MESSINA
Città Metropolitana e Libero Consorzio Comunale nell’ordinamento siciliano
di Redazione
Si
è svolta, presso il Dipartimento di Scienze politiche e giuridiche, una Tavola
rotonda su “Città Metropolitana e Libero Consorzio Comunale nell’ordinamento
siciliano”, organizzata dalla Cattedra di istituzioni di diritto pubblico del
CdL in Scienze politiche e delle relazioni internazionali. All’iniziativa,
promossa dal prof. Pierangelo Grimaudo, hanno preso parte l’assessore delle
Autonomie locali della Regione siciliana, avv. Bernadette Grasso, e il prof.
Andrea Piraino dell’Università degli Studi di Palermo. Nel corso dei lavori, è
stato, preliminarmente, evidenziato dal prof. Grimaudo, che l’ente locale
intermedio è stato investito, negli ultimi anni, da un disordinata congerie di
tentativi di riforma sull’onda di una polemica politica tesa a delegittimare l’esistenza
stessa delle province, bollate come enti inutili e dispendiosi, senza la benché
minima sensibilità alle funzioni da queste svolte, ad esempio, in materia di
edilizia scolastica e di viabilità extra urbana, e dal dato economico del
risparmio di risorse pubbliche che si è rilevato in questi anni ben più modesto
delle previsioni.
La
riforma Delrio, operante a pieno titolo per le Regioni a statuto ordinario,
resta un disegno incompiuto e, soprattutto, piuttosto ambiguo rispetto al tema
dell’individuazione delle funzioni di coordinamento e programmazione di un’area
vasta che potrebbe dare una reale fisionomia innovativa alle Città
metropolitane. Per altro verso, l’intervento dell’assessore delle Autonomie
locali, entrando nello specifico della normativa “speciale” della Regione siciliana
che in materia gode di potestà legislativa esclusiva, ha sottolineato la
oggettiva difficoltà di pervenire a un riassetto complessivo di una materia
così delicata a causa della pretesa del legislatore nazionale di sottoporre
strettamente la normativa siciliana a vincoli derivanti dalla legge dello
Stato, finendo così per svuotare la peculiare potestà siciliana in materia di
Enti locali.
Altro
fattore che dovrebbe essere considerato in via prioritaria da parte del
legislatore, secondo il prof. Piraino, è l’evidente trasformazione dell’elemento
territoriale che si riflette su quello delle funzioni dell’ente, posto che le
incipienti evoluzioni tecnologiche hanno profondamente cambiato la dimensione
spazio-temporale nella quale si realizzano le relazioni tra persone e tra
comunità. Sicché, la nuova dimensione dell’autonomia trascende largamente le
potestà, le materie di competenza e il territorio, ma risiede piuttosto, nella
capacità relazionale dell’ente con altri contesti istituzionali e sociali di
varia dimensione. Il prof. Stefano Agosta, intervenuto nel dibattito, ha,
inoltre, rilevato come alla luce della giurisprudenza costituzionale
difficilmente la legge siciliana del 2017 potrà passare indenne al varo della
Corte sul punto dell’elezione a suffragio diretto del consiglio e dell’organo
monocratico.
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