MALTA
Faccia a faccia con Dio
di Fra Mario Attard
Durante
il giorno di ritiro di quest’anno, alla Casa dei Ritiri dei frati minori
maltesi, Il-Porzjunkola, a Baħar iċ-Ċagħaq, mi sono costantemente venute le
parole forti del Salmo che il predicare, più spesso, ha elencato: Il mio cuore
mi dice da parte tua: “Cercate il mio volto! Io cerco il tuo volto, o Signore”
(Sal 27:8). Ebbene, le grida del salmista talmente appassionato da Dio, mi
hanno anche fatto ripetere il verso seguente dello stesso salmista che ora mi
appare, avendo paura di perdere il suo incontro assai singolare col Signore.
Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo; tu sei stato
il mio aiuto; non lasciarmi, non abbandonarmi, o Dio della mia salvezza! (Sal
27:9). La preghiera del Proslògion di Sant’Anselmo, fortemente invita me e te
alla preghiera. Ci chiede di passare questo momento assai particolare con Dio.
Entra nel più profondo della tua anima; allontana da te tutto, eccetto Dio e
ciò che ti possa aiutare a incontrarlo. Ma poi, nella frase più in avanti della
preghiera, Sant’Anselmo giustamente domanda al Signore: E, ora, Signore e Dio
mio insegnami come e devo cercarti, dove e come ti raggiungerò.
San
Francesco d’Assisi ha ben riassunto questo rapporto con Dio dicendo che la
preghiera è adorare è contemplare il Signore Dio vivo e vero con cuore e anima
povera. È importantissimo dire che noi, come persone, siamo solitudine e
relazione. Difatti, l’interiorità e la solitudine sono, per modo di dire, le
due ali di ogni essere umano. La Bibbia ci indica l’essenzialità che sia la
solitudine divina che quella umana escono dai loro spazi e s’incontrano. L’intimità
della preghiera è un recinto chiuso. A Giuda, non l’Iscariota, Gesù rispose: “Se
uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da
lui e dimoreremo presso di lui” (Gv 14,23). Nel libro dell’Apocalisse,
esattamente nel terzo capitolo, troviamo questo verso: “Ecco, sto alla porta e
busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui,
cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20). Nel vangelo di Matteo Gesù continua a
insistere come deve essere il nostro modo di incontrare nostro Padre che è nei
celi. Tu, invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta,
prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti
ricompenserà (Mat 6,6).
Nella
Lettera a tutti i fedeli, San Francesco ci esorta così: Amiamo dunque Dio e
adoriamolo con cuore puro e pura mente, perché egli stesso, questo cerca sopra
ogni cosa quando dice: “I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e
verità”. Dunque, tutti quelli che l’adorano devono adorarlo in spirito e
verità. Questo ci farà realizzare con grandissima serietà che la preghiera è
una esperienza cristificante. La Bibbia ci insegna che Dio deve essere lodato,
adorato e servito per se stesso e senza un altro interesse. E vero che Gesù ci
ha detto: Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà
aperto (Mat 7,7) e Io altresì vi dico: chiedete con perseveranza, e vi sarà
dato; cercate senza stancarvi, e troverete; bussate ripetutamente, e vi sarà
aperto (Lu 11,9). Ma, la Bibbia ci attrae decisamente alla preghiera di adorazione.
Dice il Salmo 138: Adorerò rivolto al tuo santo tempio e celebrerò il tuo nome
per la tua benignità e per la tua verità, perché Tu hai esaltato la tua parola
e il tuo nome al di sopra di ogni altra cosa (Salmi 138,2).
Pure
la mistica cristiana segue questo percorso biblico. San Giovanni della Croce
parla sulla notte oscura anche in un modo assai positivo e gioioso. Questo
accade perché quando la notte è colma della presenza di Dio allora si trasforma
interamente. Conosco bene la fonte che sgorga e scorre, benché sia notte La
notte calma, la cena che ricrea e innamora (Canto 15). Nella notte serena, con
fiamma che ricrea e non dà pena (Canto 39). Questo linguaggio gratificante non
ci mostra che quando c’è Dio rivelato e nascosto nella nostra mente e nel nostro
cuore, la nostra complicata storia si trasformerà in una storia di salvezza?
Ma
davanti a noi c’è una grande sfida! Se bisogna adorare Dio in spirito e verità
come si deve adorarlo? Si può fare questa grande esperienza con tre tappe
importanti. Prima, entra nella tua camera interiore. Cioè entrare nell’ultima
solitudine dove effettivamente abito io. Lì, nella solitudine più estrema, c’è
grande concentrazione e silenzio. Secondo, chiudi forte le finestre. Perché proprio
lì troverai una pace ed equilibrio allucinante. Lì troverai il modo per
rilassarsi. Importante dire che la grazia della preghiera ha bisogno della
collaborazione umana tramite il metodo. Il mio sforzo, accompagnato con la
grazia di Dio, devono camminare insieme. Un respiro profondo certamente aiuta
parecchio. Come anche aiuta quando uno ignora i pensieri, le memorie eccetera.
Dunque, rimani in silenzio nella presenza di Dio. È quando uno veramente è, e
si sente se stesso può dire, Sei Tu mio Dio! Terzo, usa la luce della fede.
Essa ti aiuta tantissimo a percepire che il Padre realmente è con te. Ora,
attraverso la fede, il Padre si rende presente a te. Puoi dire in spirito e
verità, sono con Lui. Vale a dire che ora il corrente premuroso e affettivo con
il Padre è stabilito. Rimani con Lui e accoglilo nella fede. E il Padre viene
da te con tutto il suo amore.
Come
è vero che Dio è una forza d’amore implosiva! Le Tre Persone Trinitarie si
aprono alla persona che prega e da lì comincia l’avventura spirituale! Questo
incontro intimo con Dio diventa un incontro di creazione. Veramente val la pena
di incontrare Dio perché Lui ti rifarà. Dio vuole che noi, per la sua grazia,
diventiamo sempre più divini come Lui. Ecco perché è Lui che inizia l’incontro
con noi tramite la sua grazia. Allora, dov’è la mia responsabilità se non
quella di accogliere, nel silenzio del mio cuore, Dio, in amore? Sei con me Signore
e non mi serve più nulla. Questa anche fu l’esperienza che visse il salmista
nel Salmo 139 quando si espresse così davanti alla presenza di Dio: Signore, tu
mi hai esaminato e mi conosci. Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu
comprendi da lontano il mio pensiero. Tu mi scruti quando cammino e quando
riposo, e conosci a fondo tutte le mie vie. Poiché la parola non è ancora sulla
mia lingua, che tu, Signore, già la conosci appieno. Tu mi circondi, mi stai di
fronte e alle spalle, e poni la tua mano su di me.
La
conoscenza che hai di me è meravigliosa, troppo alta perché io possa arrivarci.
Dove potrei andarmene lontano dal tuo Spirito, dove fuggirò dalla tua presenza?
Se salgo in cielo tu vi sei; se scendo nel soggiorno dei morti, eccoti là. Se
prendo le ali dell’alba e vado ad abitare all’estremità del mare, anche là mi
condurrà la tua mano e mi afferrerà la tua destra. Se dico: “Certo le tenebre
mi nasconderanno e la luce diventerà notte intorno a me”, le tenebre stesse non
possono nasconderti nulla e la notte per te è chiara come il giorno; le tenebre
e la luce ti sono uguali. Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai
intessuto nel seno di mia madre. Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in
modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere e l’anima mia lo sa molto bene.
Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto
nelle profondità della terra. I tuoi occhi videro la massa informe del mio
corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi erano destinati,
quando nessuno d’essi era sorto ancora. Oh, quanto mi sono preziosi i tuoi
pensieri, o Dio! Quant’è grande il loro insieme! Se li voglio contare, sono più
numerosi della sabbia; quando mi sveglio sono ancora con te. Esaminami, o Dio,
e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri. Vedi se c’è
in me qualche via iniqua e guidami per la via eterna (Salmo 139, 1-18. 23-24).
I
biografi della vita di San Francesco ci dicono che il Poverello passò più di un
terzo della sua vita in solitudine. Basta prendere come esempio le Lodi di Dio
altissimo che il santo compose proprio quando fu sul Monte della Verna, nel
settembre 1224. In quell’occasione, Francesco ricevette le stimmate. Lì, per
mezzo di questa preghiera di lode, Francesco entrò nelle camere più intime del
cuore del Padre. Il testo di questa magnifica preghiera lo dimostra
chiaramente. Tu sei santo, Signore solo Dio, che compi meraviglie. Tu sei
forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo, Tu sei onnipotente, Tu, Padre santo, re
del cielo e della terra. Tu sei uno e trino, Signore Dio degli dei, Tu sei il
bene, ogni bene, il sommo bene, Signore Dio vivo e vero. Tu sei amore e carità,
Tu sei sapienza, Tu sei umiltà, Tu sei pazienza, Tu sei bellezza, Tu sei
sicurezza, Tu sei quiete. Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza,
Tu sei giustizia e temperanza, Tu sei tutto, ricchezza nostra a sufficienza. Tu
sei bellezza, Tu sei mansuetudine. Tu sei protettore, Tu sei custode e
difensore, Tu sei fortezza, Tu sei rifugio. Tu sei la nostra speranza, Tu sei
la nostra fede, Tu sei la nostra carità, Tu sei tutta la nostra dolcezza, Tu
sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente,
misericordioso Salvatore.
Il
beato Bartolomeo da Pisa, nelle sue Conformitates, dice che San Francesco passava
delle notti intere pregando e meditando su questa preghierina: Mio Dio e mio
tutto! Adesso, sull’esempio del santo di Assisi, anche noi, nel nostro piccolo,
possiamo entrare nella nostra camera interiore e lì incontriamo il nostro Padre
celeste tramite una preghiera ripetitiva. Nonostante la tua vita movimentata
anche tu puoi incontrare il Padre. Puoi incontrarlo tramite la ripetizione di
una di queste tre frasi di preghiera. Tu sei il mio Dio. Padre, sei con me. Mio
Dio mio tutto. Vedrai che più la ripeti la tua frase preferita più ti darà la
pace e la serenità di cui hai tanto bisogno. Dunque, cerca di stare con Lui, con
il tuo ritmo di preghiera. Può succedere che ripetendo fedelmente la frase da
te scelta sentirai la sua presenza. Chissà quando le parole non ti serviranno
più? Prima di entrare con tuo Padre, nel tuo santuario del cuore, puoi anche riscaldare
te stesso e te stessa, con una frase dal Salmo 139 o 84. Ti auguro una buona
preghiera!
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