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 lunedì 12 marzo 2012

DIVERSAMENTE ABILI E LORO DIRITTI

ASSOCIAZIONE ITALIANA VITTIME DELLA STRADA – INTERVISTA ALLA PRESIDENTE GIUSEPPA CASSANITI MASTROJENI

di Giovanni Tomasello


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Lo scorso 10 marzo si è svolta una pacifica manifestazione in contrada Badessa, a Faro Superiore, in Messina, dove ‘si è edificato’, circa 15 anni fa, da parte di una cooperativa edilizia e dove ‘si è scoperto’ che, addirittura, si sono costruiti corpi di fabbrica ingoiando, letteralmente, il marciapiede, peraltro, costruito prima dell’insediamento abitativo, assieme alla pubblica illuminazione e altre opere di urbanizzazione. L’iniziativa è stata voluta dall’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada, presieduta da Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, e sposata, anche, da altre associazioni come la Meter e Miles, la Senza Barriere, l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, il Centro Helen Keller, Legambiente dei Peloritani e Anch’io Sindrome di Down.

I ‘perché’ dell’iniziativa li abbiamo ascoltati dalla presidente Mastrojeni: “Le motivazioni che ci hanno portato qui stamattina riguardano la sicurezza e la difesa dei diritti dei più deboli. Ci era stato riferito che un corpo avanzato di una palazzina invade il marciapiede creando problemi a coloro che transitano a piedi. Corpo che non ci doveva essere. Noi chiediamo che le istituzioni siano ligi alla legalità e che utilizzino il potere non per tutelare interessi privati, ma, piuttosto, in difesa dell’interesse generale. Siamo qui per ribadire il nostro impegno per una inversione culturale e questa è la prima tappa di un percorso per l’abbattimento delle barriere architettoniche e, anche, mentali. Purtroppo, a Messina, resiste una situazione stagnante in rapporto ai poteri forti che interpretano la legge in senso restrittivo. Ad esempio, la norma stabilisce il diritto di veduta dei serbatoi dell’acqua all’interno del cortile di un condominio. In questo caso non si ledono i diritti di nessuno, anzi, si pongono in secondo piano i diritti delle persone con disabilità. Dove abito io, ad esempio, hanno impedito la costruzione di un ascensore in via San Filippo Bianchi, solo perché si impediva la veduta dei serbatoi dell’acqua, nonostante, la costruzione (dell’ascensore) veniva fatta in vetro pressurizzato che avrebbe permesso, ugualmente, la visione.

Superare le barriere mentali significa guardare la realtà con una visione aperta alla vita come realtà di tutti. Successivamente, alla manifestazione di oggi 10 marzo, la seconda tappa sarà la costituzione di un coordinamento per la difesa dei diritti dei più deboli. Allorquando, ci sarà di preservare un diritto, dato che le maggiori barriere si trovano all’interno della pubblica amministrazione, noi faremo pubbliche manifestazioni mettendo in evidenza che si valutino in maniera seria i diritti dei disabili che superano tutti gli altri ‘diritti’”.

Ma, secondo Lei, è, sempre, un problema di voti il perché il sistema politico frena a fronte della difesa dei diritti dei disabili?

In Italia la situazione è alla deriva. Deve avvenire un cambiamento culturale ed etico dove ciascuno si riconosce al servizio del posto che occupa, senza far prevalere il potere e l’arroganza, secondo i valori della persona, del servizio, dell’azione umana tesa a far vivere la vita in maniera normale a tutti. Ecco, l’importanza di questo coordinamento come dicevo prima. L’associazione che presiedo è vero che è nata in difesa dei familiari delle vittime della strada, ma le vittime non sono solo quelle che muoiono, ma, anche, quelli che restano sulla sedia a rotelle, che restano immobilizzate. Esiste una grave lesione del diritto alla salute. Noi dobbiamo fare in modo che la società attenzioni questi fatti in maniera adeguata. Il problema riguarda un cambiamento culturale di mentalità non solo delle istituzioni, ma, anche, dei cittadini. E per promuovere questo cambiamento è necessario coinvolgere, anche, gli organi di stampa. La mia idea è quella di promuovere l’attivazione di una trasmissione televisiva sui diritti dei più deboli. Vedo, sempre, trasmissioni su cose le più varie, ma lei pensa sia giusto dare spazio ogni giorno al calcio, piuttosto, che dare spazio ai problemi esistenziali, umani, mettendo in evidenza tutte le disfunzioni?”.

Raccogliamo la sfida della presidente Cassaniti Mastrojeni per attivarci, affinché, questo suo desiderio diventi realtà.


 


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