PATOLOGIE
Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno
di Redazione
La
sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSA) è una patologia ampiamente
sottovalutata e molto diffusa, una vera e propria epidemia che colpisce un
numero di persone simile al diabete, caratterizzata da russamento e frequenti
apnee durante il sonno che causano riduzione dei valori di ossigeno nel sangue
con problemi cardio-respiratori e alterazione del sonno notturno con conseguente
eccessiva sonnolenza. Ma l’OSA non è solo causa di eccessiva sonnolenza: è,
infatti, spesso associata alle principali patologie croniche (obesità, sindrome
metabolica e diabete, infarto, ictus e insufficienza respiratoria) che,
attualmente, rappresentano le principali cause di morte nelle società
contemporanee. Secondo il rapporto Oms, circa 17 milioni di persone muoiono
prematuramente ogni anno proprio a causa di un’epidemia globale di malattie
croniche e il numero che continua a crescere.
Questa
patologia colpisce soprattutto la popolazione maschile tra i 40 e i 70 anni con
una prevalenza variabile dal 15% al 50% della popolazione. Quindi, in Italia ci
si attende che circa 6 milioni maschi in età lavorativa siano affetti da OSA. Questo
dato viene ampiamente confermato in un recentissimo studio durato due anni
(2016-2017), sulla più ampia popolazione italiana mai studiata per questa
patologia (11.000 autotrasportatori italiani maschi), scaturito da una
collaborazione fra due Enti istituzionali, COMITATO MIT – Ministero delle
Infrastrutture e Trasporti e DINOGMI – Dipartimento di Neuroscienze,
Riabilitazione, Oftalmologia, Genetica e Scienze Materno-Infantili dell’Università
degli Studi di Genova. “Abbiamo ormai
certezza che i pazienti che vengono trattati migliorano sicuramente la loro
qualità di vita e benessere – sottolinea la pneumologa, dottoressa Loreta
Di Michele esperta di disturbi del sonno – inoltre,
è importante sottolineare che i
pazienti con le forme più gravi della malattia, se adeguatamente trattati presentano una maggiore aspettativa di vita
rispetto a chi non viene curato”.
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