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 venerdì 23 marzo 2018

MESSINA

Legge sulle unioni civili, se ne parla al convegno sulla Vulnerabilità esistenziale e strumenti di tutela

di Redazione


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Nei giorni 16 e 17 marzo, presso l’Università degli studi di Messina, Dipartimento di Giurisprudenza, si è tenuto un convegno sulla Vulnerabilità esistenziale e strumenti di tutela, con il patrocinio del Consiglio Notarile di Messina, l’Ordine degli Avvocati di Messina, il Comitato per le pari opportunità dell’Università di Messina e la Società Italiana degli studiosi del Diritto Civile. Il convegno ha offerto un’interessante e articolata disamina delle diverse forme di vulnerabilità sociale, e delle possibili tutele per aiutare le vittime di violenze domestiche, gli emigranti clandestini, le persone diversamente abili e altre categorie di persone che si trovano in una condizione di vulnerabilità sociale.

In particolare, la dott.ssa Rita Russo, consigliere della Corte d’Appello di Catania, è intervenuta sul tema “orientamenti sessuali e principio di non discriminazione”. La relatrice ha ripercorso il processo evolutivo della recente legge del 20 maggio 2016, n. 76, c.d. “Cirinnà”, che ha introdotto, nel nostro ordinamento, le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Come sempre avviene, la legge rappresenta la sintesi delle esigenze di regolamentazione che trovano la loro origine nella vita reale e animano i dibattiti culturali, i movimenti di opinione e le aule dei tribunali. Sicuramente, la sentenza che maggiormente ha accelerato il processo di approvazione della legge è stata quella della Corte Costituzionale, che ha dovuto pronunciarsi su un caso particolare.

Il caso riguardava un cambiamento di sesso, che faceva venir meno un presupposto essenziale del matrimonio precedentemente contratto. L’innovativa pronuncia, in questo caso, ha cercato di tutelare le due donne e la loro volontà di rimanere insieme e ha deciso di mantenere, provvisoriamente, gli effetti del matrimonio in attesa della futura regolamentazione della materia, che da quel momento, con questa pronuncia, è diventata urgente ed imprescindibile. I relatori del convegno hanno guidato l’uditorio verso interessanti riflessioni sul ruolo dell’interprete del diritto, evidenziando come gli strumenti di tutela delle vulnerabilità devono porre al centro di tutto il valore della persona, con i suoi bisogni materiali, affettivi ed emotivi, per avere un sicuro criterio di comprensione della complessità, tra diritto positivo, vita reale, evoluzione e cambiamenti sociali.


 


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