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 venerdì 18 maggio 2018

IL MISTERO DELL’ANNUNCIATA

Roma – Analisi e interpretazione dell’Annunciata di Antonello da Messina

di Redazione


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Nell’ambito della programmazione culturale, promossa dal monsignor Jean-Marie Gervais, prefetto coadiutore del Capitolo Vaticano, il Palazzo del Bramante, dove ha sede la Cancelleria Apostolica Vaticana della Santa Sede a Roma, ospiterà il 24 maggio 2018, alle ore 16.00, la presentazione del volume che svela “Il Mistero dell’Annunciata”, promosso dal GruppoArte16 e pubblicato da I Libri di Emil edizione Odoya. Uno dei capolavori dell’arte più enigmatici e misteriosi della storia dell’arte universale, l’Annunciata di Antonello da Messina ha interessato i più autorevoli storici dell’arte per oltre un secolo, oggi per la prima volta i suoi enigmi vengono svelati in un libro dagli storici dell’arte Mauro Lucco, Renato Tomasino e Giovanni Taormina.

L’Associazione “GruppoArte16”, neocostituita, ha colto l’invito giunto dal prefetto coadiutore del Capitolo Vaticano, Jean Marie Gervais che interverrà alla presentazione del volume in qualità di presidente dell’Associazione culturale “Tota Pulchra”, come relatore esperto d’arte e temi di natura teologica. A rappresentare la cultura e la regione Siciliana, ci sarà il professore Sebastiano Tusa, assessore regionale alla Cultura, quindi, gli interventi del critico d’arte e intellettuale, Alessandro Cappabianca, e il restauratore Franco Fazzio che ha seguito lo spostamento delle opere di Antonello da Messina al G7 di Taormina. La giornata sarà opportuna per parlare dello sviluppo sulle nanotecnologie che il GruppoArte16 sta portando avanti unitamente alla 4ward360-nanotecnology, con un apposito intervento del suo coordinatore scientifico Marco Zeppa, per quel che riguarda la conservazione di opere lignee di interesse storico culturale.

Il Mistero dell’Annunciata

Gli autori del libro saranno presenti il 24 maggio per rispondere alle domande sull’argomento. Per la prima volta in Italia, tratteranno temi legati alla teatralità delle annunciazioni, confermando con un’analisi scientifica, che l’opera stessa è un’annunciazione, svelando le scritte del libro dipinto da Antonello da Messina, in cui il capolettera oncialico di una “M” fa riferimento al libro del Magnificat. Altri elementi tassonometrici che non sono visibili, ma presenti, come la colomba dello Spirito Santo, sono evidenziati con un tema che, per la prima volta nella storia dell’arte, introduce questa chiave di lettura: il Soffio. Con citazioni di altri esempi ricavati dalla mitologia come quelli della Primavera di Botticelli. La ricerca svela, inoltre, come Antonello influenzerà la pittura di Donato Bramante anticipando la pittura emozionale di Leonardo Da Vinci.

Queste e altre le sorprese rivelate nel volume “Il Mistero dell’Annunciata” che illustra, dettagliatamente e scientificamente, la volontà di Antonello da Messina, per la prima volta in cinquecento anni, dopo gli studi di oltre un secolo da parte di studiosi di tutto il mondo. Nessuno prima d’ora aveva pensato di andare oltre lo spazio bidimensionale, proiettando lo sguardo all’estensione scenografica del dipinto. L’équipe di studiosi e operatori culturali del GruppoArte16 propone un volume sul “Mistero dell’Annunciata” che contiene le relazioni presso la Sede del Consiglio dei Ministri, Palazzo Chigi in Roma, nelle quali si sconvolgono le prospettive d’analisi sul capolavoro di Antonello da Messina. I Laudari centro-italici confermano le diverse fasi dell’Annunciazione, dettando le scansioni e gli oggetti simbolici dello spettacolo sacro. Di conseguenza, ogni pittore che abbia eseguito un’Annunciazione si è uniformato a tali “tassonomie” iconografiche.

A causa dell’assenza di queste, si è, però, messo in dubbio che l’Annunciata di Palermo con il suo ammaliante primo piano di una stupenda fanciulla, e niente altro, ritragga qualcosa che ha a che fare con l’Annunciazione e, quindi, ha messo in contrapposizione personalità della storia dell’arte come Federico Zeri – che negò che fosse un’annunciazione in quanto manca l’angelo –, Roberto Loghi definì la mano tesa come un tentativo di arrestare l’angelo perché impaurita e così tanti altri storici dell’arte hanno cercato di carpirne i misteri; ma l’analisi accurata di Giovanni Taormina qui presentata è giunta alla conclusione che, invece, proprio dell’Annunciazione si tratta: la Vergine, ormai, ha superato ogni timore e si apre con disponibilità alle spiegazioni del messaggero divino, con il piglio schietto di una fanciulla del popolo. Se ciò è vero, l’angelo sarà di fronte alla Madonna, sarà ciò che lei guarda, ovvero lo spettatore.

E sarà semi-inginocchiato, poiché lo sguardo di lei è reclinante un po’ di lato e verso il basso. Trovate le posizioni reciproche dei due protagonisti, il resto dello spazio sacro – la stanza della Vergine – sarà una conseguenza scaturita da quello sguardo, quella mano protesa e le pagine del libro svolazzanti. Tutto è però lasciato all’immaginazione dell’osservatore che – con più di un secolo d’anticipo sui labirinti della visione manieristi e barocchi – è costretto a immaginare attorno a sé lo spazio mancante e gli oggetti tassonomici che lo animano disignificati simbolici. Il p.p. dell’Annunciata è, dunque, il primo capolavoro in assoluto in cui si manifesta una concezione labirintica della pittura. Secondo Renato Tomasino si anticipa “Las Maninas” di Velasquez.

Dopo una penetrante introduzione al tema di Mauro Lucco – autore della più grande mostra su Antonello da Messina presentata alle Scuderie del Quirinale – segue uno sviluppo del tema iconografico dell’Annunciazione dal romanico fino al barocco fornito da Renato Tomasino, il quale mostra il totale parallelismo tra arti figurative e spettacolo sacro, soffermandosi infine sull’ardito spazio labirintico del capolavoro di Antonello; lo studio di Giovanni Taormina evidenzia la funzione di elemento di montaggio (filmico ante litteram) del p.p. della Vergine, nonché l’antica scrittura “oncialica” delle pagine del libro svolazzanti a causa del soffio della Grazia, a partire dall’individuazione della grande “M” rossa che designa l’intonazione del “Magnificat” in gloria del Sacro Evento, quindi, si spiega che ci troviamo oltre l’annuncio e non, come spiegava Longhi, che la fanciulla arresta l’angelo, anche perché – come dice Lucco – la mano è, semplicemente, un gesto di benedicevole accoglienza, un assenso alla volontà di Dio; sia fatta la Tua volontà e lo Spirito Della Grazia irrompe e Antonello lo mostra attraverso le pagine svolazzanti che il soffio Divino ha Prodotto: una scoperta davvero risolutiva.


 


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