ROMA
Italia-Emirati: l’ambasciata emiratina a Villa Durante “ponte” tra Mediterraneo e Oriente
di Monica Mazza
Roma,
(Agenzia Nova) – Ponte culturale ed economico tra Mediterraneo e Oriente
rivolti al futuro. È questo ciò che incarna Villa Durante, edificio in stile
umbertino sede dell’ambasciata degli Emirati Arabi Uniti a Roma, inaugurata il
14 luglio 2017 alla presenza dei ministri degli Esteri dei rispettivi paesi.
Ristrutturata senza sminuirne le caratteristiche originali, la sede dell’ambasciata
emiratina simboleggia il legame attuale tra Roma e Abu Dhabi con uno sguardo
alla modernità. L’edificio, ultimato nel 1892, è reso funzionale da moderni
oggetti di design della società bolognese Castelli. Poltrone beige, plafoniere
cilindriche, eleganti, ma senza rubare la scena per rendere la sede diplomatica
un luogo accogliente e funzionale allo sviluppo di idee per cementare i legami.
La scelta di un edificio ricco di storia per ospitare l’ambasciata emiratina
non è casuale.Nel
tour all’interno di Villa Durante, l’ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti in
Italia, Saqr Nasser Ahmed Abdullah al Raisi, spiega che la scelta da parte
della leadership emiratina di acquistare l’edificio si basa sull’interesse
verso la storia e il patrimonio italiano e per questo ha voluto che la sede
dell’ambasciata in una capitale come Roma fosse all’altezza della sua storia e
lascito, ed è un messaggio chiaro della grande attenzione che gli Emirati
porgono alle già solide relazioni fra i due paesi amici, contribuendo alla
conservazione del patrimonio artistico italiano, tema che gli Emirati
valorizzano enormemente.
Villa
Durante, oggi sede dell’ambasciata emiratina a Roma, sorge a due passi da Porta
Pia, in Piazzale della Croce Rossa. A volerne la costruzione, il medico
chirurgo originario di Letojanni, in Provincia di Messina, primario e
cofondatore del Policlinico Umberto I, che, dal 1889, divenne senatore del
Regno d’Italia. La facciata di struttura neorinascimentale è divisa in due
ordini, ha un pronao con quattro colonne doriche in marmo di Taormina,
proveniente dall’antica fiumara di Letojanni, che sorreggono un balcone
balaustrato al piano superiore. Nel 2003, la Villa si aggiudica il Premio dell’Unione
europea per il patrimonio culturale, come ricorda la targa posta all’esterno
dell’edificio.Entrando
nella sede dell’ambasciata emiratina a Roma, si viene avvolti in un’atmosfera
di magnificenza ed eleganza e ci si sente da subito traghettati verso il mondo
mediorientale. Intravedendo sullo sfondo una scala monumentale tripartita che
sale al piano superiore, nell’atrio d’ingresso si trova un tappeto afgano color
verde acqua dalle tinte delicate e, perfettamente, plasmate nell’insieme. Il
tappeto è stato confezionato negli Emirati, con supporto della Sheikha Fatima
bint Mohammed Foundation Initiative figlia dello Sheikh Mohammad bin Zayed
principe ereditario di Abu Dhabi, da donne afgane danneggiate dalle guerre,
sotto la spinta di emancipazione femminile promossa dalla Sheikha Fatima bint
Mubarak, moglie del defunto fondatore Sheikh Zayed. Il tappeto porta idealmente
in visitatore dalla Roma umbertina, dall’Europa, verso il mondo orientale come
il celebre personaggio di Aladino di uno dei romanzi simbolo della letteratura
araba “Le mille e una notte”.
Nelle
due sale ai lati dell’ingresso, si trovano sale con soffitti impreziositi da
dipinti in tempera dove sono raffigurati i membri della famiglia Durante e
mosaici bicromi in bianco e nero in perfetto stato di conservazione. Sulle
pareti sono presenti quadri di artisti emiratini scelti per integrare,
armoniosamente, le arti delle due culture, come quello di Abdelqader al Rayyes,
di cui nella sala a destra si osservano due tele con raffigurazioni
calligrafiche arabe. Al centro dell’atrio, si trova un mosaico bicromo
pavimentale di ispirazione ellenistica, mentre sulla sua sommità l’ “impluvium”
dell’atrio romano lascia il posto a un ampio lucernario. Nella sala da cui si
accede al piano superiore, campeggia dall’alto un lampadario di fattura
italiana con pendenti in vetro e polvere dorata che illumina una miniatura
della Grande moschea di Sheikh Zayed bin Sultan Al Nahyan, padre fondatore
degli Emirati.
La
costruzione dell’edificio religioso, dove si trovano esclusivamente marmi di
Carrara, ha visto impegnata anche l’azienda Salini Impregilo, tra le altre.
Inoltre, i due bassorilievi simboleggianti la Sicilia e Roma, rispettivamente,
la terra natale e adottiva del committente, che emergono sulla parete di fondo
evidenziano il tema dell’importanza dei legami. La sala di maggior pregio
architettonico di Villa Durante si trova a destra dell’atrio denominata Sala
delle Stagioni. Sulle quattro volte del soffitto sono raffigurate, infatti,
estate, autunno, inverno e primavera. Tre delle quattro pareti sono
impreziosite con quadri di artisti emiratini in perfetta sintonia con le
raffigurazioni del soffitto. Sotto alla raffigurazione dell’estate, campeggia
un quadro dove è raffigurata una donna in abiti tradizionali, mentre in
corrispondenza dell’autunno, stagione della caccia, è appeso un quadro con il
falco, uno dei simboli degli Emirati. L’affresco dell’inverno con un paesaggio
innevato sovrasta la tela di un uomo con falco che indossa la tradizionale
tunica bianca che richiama il candore della neve. Infine, l’affresco della
primavera sovrasta la parete dotata di schermo intelligente, presente in ogni
sala, per restare sempre collegati e proiettati verso il futuro.
Ognuna
delle sale della Villa ospita regolarmente eventi culturali, di rappresentanza,
ma anche scambi tra la comunità imprenditoriale emiratina e quella italiana. L’idea
di base è non solo arricchire lo scambio tra i due paesi, ma far comprendere
agli investitori italiani e anche europei il ruolo di hub commerciale che
rappresentano gli Emirati Arabi Uniti verso i mercati del sud-est asiatico e l’Africa,
ha spiegato l’ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti in Italia, Saqr Nasser
Ahmed Abdullah al Raisi. Creare un ponte tra Europa e Golfo, passando per il
Mediterraneo, e affacciandosi sull’Oceano indiano è la strategia degli Emirati
ben sintetizzata dallo slogan di Expo 2020 “Connecting Minds, Creating the
Future”, ovvero mettere in contatto le idee per creare il futuro. Il tema del
legame e dell’intreccio tra passato e presente con un occhio sempre aperto al
futuro campeggia al piano superiore della sede diplomatica. La triade
presente-passato-futuro emerge con forza dai lampadari con tre cerchi color acciaio
che illuminano idealmente la strada che dall’Italia porta verso gli Emirati e
ancora oltre.
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