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 lunedì 5 marzo 2018

MALTA

Trasfigurati dalla bellezza di Gesù trasfigurato

di Fra Mario Attard


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Come di consueto, i vescovi maltesi, mons. Charles J. Scicluna, arcivescovo dell’arcidiocesi di Malta, e mons. Mario Grech, vescovo della diocesi di Gozo, hanno insieme scritto la loro lettera pastorale per questa quaresima 2018. Il tema di questa lettera pastorale è Ngħożżu dak li huwa sabiħ u tajjeb (Coltivare quello che è bello e buono). La domanda spontanea che nasce da questo intrigante titolo e la seguente: Che cos’è il bello e il buono? Leggendo questo interessante documento pastorale si arriva alla conclusione che il bello e il buono, aggettivo è nient’altro che Gesù trasfigurato sul monte Tabor. Il testo di San Marco che racconta la trasfigurazione ci dice: Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche (Mar 9, 2-3). Davanti a questo stupore prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia” (Mc 9,5). Poi, con un grande senso di realismo, Marco aggiunge: Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati (Mar 9,6).

È molto facile che dinanzi a questa teofania di Gesù (la manifestazione della divinità di Gesù) uno cade alla tentazione di non sapere esattamente su quale luce ci stiamo parlando. È vero che la luce di Gesù supera le nostre dimensioni umane. Ma, e soprattutto, la luce di Gesù si rifletta in quei atteggiamenti che la Bibbia, con grandissima maestria, ci insegna. In altre parole, tu ed io, che tramite il battesimo, abbiamo indossato la luce di Cristo trasfigurato, abbiamo la responsabilità di portare la luce di Nostro Signore ovunque lo Spirito Santo ci manda.Ecco perchè i vescovi maltesi, saggiamente, hanno riflettuto sulla luce di Cristo nella loro lettera pastorale. Innanzitutto, la luce di Cristo trasfigurato è bontà, giustizia e verità. Questo lo dimostra San Paolo stesso nella sua lettera agli Efesini quando, parlando su come noi battezzati dobbiamo essere luce del Nostro Signore Gesù Cristo, afferma: Un tempo, infatti, eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi, perciò, come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente (Ef 5, 8-11).

In secondo luogo, la luce di Cristo trasfigurato è, secondo i vescovi maltesi, benevola, caritatevole e misericordiosa. Commentando sulla vita nuova in Cristo l’apostolo delle genti sottolinea: E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. Fatevi, dunque, imitatori di Dio, quali figli carissimi e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore (Ef 4, 30-32; 5,1-2).I vescovi giustamente incoraggiano il popolo di Dio a Malta e Gozo di prendere sul serio l’ascolto della parola di Dio, precisamente come comanda il Nostro Padre Celeste sul Monte Tabor: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!” (Mc 9,7). Anche quest’anno, come negli anni passati, le nostre diocesi maltesi e gozitani stanno vivendo un tempo fortissimo di grazia, specialmente tramite i vari corsi spirituali quaresimali che si stanno organizzando nelle rispettive diocesi. Scrivono i vescovi: “Gli esercizi spirituali quaresimali, organizzati nelle nostre parrocchie, sono un’altra opportunità per ascoltare la Parola di Dio e capire il suo significato per noi oggi. Vi esortiamo di partecipare in questa esperienza della Parola nelle nostre Chiese”.

Il primo frutto di questo beneficio ascolto della Parola di Dio, secondo i vescovi, è quello di farci crescere, come chiesa, nella luce di Cristo trasfigurato che è santità e colmo di carità. Dice San Paolo alla lettera agli Efesini: In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità (Ef 1,4). Attratti da questa nube di Cristo trasfigurato che ci copre con la sua ombra possa, dalle nostre vite, uscire con forza la voce del Padre ancora oggi, in Malta, Sicilia e ovunque: Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo! (Mar 9,7). Prendiamo sul serio l’invito di Papa Francesco, fraternamente abbracciato e condiviso da mons. Scicluna e mons. Grech, che è splendidamente espresso nell’esortazione apostolica sull’annuncio del vangelo nel mondo attuale, Evangelii Gaudium: Essere discepolo significa avere la disposizione permanente di portare agli altri l’amore di Gesù e questo avviene spontaneamente in qualsiasi luogo, nella via, nella piazza, al lavoro, in una strada (nro. 127). Solo così, ci dicono i vescovi, “noi cristiani possiamo essere annunciatori della buona novella di Cristo a tutti”.


 


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