchina, finché, con un colpo maldestro di una zampetta, colpisce il pomello della sicura. È fatta! Fragolina rimane bloccata in macchina assieme a cartucce, fucile e chiavi. Allamico Mimmo, sconsolato, non resta che telefonare da una casa nelle vicinanze per chiedere aiuto alla moglie.

È una splendida giornata, piena di luce e di tepore, dopo il temporale di due giorni prima. Nel cielo brandelli di nuvole residue scivolano via verso oriente. Laria è profumata: sa di origano e nipitella.

Ai miei piedi l’istmo di Naxos s’insinua, come un aculeo, nel ventre molle dello Jonio. Alla mia destra lEtna che, con il suo nuovo cappellino bianco di neve fresca, troneggia, incurante, di tutto e di tutti.


 


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