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 giovedì 15 marzo 2012

CONTRADA BADESSA A FARO SUPERIORE – MESSINA

SI ELIMINA UN MARCIAPIEDE PER COSTRUIRE UN PALAZZO.. ACCADE ANCHE QUESTO!

di Giovanni Tomasello


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Purtroppo, a Messina non si finisce mai di stupirsi. Talmente, è grande l’egoismo delle persone, cui interessa solo salvaguardare i propri meschini interessi, pur di vedere realizzato qualcosa.

E se questo qualcosa è una palazzina con un corpo di fabbrica avanzato, che occupa un marciapiede preesistente, poco importa se la realizzazione provoca gravi disagi ai pedoni, specialmente, se diversamente abili. Le foto parlano chiaro e dicono meglio delle parole, perché su altri marciapiedi della contrada Badessa, a Faro Superiore, di cui stiamo scrivendo, sorgono i pali dell’illuminazione al centro del passaggio impedendo a qualsiasi disabile di percorrerlo con una sedia a rotelle. Ma la cosa, ancora, più grave è che i suddetti marciapiedi sorgono prospicienti il capolinea del bus A.T.M. con pericolo di possibili incidenti.

Di questa situazione di grave disagio, che i residenti della contrada vivono, ormai, da 15 anni (periodo in cui una cooperativa edilizia costruì questo insediamento abitativo), abbiamo parlato con un abitante del luogo, il quale ci racconta che: “chi ha costruito ha abusato di due metri e mezzo di marciapiede che manca, più due metri di spazio circostante adibito a parcheggi preesistenti. Difatti, prima della costruzione delle palazzine, erano state fatte le opere di urbanizzazione. Pertanto, ci troviamo di fronte ad un abuso per via di questa restrizione sia del marciapiede che della strada, il quale provoca pericoli non indifferenti. Aggiungo che prima di realizzare la palazzina che, adesso, si trova in mezzo al marciapiede, era previsto che doveva essere effettuato un arretramento di cinque metri dal ciglio della strada”.

L’Associazione Italiana “Familiari e Vittime della Strada” assieme ad altre associazioni: “Meter e Miles”; “Senza Barriere”; “Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti”; “Centro Helen Keller”; “Legambiente dei Peloritani” e “Anch’io Sindrome di Down”, lo scorso 10 marzo, coraggiosamente, hanno manifestato per tenere viva l’attenzione su questo abuso edilizio che non tiene conto, assolutamente, dei diritti di tutti i cittadini, siano essi “normali” o disabili.

Siamo sicuri che non demorderanno nella loro lotta che ci auguriamo possa portare ad affermare il principio del rispetto della persona umana e non dei propri miseri interessi.


 


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