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 martedì 8 maggio 2018

MESSINA

Città Metropolitana e Libero Consorzio Comunale nell’ordinamento siciliano

di Redazione


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Si è svolta, presso il Dipartimento di Scienze politiche e giuridiche, una Tavola rotonda su “Città Metropolitana e Libero Consorzio Comunale nell’ordinamento siciliano”, organizzata dalla Cattedra di istituzioni di diritto pubblico del CdL in Scienze politiche e delle relazioni internazionali. All’iniziativa, promossa dal prof. Pierangelo Grimaudo, hanno preso parte l’assessore delle Autonomie locali della Regione siciliana, avv. Bernadette Grasso, e il prof. Andrea Piraino dell’Università degli Studi di Palermo. Nel corso dei lavori, è stato, preliminarmente, evidenziato dal prof. Grimaudo, che l’ente locale intermedio è stato investito, negli ultimi anni, da un disordinata congerie di tentativi di riforma sull’onda di una polemica politica tesa a delegittimare l’esistenza stessa delle province, bollate come enti inutili e dispendiosi, senza la benché minima sensibilità alle funzioni da queste svolte, ad esempio, in materia di edilizia scolastica e di viabilità extra urbana, e dal dato economico del risparmio di risorse pubbliche che si è rilevato in questi anni ben più modesto delle previsioni.

La riforma Delrio, operante a pieno titolo per le Regioni a statuto ordinario, resta un disegno incompiuto e, soprattutto, piuttosto ambiguo rispetto al tema dell’individuazione delle funzioni di coordinamento e programmazione di un’area vasta che potrebbe dare una reale fisionomia innovativa alle Città metropolitane. Per altro verso, l’intervento dell’assessore delle Autonomie locali, entrando nello specifico della normativa “speciale” della Regione siciliana che in materia gode di potestà legislativa esclusiva, ha sottolineato la oggettiva difficoltà di pervenire a un riassetto complessivo di una materia così delicata a causa della pretesa del legislatore nazionale di sottoporre strettamente la normativa siciliana a vincoli derivanti dalla legge dello Stato, finendo così per svuotare la peculiare potestà siciliana in materia di Enti locali.

Altro fattore che dovrebbe essere considerato in via prioritaria da parte del legislatore, secondo il prof. Piraino, è l’evidente trasformazione dell’elemento territoriale che si riflette su quello delle funzioni dell’ente, posto che le incipienti evoluzioni tecnologiche hanno profondamente cambiato la dimensione spazio-temporale nella quale si realizzano le relazioni tra persone e tra comunità. Sicché, la nuova dimensione dell’autonomia trascende largamente le potestà, le materie di competenza e il territorio, ma risiede piuttosto, nella capacità relazionale dell’ente con altri contesti istituzionali e sociali di varia dimensione. Il prof. Stefano Agosta, intervenuto nel dibattito, ha, inoltre, rilevato come alla luce della giurisprudenza costituzionale difficilmente la legge siciliana del 2017 potrà passare indenne al varo della Corte sul punto dell’elezione a suffragio diretto del consiglio e dell’organo monocratico.


 


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