DIVERSAMENTE ABILI E LORO DIRITTI
ASSOCIAZIONE ITALIANA VITTIME DELLA STRADA – INTERVISTA ALLA PRESIDENTE GIUSEPPA CASSANITI MASTROJENI
di Giovanni Tomasello
Lo scorso 10 marzo si è svolta
una pacifica manifestazione in contrada Badessa, a Faro Superiore, in Messina, dove
‘si è edificato’, circa 15 anni fa, da parte di una cooperativa edilizia e dove
‘si è scoperto’ che, addirittura, si sono costruiti corpi di fabbrica ingoiando,
letteralmente, il marciapiede, peraltro, costruito prima dell’insediamento
abitativo, assieme alla pubblica illuminazione e altre opere di urbanizzazione.
L’iniziativa è stata voluta dall’Associazione
Italiana Familiari Vittime della Strada,
presieduta da Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, e sposata, anche, da altre
associazioni come la Meter e Miles, la
Senza Barriere, l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, il
Centro Helen Keller, Legambiente dei Peloritani e Anch’io Sindrome di Down.
I ‘perché’ dell’iniziativa li
abbiamo ascoltati dalla presidente Mastrojeni: “Le motivazioni che ci hanno portato qui stamattina riguardano la
sicurezza e la difesa dei diritti dei più deboli. Ci era stato riferito che un
corpo avanzato di una palazzina invade il marciapiede creando problemi a coloro
che transitano a piedi. Corpo che non ci doveva essere. Noi chiediamo che le
istituzioni siano ligi alla legalità e che utilizzino il potere non per
tutelare interessi privati, ma, piuttosto, in difesa dell’interesse generale.
Siamo qui per ribadire il nostro impegno per una inversione culturale e questa
è la prima tappa di un percorso per l’abbattimento delle barriere
architettoniche e, anche, mentali. Purtroppo, a Messina, resiste una situazione
stagnante in rapporto ai poteri forti che interpretano la legge in senso
restrittivo. Ad esempio, la norma stabilisce il diritto di veduta dei serbatoi
dell’acqua all’interno del cortile di un condominio. In questo caso non si
ledono i diritti di nessuno, anzi, si pongono in secondo piano i diritti delle
persone con disabilità. Dove abito io, ad esempio, hanno impedito la
costruzione di un ascensore in via San Filippo Bianchi, solo perché si impediva
la veduta dei serbatoi dell’acqua, nonostante, la costruzione (dell’ascensore)
veniva fatta in vetro pressurizzato che avrebbe permesso, ugualmente, la
visione.
Superare le barriere mentali significa guardare la realtà con una
visione aperta alla vita come realtà di tutti. Successivamente, alla
manifestazione di oggi 10 marzo, la seconda tappa sarà la costituzione di un coordinamento
per la difesa dei diritti dei più deboli. Allorquando, ci sarà di preservare un
diritto, dato che le maggiori barriere si trovano all’interno della pubblica
amministrazione, noi faremo pubbliche manifestazioni mettendo in evidenza che
si valutino in maniera seria i diritti dei disabili che superano tutti gli
altri ‘diritti’”.
Ma, secondo Lei, è, sempre, un
problema di voti il perché il sistema politico frena a fronte della difesa dei
diritti dei disabili?
“In Italia la situazione è alla deriva. Deve avvenire un cambiamento
culturale ed etico dove ciascuno si riconosce al servizio del posto che occupa,
senza far prevalere il potere e l’arroganza, secondo i valori della persona,
del servizio, dell’azione umana tesa a far vivere la vita in maniera normale a
tutti. Ecco, l’importanza di questo coordinamento come dicevo prima. L’associazione
che presiedo è vero che è nata in difesa dei familiari delle vittime della
strada, ma le vittime non sono solo quelle che muoiono, ma, anche, quelli che
restano sulla sedia a rotelle, che restano immobilizzate. Esiste una grave
lesione del diritto alla salute. Noi dobbiamo fare in modo che la società
attenzioni questi fatti in maniera adeguata. Il problema riguarda un
cambiamento culturale di mentalità non solo delle istituzioni, ma, anche, dei
cittadini. E per promuovere questo cambiamento è necessario coinvolgere, anche,
gli organi di stampa. La mia idea è quella di promuovere l’attivazione di una
trasmissione televisiva sui diritti dei più deboli. Vedo, sempre, trasmissioni
su cose le più varie, ma lei pensa sia giusto dare spazio ogni giorno al
calcio, piuttosto, che dare spazio ai problemi esistenziali, umani, mettendo in
evidenza tutte le disfunzioni?”.
Raccogliamo la sfida della presidente
Cassaniti Mastrojeni per attivarci, affinché, questo suo desiderio diventi
realtà.
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