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 giovedì 19 aprile 2018

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La celebrazione della “Giornata della terra”

di Redazione


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La celebrazione della “Giornata della terra”, fatta propria dalla CEI (uff. naz. problemi sociali e del lavoro, giustizia e pace) e promossa dal MCMC (Movimento Cattolico Mondiale per il Clima) e della Conferenza Europea della Commissione giustizia e pace, ci offre l’occasione di poter riflettere su tutte quelle tematiche che la Laudato sì dal 24 maggio 2015, data della sua pubblicazione, pone alla coscienza di ogni uomo sul futuro della “casa comune”, per ascoltare il grido della terra e dei poveri che la abitano, e a metterci noi stessi in comunione con essa. Si tratta di scelte non più rinviabili circa l’utilizzo delle risorse non rinnovabili, le materie e i mezzi che utilizziamo per mangiare, riscaldarci, muoverci, che necessitano di una radicale conversione a considerare come non siamo “padroni, ma custodi” del creato. Si tratta, quindi, non solo di “mantenere in vita”, ma di “consegnare” alle generazioni future quanto Dio ha messo a nostra disposizione.

Come insegna papa Francesco: “Dio perdona sempre, noi alle volte, la natura mai!”. Anche Papa Benedetto XVI ricordava come bisogna curare oltre all’“ecologia della natura” anche quella “spirituale”, se si vuole vivere la dimensione umana e spirituale della nostra esistenza e della nostra fede. Difendiamo “a ogni costo”: la vita, l’aria, l’acqua, il cibo, le nostre montagne, i nostri alberi, i fiori, il mare, le spiagge. Tutto è “sacro” se “serve” alla vita e al futuro dell’uomo! Sappiamo come, per noi meridionali, sia importante il concetto della “terra” che mantiene dei “riflessi biblici”. La terra è “sacra” perché ereditata, “mi appartiene” perché è frutto del lavoro e del sudore dei miei avi, “va salvaguardata” perché da essa si traggo il necessario per la sussistenza.

Tutti concetti condivisibili, ma che non giustificano, in nessun modo, il concetto distorto di “roba” di pirandelliana memoria. Le difficoltà con cui lo Stato riesce a entrare in possesso di beni sequestrati, perché di illecita provenienza, per metterli a disposizione della società civile; la distruzione di beni e fabbricati da parte di chi si ritiene defraudato del loro uso, perché nessuno ne possa usufruire; il barbaro attentato dell’autobomba del 9 aprile scorso che a Limbadi ha fatto saltare in aria il biologo Matteo Vinci a motivo “di questioni legate alla terra…”, sono chiara manifestazione di come questa Giornata possa, davvero, costituire, innanzitutto per le nostre Comunità Ecclesiali e per la Società Civile, un’occasione da non “sprecare”, perché forte è l’esigenza di risalita all’essenzialità.

Iniziative come queste sono da “condividere e diffondere” per “contagiare e conquistare” a una “causa giusta”, come quella della “Terra” che è madre e come tale va amata, rispettata, preservata da tutti. Nessuno si può, quindi, considerare “non interessato…”.La nostra credibilità di credenti passa attraverso le scelte quotidiane – come richiama Papa Francesco nella precedente Esortazione Apostolica sulla chiamata alla Santità nel mondo contemporaneo “Gaudete et Exsultate”. La santità, quindi, passa non attraverso “gesti eroici”, ma nella “mediocrità” della vita quotidiana che diventa “significativa” se motivata da “scelte fondamentali” che diventano la premessa per “trasformare e trasfigurare” ogni “piccolo gesto” in “scelta di vita”.

Fr. Giovanni Calcara, o.p. – Convento San Domenico – Soriano Calabro


 


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