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Messina – La ghigliottina dei commercianti
di Redazione
Mentre
in Città il quadro delle alleanze locali si va delineando e la campagna
elettorale sembra sempre più interessata al gossip politico piuttosto che ai
temi, la crisi delle attività commerciali rischia di diventare una condizione
irreversibile per molti dei nostri operatori economici. Sono sempre più
numerose le saracinesche che, giorno dopo giorno, rimangono abbassate persino
nelle principali vie cittadine. Questo quadro già precario è stato,
ulteriormente, aggravato dall’adozione del Regolamento C.O.S.A.P. del Comune di
Messina, che disciplina il rilascio delle concessioni per l’occupazione di
spazi e aree pubbliche e per l’applicazione del relativo canone, oltre che all’incremento
delle tariffe del 2011.
La
tassa comunale che incide sui commercianti che vogliono utilizzare aree
esterne, a Messina, nonostante la recente decurtazione, ammonta a circa 10 mila
euro per 100 mq, a fronte dei 2 mila e 6 mila euro che pagano gli esercenti
trapanesi e catanesi. Una somma che appare proibitiva e che, come appare
evidente dal paragone con le altre città siciliane, manifesta una sproporzione
tra il corrispettivo richiesto e il valore dell’area concessa.Nell’ottica
di rilanciare le attività commerciali e di snellire la macchina amministrativa
cittadina, il Regolamento C.O.S.A.P. andrebbe immediatamente modificato anche
in modo da ridurre i tempi biblici con i quali vengono esitate le pratiche per
ottenere le concessioni, introducendo una norma che preveda che l’occupazione
di aree, almeno quelle temporanee, possa avvenire attraverso la redazione di
una istanza auto assentita accompagnata da relazione di tecnico iscritto all’albo
oltre che riducendo le tariffe che meritano di essere adeguate a quelle delle
altre città siciliane.Nell’ottica
anche di un rinnovato rapporto tra pubblico e privato, sarà importante
prevedere la possibilità di compensare le cifre da corrispondere attraverso l’investimento
in arredi urbani concertati o in iniziative culturali, sociali o di filiera (“baratto
amministrativo”).
Maria
Flavia Timbro
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