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 martedì 27 marzo 2018

TRADIZIONI PASQUALI

La Settimana Santa a Caltagirone

di Giacomo Grimaldi


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Nel calendario cristiano, la Santa Pasqua comincia con la Domenica delle Palme, celebrata domenica 25 marzo 2018. La Città di Caltagirone offre la possibilità a fedeli e turisti di vivere, durante la Settimana Santa, particolari momenti di preghiera, ormai diventati tradizioni fisse. Ad aprire le danze, il martedì è la rappresentazione teatrale della Passione di Cristo, organizzata dall’Associazione Culturale “La Scala”, e ormai arrivata alla sua XXII Edizione. A seguire, il Triduo Pasquale molto impegnativo e molto sentito nella Città. Il Giovedì Santo, la serata è dedicata alla “Celebrazione Eucaristica” dove si ricorda il gesto della Lavanda dei Piedi. Si effettua, dunque, a partire dalle ore 20.30, la visita dei “Sepolcri”, realizzati in ogni parrocchia. Gli altari vengono decorati in modo ogni anno differente. La tradizione impone, inoltre, ai fedeli il numero dei “Sepolcri” da visitare: bisogna, infatti, recarsi in almeno tre parrocchie o, comunque, visitarne un numero dispari. Per concludere la serata, dopo alcuni momenti di preghiera, è consueto un momento di Adorazione nella propria parrocchia.

Anche il Venerdì Santo è molto seguito e attira diversi turisti, grazie alla Processione del Cristo Morto e dell’Addolorata, che inizia alle ore 18.30 dalla Cattedrale e si avvia per le strade del centro storico e alla quale prendono parte anche il Corteo Storico del Senato Civico, che va in processione per le festività, e le autorità religiose e civili. L’urna del Cristo fu disegnata, nel 1851, da Don Salvatore Marino e realizzata dallo scultore Giuseppe Polizzi. È scolpita in legno ed è sormontata da una corona anch’essa in legno. Al suo interno, è posta una statua del Cristo in grandezza naturale ricavata da un tronco di cipresso da Giuseppe Vaccaro. L’urna è trasportata lungo la processione da alcuni fedeli che indossano una tipica veste rossa, simbolo dell’amore, della passione e del sangue di Gesù. Il Simulacro dell’Addolorata fu, invece, realizzato nel 1856 da Vincenzo Nigido. La Vergine ha una spada trafitta nel cuore, una veste in velluto nero e uno Stellario d’oro sul capo.

A conclusione, nella domenica di Pasqua è bello assistere all’antica spettacolare rappresentazione de ‘A Giunta, che prende il nome dall’incontro tra San Pietro, Gesù Risorto e la Vergine Maria. I momenti principali di questa rappresentazione folkloristica sono due: ‘a Giunta (l’incontro) e ‘a Spartenza (la separazione), durante i quali i tre simulacri di San Pietro, del Cristo Risorto e della Madonna s’incontrano e si separano. San Pietro dopo esser uscito dalla Chiesa a lui denominata, incontra con gioia Gesù Risorto e insieme si recano a dare il lieto annuncio alla Madonna. Arrivato dinanzi a Maria, avvolta con un manto nero, il santo s’inchina tre volte, comunicandole la resurrezione del figlio e correndo poi verso Gesù per annunciare che la madre è al corrente del miracolo. Madre e figlio così s’incontrano al centro della Piazza e la Madonna, di fronte a quest’ultimo, depone il manto nero e si inchina tre volte mentre la folla esulta, gridando “Ave Maria”. Il sito web del Comune di Caltagirone descrive questa tradizione nel seguente modo: “‘A Giunta, certamente il momento più significativo e spettacolare della festa, è l’esito di un preciso percorso: San Pietro, uscito dalla chiesa omonima, dopo un breve tratto di strada, incontra con immensa gioia il Cristo Risorto; entrambi, risalendo la Via Infermeria e attraversando Piazza Umberto, si dirigono verso Piazza Municipio – il vero e proprio teatro dell’incontro – per dare il lieto annuncio alla Madonna”.

Caratteristica è anche la tradizione culinaria. Tipici sono i “panareddi”, fatti di pasta, zucchero e strutto e, meticolosamente, lavorati a mano, decorati con diavoline, chiodi di garofano e, poi, infornati; ma anche la “cubbaita” e la “giugulena”, con i loro nomi arabi. Un sentito ringraziamento al fotoreporter Andrea Annaloro, per i suoi meravigliosi scatti.


 


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