TRADIZIONI PASQUALI
La Settimana Santa a Caltagirone
di Giacomo Grimaldi
Nel
calendario cristiano, la Santa Pasqua comincia con la Domenica delle Palme,
celebrata domenica 25 marzo 2018. La Città di Caltagirone offre la possibilità
a fedeli e turisti di vivere, durante la Settimana Santa, particolari momenti
di preghiera, ormai diventati tradizioni fisse. Ad aprire le danze, il martedì è
la rappresentazione teatrale della Passione di Cristo, organizzata dall’Associazione
Culturale “La Scala”, e ormai arrivata alla sua XXII Edizione. A seguire, il Triduo Pasquale molto impegnativo e
molto sentito nella Città. Il Giovedì Santo, la serata è dedicata alla “Celebrazione
Eucaristica” dove si ricorda il gesto della Lavanda dei Piedi. Si effettua,
dunque, a partire dalle ore 20.30, la visita dei “Sepolcri”, realizzati in ogni
parrocchia. Gli altari vengono decorati in modo ogni anno differente. La
tradizione impone, inoltre, ai fedeli il numero dei “Sepolcri” da visitare:
bisogna, infatti, recarsi in almeno tre parrocchie o, comunque, visitarne un
numero dispari. Per concludere la serata, dopo alcuni momenti di preghiera, è
consueto un momento di Adorazione nella propria parrocchia.
Anche
il Venerdì Santo è molto seguito e attira diversi turisti, grazie alla
Processione del Cristo Morto e dell’Addolorata, che inizia alle ore 18.30 dalla
Cattedrale e si avvia per le strade del centro storico e alla quale prendono
parte anche il Corteo Storico del Senato Civico, che va in processione per le
festività, e le autorità religiose e civili. L’urna del Cristo fu disegnata,
nel 1851, da Don Salvatore Marino e realizzata dallo scultore Giuseppe Polizzi.
È scolpita in legno ed è sormontata da una corona anch’essa in legno. Al suo
interno, è posta una statua del Cristo in grandezza naturale ricavata da un
tronco di cipresso da Giuseppe Vaccaro. L’urna è trasportata lungo la
processione da alcuni fedeli che indossano una tipica veste rossa, simbolo dell’amore,
della passione e del sangue di Gesù. Il Simulacro dell’Addolorata fu, invece,
realizzato nel 1856 da Vincenzo Nigido. La Vergine ha una spada trafitta nel
cuore, una veste in velluto nero e uno Stellario d’oro sul capo.
A
conclusione, nella domenica di Pasqua è bello assistere all’antica spettacolare
rappresentazione de ‘A Giunta, che prende il nome dall’incontro tra San Pietro,
Gesù Risorto e la Vergine Maria. I momenti principali di questa
rappresentazione folkloristica sono due: ‘a Giunta (l’incontro) e ‘a Spartenza
(la separazione), durante i quali i tre simulacri di San Pietro, del Cristo
Risorto e della Madonna s’incontrano e si separano. San Pietro dopo esser
uscito dalla Chiesa a lui denominata, incontra con gioia Gesù Risorto e insieme
si recano a dare il lieto annuncio alla Madonna. Arrivato dinanzi a Maria,
avvolta con un manto nero, il santo s’inchina tre volte, comunicandole la
resurrezione del figlio e correndo poi verso Gesù per annunciare che la madre è
al corrente del miracolo. Madre e figlio così s’incontrano al centro della Piazza
e la Madonna, di fronte a quest’ultimo, depone il manto nero e si inchina tre
volte mentre la folla esulta, gridando “Ave Maria”. Il sito web del Comune di
Caltagirone descrive questa tradizione nel seguente modo: “‘A Giunta, certamente il momento più significativo e spettacolare della
festa, è l’esito di un preciso percorso: San Pietro, uscito dalla chiesa
omonima, dopo un breve tratto di strada, incontra con immensa gioia il Cristo
Risorto; entrambi, risalendo la Via Infermeria e attraversando Piazza Umberto,
si dirigono verso Piazza Municipio – il vero e proprio teatro dell’incontro –
per dare il lieto annuncio alla Madonna”.
Caratteristica
è anche la tradizione culinaria. Tipici sono i “panareddi”, fatti di pasta,
zucchero e strutto e, meticolosamente, lavorati a mano, decorati con diavoline,
chiodi di garofano e, poi, infornati; ma anche la “cubbaita” e la “giugulena”,
con i loro nomi arabi. Un sentito ringraziamento al fotoreporter Andrea
Annaloro, per i suoi meravigliosi scatti.
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