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 mercoledì 2 maggio 2018

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Messina – La ghigliottina dei commercianti

di Redazione


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Mentre in Città il quadro delle alleanze locali si va delineando e la campagna elettorale sembra sempre più interessata al gossip politico piuttosto che ai temi, la crisi delle attività commerciali rischia di diventare una condizione irreversibile per molti dei nostri operatori economici. Sono sempre più numerose le saracinesche che, giorno dopo giorno, rimangono abbassate persino nelle principali vie cittadine. Questo quadro già precario è stato, ulteriormente, aggravato dall’adozione del Regolamento C.O.S.A.P. del Comune di Messina, che disciplina il rilascio delle concessioni per l’occupazione di spazi e aree pubbliche e per l’applicazione del relativo canone, oltre che all’incremento delle tariffe del 2011.

La tassa comunale che incide sui commercianti che vogliono utilizzare aree esterne, a Messina, nonostante la recente decurtazione, ammonta a circa 10 mila euro per 100 mq, a fronte dei 2 mila e 6 mila euro che pagano gli esercenti trapanesi e catanesi. Una somma che appare proibitiva e che, come appare evidente dal paragone con le altre città siciliane, manifesta una sproporzione tra il corrispettivo richiesto e il valore dell’area concessa.Nell’ottica di rilanciare le attività commerciali e di snellire la macchina amministrativa cittadina, il Regolamento C.O.S.A.P. andrebbe immediatamente modificato anche in modo da ridurre i tempi biblici con i quali vengono esitate le pratiche per ottenere le concessioni, introducendo una norma che preveda che l’occupazione di aree, almeno quelle temporanee, possa avvenire attraverso la redazione di una istanza auto assentita accompagnata da relazione di tecnico iscritto all’albo oltre che riducendo le tariffe che meritano di essere adeguate a quelle delle altre città siciliane.Nell’ottica anche di un rinnovato rapporto tra pubblico e privato, sarà importante prevedere la possibilità di compensare le cifre da corrispondere attraverso l’investimento in arredi urbani concertati o in iniziative culturali, sociali o di filiera (“baratto amministrativo”).

Maria Flavia Timbro


 


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